Eugenio' Post

Gli insegnamenti del voto nei Comuni

La tornata elettorale premia il PD e il centrosinistra. Nelle grandi città come nei piccoli centri vincono i Sindaci uscenti che hanno saputo stare vicino alla propria comunità – con un “dividendo buona gestione pandemia” che perdura – e i candidati che garantiscono radicamento e pragmatismo, che sanno connettersi con il territorio e le persone.

L’astensione – prevista dai sondaggisti, anche per i timori legati al Covid – è stata alta e andrà indagata: ma in molte realtà, a partire da Milano, i suffragi per il centrosinistra sono cresciuti. È possibile che chi è rimasto a casa non abbia gradito i candidati o non sia stato soddisfatto dell’offerta politica del momento.

Altri tre dati interessanti che emergono dal voto:
– il populismo di destra e di sinistra è al capolinea;
– vincono

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Imposta di successione: un’occasione per rendere il fisco più equo

La proposta avanzata da Enrico Letta sta suscitando un acceso dibattito e anche molte critiche.
Prima di chiarire alcuni aspetti della proposta, credo sia utile fare una premessa: credo fermamente che l’Italia abbia bisogno di rivedere totalmente il suo sistema fiscale. Un Paese in cui le tasse sulle rendite sono ridicole mentre redditi da lavoro e redditi da impresa schiacciano i cittadini, è un Paese dove vivono disuguaglianze da correggere profondamente.

Siccome il post è lungo, vado subito al dunque: io condivido l’idea che

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Ho deciso di tornare nel PD

Un anno e mezzo fa aderii ad Italia Viva. Chi mi conosce sa che fu una scelta sofferta. Per diverse ragioni: per la mia storia politica, per il mio percorso, per il radicamento sul territorio, per i legami costruiti dentro una comunità che mi ha visto crescere nell’impegno politico ed istituzionale, per il constante confronto con i Sindaci e gli Amministratori ai quali sono rimasto legatissimo, per l’esperienza vissuta. Seguire Matteo Renzi mi sembrò il modo di rimanere coerente al percorso politico che avevo fatto; lasciare il PD per entrare in Italia Viva fu però una scelta dettata dalla convinzione che in quel momento si potesse e dovesse costruire, fuori dal PD, “una casa dei riformisti” in grado di allargare il campo del centrosinistra.

In poco più di un anno –

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Cosa ci insegnano le morti di Attanasio e Iacovacci

Sono rientrati in Italia avvolti dal Tricolore i corpi dell’Ambasciatore Luca Attanasio e del Carabiniere Vittorio Iacovacci uccisi tragicamente in Congo.

In questi due giorni il mio pensiero è corso spesso a questi due giovani servitori dello Stato morti ingiustamente mentre svolgevano le loro funzioni.

C’è un aspetto sul quale indugio e mi fa riflettere. L’Ambasciatore Attanasio – da quanto ho letto e da quanto mi è stato riferito – non si è fermato a rappresentare l’Italia in Congo e ad essere riferimento per i nostri connazionali presenti nel Paese africano: ha voluto farsi prossimo e parte attiva, con la moglie, per aiutare le popolazioni locali, in particolare i bambini più poveri. La sua formazione cristiana ha certamente inciso in questo suo modo di interpretare il proprio ruolo istituzionale. Essere sale

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Un anno di pandemia

È trascorso un anno da quando, la mattina di venerdì 21 febbraio 2020, ci svegliammo con la notizia che era stato individuato il primo caso di Coronavirus in Italia: un uomo di 38 anni di Codogno, ricoverato in terapia intensiva nell’ospedale della sua città.

