Ho vissuto una notte incredibile, densa di suggestioni, condivisa con altri democratici emozionati per quello che si stava verificando: un risultato incredibile e inatteso, non pronosticato da alcuno, che ha avuto proporzioni gigantesche, soprattutto se paragonato a quanto è accaduto in altri Paesi europei.
Il PD di Matteo Renzi ottiene 15,38 punti percentuali in più sul voto politico dello scorso anno (da 25,43% a 40,81%) e soprattutto incassa 2,5 milioni di voti in più rispetto al 2013; rilevantissimo anche l’incremento rispetto alle europee del 2009: +14,68 % e + 3,2 milioni di voti. Tutti gli altri competitor hanno perso voti e punti percentuali. Renzi ha fatto del Partito Democratico un bastione della Democrazia! Oggi il PD è l’unico vero partito esistente nel nostro Paese: ha non solo la forza, ma ha il radicamento, ha l’organizzazione, ha la presenza sul territorio, ha Sindaci ed Amministratori che hanno un ruolo anche politico, ha la capacità – ancora di più oggi con il risultato conseguito – di rappresentare la società italiana nelle sue diverse componenti.
Per chi come me ha sostenuto l’impegno, le proposte e la vision politica di Matteo Renzi sin dall’inizio, questa notte è stata davvero una notte speciale, più ancora della sua vittoria alle primarie per la segreteria del PD; più ancora della sua pur rocambolesca ascesa a Palazzo Chigi. È stato un po’ come registrare ed attestare che chi come me lo sostiene da tempo, ci aveva visto giusto, aveva avuto ragione. Alcune sue scelte possono esser sembrate azzardate, difficili da spiegare: la decisione di far terminare l’esperienza del Governo Letta per dare vita al nuovo Governo guidato dal Segretario nazionale del PD non è stata immediatamente metabolizzata, anche da alcuni fra i più storici e fedeli sostenitori. Ma alla luce del risultato non si può non dire che il golden boy della politica italiana ci aveva visto (ancora una volta) lungo: impensabile cosa sarebbe accaduto se non ci fosse stato un cambio alla guida dell’Esecutivo e soprattutto l’accelerazione sulle proposte di riforma e sulle decisioni concrete…
L’enorme patrimonio di fiducia incassato da Matteo Renzi, dal suo Governo e dal PD va ora ripagato. Il Paese vive la sua condizione peggiore dal dopoguerra: il PIL è calato negli ultimi anni del 10% e la disoccupazione colpisce numerose famiglie, avendo l’Italia perso dal 2008 oltre un milione di posti di lavoro. La tassazione nazionale – e quella locale per effetto dei tagli dei trasferimenti dello Stato ai Comuni – ha subito sensibili incrementi e i contribuenti si attendono una razionalizzazione con un calo dell’imposizione. Gli elettori che hanno dato fiducia a Renzi e al PD hanno certamente voluto dare un segno chiaro: c’è bisogno di un cambiamento forte, determinato, palpabile, servono riforme che garantiscano la governabilità, la revisione della spesa, il calo delle tasse sul lavoro e sulle imprese, l’efficienza della Pubblica Amministrazione, il calo dei costi della politica; ma tutto ciò gli elettori hanno voluto ricercarlo nell’alveo della tradizione democratica del nostro Paese, senza rischiare salti nel buio. In questo senso ha certamente vinto la speranza sulla rabbia! Altrove, in Europa, purtroppo non è finita nello stesso modo… Anche per questo Renzi avrà ora una responsabilità in più nello scacchiere del vecchio Continente: quello di ricostruire una sinistra riformista europea.
In politica si è premiati se si esprimono idee chiare, convincenti, che sanno tradursi in azione. La politica è profondamente cambiata negli ultimi anni: il valore della leadership è diventato imprescindibile per ottenere un risultato di successo. Non si tratta di fiducia cieca nel “capo”: è il bisogno di vedere incarnati con fierezza e capacità gli ideali e l’azione politica in una persona che agisce in rappresentanza di molti, facendo sintesi e guidando i processi, non subendoli. Vedere lontano è una dote rara, ma un requisito fondamentale per ottenere la fiducia del corpo elettorale.
Chi riteneva un guaio la personalizzazione della politica si ricreda: primo perché non c’è un uomo solo al comando, ma un leader che sa far correre al meglio la propria squadra e che beneficia a sua volta di un gruppo che sa operare in sintonia; secondo perché gli elettori ci dicono che apprezzano questo genere di leadership, che sa esporsi, che sa rischiare, che sa trascinare il gruppo che a sua volta lo sostiene.
La grande forza catalizzata da Matteo Renzi è determinata dal rivestire insieme i panni del segretario del PD e quelli di Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Governo ha forza perché chi guida il Partito lo impegna fortemente nel sostegno all’esecutivo. Non è un caso che Matteo Renzi sia l’unico capo di Governo europeo che sia stato capace di portare un ampio consenso al proprio partito.
Gli elettori hanno ampiamente dimostrato che sono interessati ai risultati, ai fatti: con la straordinaria legittimazione popolare ottenuta ora Matteo Renzi, il Governo ed il Parlamento devono accelerare sul percorso delle riforme, senza più tentennamenti.
