Questa mattina anche nella nostra città si è tenuta una breve ma partecipata cerimonia per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia: nonostante la pioggia un corteo lungussimo – composto da tanta, tanta, tantissima gente, famiglie, molti giovani e piccoli – ha preso le mosse dall’omonima piazza per raggiungere il Monumento ai Caduti, dove è stata eseguita – alla presenza delle autorità civili, militari e religiose della città – la cerimonia dell’alza-bandiera ed è stato cantato l’inno di Mameli.
Qui sotto il testo del mio intervento:
Il 17 marzo di centocinquanta anni fa il Parlamento subalpino sanciva la nascita del Regno d’Italia. La nostra penisola, che il Cancelliere austriaco Metternich aveva definito con sprezzo “un’espressione geografica”, diventava una nazione che raccoglieva in un’unica realtà politica e sotto un’unica bandiera le diverse tradizioni storiche e culturali che ancora oggi rappresentano la ricca anima del nostro Paese.
La nascita dell’Italia unita fu la realizzazione del sogno antico di molti uomini, grandi poeti e di validi uomini di governo, il premio ideale al sacrificio dei tanti giovani caduti nel corso del Risorgimento per realizzare quel sogno. Quest’oggi – come ci ha ricordato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – è doveroso commemorare quelle “schiere di nostri patrioti che hanno combattuto, hanno dato la vita e hanno scritto pagine eroiche, e che noi dobbiamo avere l’orgoglio di ricordare e di rivendicare”.
Come sempre succede nei passaggi più importanti della Storia, quel momento rappresentò anche l’inizio di un nuovo percorso, in cui l’Italia ha visto avvicendarsi epoche di luci splendenti e di tragiche ombre, ha subìto le devastazioni di due guerre mondiali, l’oppressione di una dittatura e dell’occupazione, approdando infine – attraverso la resistenza ed il passaggio dalla monarchia alla repubblica – alla democrazia che ancora oggi viviamo, della quale la carta costituzionale rappresenta il punto più alto perché garanzia dei nostri diritti e delle nostre libertà.
In questo cammino storico l’Unità del nostro Paese non è mai stata messa in discussione, nella consapevolezza che è proprio sull’unità che si fonda la nostra forza e la nostra stessa dignità di nazione. Il Capo dello Stato ieri sera ci ha ricordato che è “grazie all’unità che siamo diventati un Paese moderno. Se fossimo rimasti come nel 1860 divisi in 8 Stati, senza libertà e sotto il dominio straniero, saremmo stati spazzati via dalla storia, non saremmo mai diventati un grande Paese europeo!”.
L’evento che si celebra oggi non è solo il compleanno dell’Italia ma per noi, in quanto istituzioni di governo – locale e centrale – e, credo, per tutta la cittadinanza, deve rappresentare un rinnovato impegno di fedeltà ai valori fondamentali sanciti in modo solenne nella nostra Costituzione. È la nostra legge fondamentale a legare, in una realtà comune, le varietà culturali, storiche e territoriali di questo Paese dalle tante e colorate anime.
Soprattutto però la Costituzione rappresenta l’espressione dell’essere cittadino italiano, con diritti e libertà per cui battersi e con doveri da compiere, nella vita quotidiana di privato cittadino come in quella di rappresentanti delle istituzioni, affinché queste libertà, questi diritti, questa democrazia siano preservati e offerti alle generazioni più giovani come il più importante strumento di civiltà, di modernità e di convivenza.
E ai più giovani voglio dire che quest’oggi non è solo la data nella quale festeggiare i 150 anni della nostra “giovane nazione”: un secolo e mezzo può apparire molto per i più piccoli, ma la Storia ci insegna che non si tratta di un tempo lungo; altre nazioni hanno alle spalle una storia di unità nazionale ben più lunga della nostra. Oltre alla celebrazione di questa importante ricorrenza, questo giorno sia anche l’occasione per riflettere sul nostro essere cittadini, sul nostro sentirci parte attiva di una comunità, sul nostro riconoscerci cittadini italiani e cittadine del mondo. L’identità che ci contraddistingue, la nostra storia e la nostra ricca cultura, non siano un patrimonio geloso da rinchiudere in una gabbia, ma talenti da mettere a frutto per dare il giusto contributo al cammino dell’umanità.
Il nostro Paese si appresta a vivere una fase importante attraverso l’attuazione del federalismo, anch’esso già codificato nel Titolo V della Costituzione: tutti – amministratori pubblici e cittadini – sappiano vivere questa occasione come opportunità di crescita per l’intero nostro Paese.
L’augurio che sento di fare alla nostra nazione e a tutti noi nel giorno in cui festeggiamo il suo 150° compleanno e il meglio della sua storia, è quello di rimanere sempre vigili al pieno rispetto dei principi di democrazia che rappresentano il nostro patrimonio più prezioso, affrontando con serenità e con spirito di condivisione le sfide verso il futuro.
Con il Presidente Napolitano invito infine ciascuno di noi a ricordare sempre che siamo “parte di qualcosa di più grande, che è la nostra nazione, la nostra patria, la nostra Italia. Se saremo uniti sapremo vincere tutte le difficoltà che ci attendono”.
Dio benedica l’Italia!
Auguri a tutti gli Italiani!
W l’Italia unita! W l’Italia!
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