Avevamo ancora nella mente e negli occhi quelle incredibili immagini di una desolata Wuhan, in Cina, dove i contagiati venivano strappati da casa da personale che pareva pronto a salire su un’astronave. Ricordo che nei giorni precedenti, di fronte a quelle immagini, mi interrogavo distrattamente chiedendomi: “Ma se il virus arrivasse da noi, in Europa, che accadrebbe…?”. Ecco: lo sconosciuto coronavirus era arrivato anche in Italia, primo Paese occidentale ad individuarlo, dopo la diffusione in Cina e l’identificazione in Iran. Da quella mattina del 21 febbraio 2020

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Fiducia al Governo Draghi (da casa…)

“Spesso mi sono chiesto se noi, e mi riferisco prima di tutto alla mia generazione, abbiamo fatto e stiamo facendo per loro tutto quello che i nostri nonni e padri fecero per noi, sacrificandosi oltre misura […] Nella speranza che i giovani italiani che prenderanno il nostro posto, anche qui in questa aula, ci ringrazino per il nostro lavoro e non abbiano di che rimproverarci per il nostro egoismo”.

Il senso di responsabilità verso le future generazioni. La consapevolezza del compito che ci viene affidato in questo tempo. L’obbligo di contribuire alla costruzione dell’Italia dei prossimi decenni. Il dovere di farlo salvaguardando la salute del nostro Pianeta.

Europa, giovani, salute, sviluppo sostenibile, lavoro, occupazione, scuola, formazione, donne, turismo, investimenti, diritti, riforme. Non sono stati un elenco della spesa, ma obiettivi programmatici legati

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E alla fine, il Covid…

In questo difficile anno ho incrociato e sfiorato il Covid più volte, riuscendo sempre a cavarmela, grazie al continuo e scrupoloso rispetto delle regole. Questa volta, in questo frangente già così complicato, non ce l’ho fatta a dribblarlo: sono risultato positivo al Covid, come accaduto ad un altro membro della mia famiglia.

Mi trovo quindi a vivere questa dimensione un po’ ignota, ma consapevole e rinfrancato del fatto che la medicina in questo anno ha fatto passi da gigante per gestire e curare questa malattia. Penso ai numerosi amici e persone che conosco che hanno

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Un bel giorno

Joe Biden è ufficialmente il 46esimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Avrà un arduo compito: ricucire i conflitti, mettersi alle spalle le tensioni che la gestione Trump ha creato, risollevare l’America duramente colpita dal Covid, riaprire alla multilateralità internazionale.

Non sarà facile, ma oggi è un bel giorno.

Con Joe Biden e la sua vice Kamala Harris, l’America è finalmente in buone mani. E l’Italia e l’Europa sono felici di stringerle.

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Delusione e fatica

Riprendo dal post che avevo pubblicato precedentemente su questo blog, nel quale spiegavo la fatica di trovare una soluzione al voto da esprimere quest’oggi.

È stata una giornata difficilissima, dopo giorni di faticosa ricerca di un punto di equilibrio.

Avevo scritto: “La Politica ha senso se – pur con mille fatiche e mediazioni – è esercizio per dare soluzione ai problemi delle persone”. Lo ribadisco e non torno indietro.

Oggi, sulla base di questa convinzione, mi sarei aspettato tante parole diverse: da Conte, da molti colleghi, da Renzi, da Bellanova.

Da Conte mi sarei atteso parole più caute

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Il tempo della responsabilità

In questi giorni mi avete scritto in tantissimi per esprimere la vostra apprensione e preoccupazione per le difficili ore che il Paese sta vivendo. Lo comprendo. E in tantissimi, allo stesso modo, mi avete sollecitato ad esprimermi per conoscere la mia posizione rispetto a quanto accade. Avrei volentieri evitato l’aprirsi di una crisi al buio, ma non ho risposto e non ho scritto finora perché ho ritenuto di dover dare assoluta priorità al ruolo che rivesto, alle responsabilità ad esso connesse e a quello che era ed è in mio potere fare. E di lavoro, in ore così difficili, ce n’è molto da fare.

Credo che questo non sia il tempo dei responsabili, ma il tempo della responsabilità.

Contrariamente a quello che molti pensano, e cioè che a Roma si perda la

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