Spesso in questi anni ho ascoltato persone affermare che il PD – quello “vero”, quello preconizzato e rappresentato da Veltroni al Lingotto – non era di fatto mai nato, asfissiato come è stato da visioni retrograde ed antiquate del ruolo della sinistra, più influenzate dall’ansia di dover porsi contro qualcuno o qualcosa che non dalla capacità di muovere verso traguardi innovativi. Con il voto europeo di domenica 25 maggio, insomma, il PD che attendavamo già dal 2008 è finalmente nato, ha infine preso le sembianze del partito riformista a vocazione maggioritaria!
Per vedere questo risultato abbiamo dovuto attendere un anno e mezzo, sprecando tempo prezioso: del resto Matteo Renzi nel 2012, nel corso della campagna per le primarie che portarono alla scelta del candidato premier del PD (vinte da Bersani) fu profeta nell’affermare che “Il Pd con noi può puntare al 40 per cento, con altri è un Pd da 25 per cento”… Allora fummo in pochi a credergli. È impressionante rileggere oggi quelle affermazioni perché il nostro uomo ha azzeccato in pieno le previsioni di voto sia delle politiche 2013 che delle europee 2014!
Ieri notte sono andato a dormire mentre le prime luci cominciavano a rischiarare il giorno: stanco ma felice e profondamente soddisfatto per il risultato storico (anche a Cernusco, con il PD che ha raggiunto il 47,35% e il record di voti assoluti pari a 7.767)). È stata una notte straordinaria, una notte nella quale oltre all’euforia per la vittoria si sono affastellati i pensieri e le riflessioni che ora ho messo nero su bianco.
Ora si apre una stagione di lavoro politico che deve portare a cambiare l’Italia e l’Europa: abbiamo la forza e le capacità per farlo! Il meglio deve ancora venire.
4 Comments
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Eugenio,
molti complimenti per il grande successo elettorale, davvero al di là di qualsiasi previsione. Renzi ha evidentemente convinto la stragrande maggioranza degli indecisi dell’ultima ora.
Mi pare che Renzi si sia dimostrato molto abile nelle dichiarazioni sia pre sia post voto.
Purtroppo, sono meno ottimista su “il meglio devo ancora venire” e mi pare questo un buon luogo dove lasciare una testimonianza.
Certamente bisogna dare a Renzi e ai suoi uomini il tempo di fare quanto promesso e voluto, e certamente, da italiano ed europeo, mi auguro che la sua azione possa contribuire a creare un’Italia e un’Europa migliore.
Non sono però affatto ottimista: nè la struttura europea in cui ci muoviamo, nè le intenzioni espresse dallo stesso Renzi riguardo le riforme mi sembrano andare nella direzione auspicata, anzi mi sembrano completamente sbagliate.
Opinione mia – minoritaria evidentemente – ma su chi avrà avuto ragione, ne riparleremo tra un annetto.
Buon lavoro.
Ugo 9 anni ago
Non sono un militante, ma da cittadino sono felicissimo del successo netto di Renzi e del fatto che la politica urlata ma finora sterile in Parlamento dei 5 stelle sia stata punita dagli elettori. Certo, sarebbe bello che queste elezioni abbiano come tema l’Unione europea e cosa se ne vuole fare, ma un po’ in tutta Europa per ora servono quasi esclusivamente come cartina di tornasole nazionale.
Per quanto riguarda la personalizzazione della politica, non amo lo stile di Renzi, ma credo sia necessario, soprattutto in un’Italia dove tutti i politici (e non solo) remano contro qualsiasi cambiamento, usando il confronto e la discussione solo come scusa per impantanare tutto. La differenza tra Matteo Renzi e i vari fondatori di partiti personali come Berlusconi, Di Pietro, Grillo, è che il primo è stato eletto da primarie e il suo ruolo di segretario è a scadenza prefissata, con un passaggio di successione legato ad altre primarie. E non è una differenza da poco. E’ un leader eletto, non un padrone.
Giorgio 9 anni ago
Caro Eugenio, domenica notte in tanti siamo rimasti davanti alla televisione a seguire l’evolversi dei dati e delle notizie.
Chi in questi anni ha seguito/apprezzato l’azione di Matteo Renzi non poteva che essere soddisfatto.
Da lunedì sto verificando come abbiano votato PD persone che non lo avevano mai votato o si astenevano da parecchi turni elettorali.
Comune a costoro è l’apprezzamento per le scelte di questi quasi 100 giorni e la determinazione con cui sono state portate avanti ( non sarà, in una sola parola, sano riformismo?) senza giri di parole e ambiguità.
Ho una sola richiesta da farti. Non si parli che si è finalmente attuato il progetto di Veltroni del Lingotto.
Mi bastano due esempi : il posizionamento solo ora chiaro in Europa nel PSE e la formazione di un gruppo dirigente veramente nuovo.
Avanti !
Paolo 9 anni ago
Hai descritto il mio pensiero. Grande notte
Mao 9 anni ago
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