In questi giorni è stato presentato il “Rapporto sulla qualità della scuola in Lombardia” curato da “Tuttoscuola”. Sono rimasto stupito e impressionato – come altri che in rete hanno commentato i dati – dalla classifica stilata e che vede Cernusco sul Naviglio al 39° posto tra i 68 Comuni lombardi con popolazione superiori a 20.000 abitanti (la classifica è visibile a pagina 3 dellla “sintesi generale” del rapporto). Lo sforzo politico e di investimenti che stiamo facendo in questi anni a favore della scuola – anche in continuità con quanto realizzato dalle Amministrazioni precedenti – non pare trovare riscontro da una prima lettura della sintesi dei dati.
Al di là dei titoli dei quotidiani che sintetizzavano lo studio e mettevano in luce la classifica, mi sono preso la briga di andare a capire qualcosa di più di quanto la classifica stessa mettesse in luce. Ho chiamato “Tuttoscuola” e mi sono fatto spiegare un po’ di cose, riservandomi di acquistare l’intero dossier (costo 15 euro) per una più attenta e utile analisi.
Il dott. Marco Visentin di “Tuttoscuola” con cui ho parlato mi ha spiegato che la classifica è stilata sulla base di 64 indicatori relativi all’anno scolastico 2011/2012 che contemplano dati forniti dal MIUR, dalla Ragioneria dello Stato, dall’ISTAT e dall’Invalsi (e che non è una ricerca sulla qualità espressa dalle famiglie degli alunni). Sono analizzate tutte le scuole presenti sui territori considerati, dall’infanzia alle scuole superiori, ad eccezione delle università. I 64 indicatori sono divisi in 4 macro aree che concorrono a definire il posizionamento di ogni città; queste 4 macro aree sono: 1) Strutture e Risorse, 2) Organizzazione e Servizi, 3) Condizioni del Personale, 4) Risultati Scolastici.
Sulla base di queste informazioni ed avendo spulciato un po’ nei dati che mi sono stati forniti, faccio queste considerazioni:
- Il risultato complessivo delle scuole della nostra città (come di ogni città) è funzione dell’impegno e dell’attività di più soggetti istituzionali: la scuola innanzitutto, in tutte le sue articolazioni organizzative e gerarchiche, il Comune e la Provincia (gli enti che sono presenti a Cernusco con proprie strutture e attività).
- I dati sui quali incide maggiormente il Comune sono le macro aree 1) Strutture e Risorse (con le sottovoci “patrimonio delle istituzioni” e “spese per l’istruzione del Comune”) e 2) Organizzazione e Servizi (con le sottovoci “Servizi di supporto all’attività didattica”, come mensa e trasporto, e “Contenimento spesa per libri di testo”).
- Su tutti gli altri indicatori delle 4 macro aree hanno incidenza le scelte del Ministero, delle scuole, della Provincia.
Come tentare di comprendere il posizionamento n°39 realizzato da Cernusco sui 68 comuni lombardi superiori a 20.000 abitanti? Espongo qualche elemento utile alla riflessione, senza la pretesa di giustificare o ridimensionare l’esito della classifica:
- Nell’anno scolastico considerato 4 su 5 realtà scolastiche della nostra città (Primo Circolo didattico, Secondo Circolo Didattico, ITSOS, IPSIA) non hanno avuto un dirigente scolastico di ruolo, ma c’erano reggenti (oggi sono ancora 4 su 5 senza titolare, con ITSOS a posto e scuola media con reggente) e ciò è dovuto ai noti ritardi sul concorso nazionale per i dirigenti scolastici ancora fermo al Consiglio di Stato per un ricorso. (Tra il 2010 e il 2012 a Cernusco sono andate in pensione 4 dirigenti scolastiche su 5 posizioni cittadine e ancora non sono state ricoperte con una posizione a tempo indeterminato, proprio per i ritardi sul concorso nazionale). Questo dato può aver inciso sul risultato degli indicatori “Stato di precarietà del personale” e “Continuità e stabilità dei docenti” (sempre su questi indicatori le responsabilità sono in capo al Ministero e agli Uffici Scolastici Provinciali e Regionali che fanno le nomine) e quindi sul dato della relativa macro area.
- Nell’anno scolastico considerano le nostre scuole non disponevano di tutti gli spazi che oggi hanno: la scuola paritaria Aurora-Bachelet, come noto, ha preso possesso della sua nuova struttura a settembre 2012, avendo fruito sino ad allora di numerosi spazi nei plessi scolastici di via Buonarroti e via don Milani. Questo fatto può avere inciso sull’indicatore “Patrimoni delle istituzioni”.
- Le assenze per malattia dei docenti ed il turn-over degli stessi non possono ovviamente essere gestite dal Comune, o dalla Provincia, o dalle scuole, eppure incidono sul risultato.
- La capienza delle aule scolastiche – come ha sottolineato anche l’Assessore regionale Valentina Aprea commentando lo stesso report – sono funzione di scelte compiute dal Ministero ed è evidente che l’adattamento a tali norme è molto differente da città a città, non solo in funzione delle strutture esistenti, ma anche in funzione della movimentazione anagrafica.
- Sui risultati delle diverse città incidono certamente le presenze o meno di strutture scolastiche provinciali; le condizioni dell’IPSIA di Cernusco (nonostante l’impegno della Provincia a ristrutturare l’edificio con un investimento di 3.000.000 di euro, operazione ferma per i vincoli del Patto di Stabilità a cui anche la Provincia è sottoposta) non aiutano il risultato complessivo cittadino e del resto città che sono prive della presenza di istituti superiori hanno qualche problema in meno da gestire in ordine ai risultati generali.
Un’ultima considerazione va fatta sui dati espressi nella classifica: guardandoli mi sono chiesto come fosse possibile che a fronte di una “media Provincia Milano” pari a 619,25 il primo Comune milanese avesse un risultato pari a 590,88… C’è evidentemente qualcosa che non torna… In effetti il dott. Visentin di “Tuttoscuola” mi ha spiegato che le modalità di calcolo delle medie per le provincie e la regione sono differenti rispetto a quelle dei Comuni. Infatti, nel rapporto, è riportata anche la media dei Comuni lombardi (pari a 542,5) che è – questa sì – raffrontabile con i dati di ogni città. Non a caso la stessa “Tuttoscuola”, nel suo comunicato stampa relativo alla provincia di Milano afferma: “Da notare che tutti i 28 Comuni della Provincia di Milano che superano i 20.000 abitanti si collocano sopra la media regionale, concorrendo con le loro buone performance al successo della Provincia a livello regionale e nazionale”. E a tale positivo risultato ha quindi contribuito anche Cernusco con il suo 554,6.
Quest’ultima affermazione fa solo giustizia di qualche analisi comparativa errata che in rete è stata fatta, ma non elimina il risultato assoluto che – raffrontato a quello di altre città anche a noi vicine – interroga per la sua minor consistenza.
Voglio ora approfondire i dati contenuti nel rapporto per meglio comprendere quali sono le responsabili attribuibili ai diversi soggetti in gioco, con la disponibilità a ragionare e confrontarsi con le istituzioni scolastiche su come il Comune potrebbe migliorare ulteriormente il proprio apporto, ma anche andando a chiudere agli altri soggetti istituzionali coinvolti di fare meglio e fino in fondo la propria parte.
2 Comments
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Credo che quello da te esposto sia il giusto approccio che questo caso richiede: entrare nel dettaglio per comprendere il risultato e disponibilità al confronto, senza prendere per oro colato un singolo dato riassuntivo ma anche senza ritenersi immuni da ogni valutazione.
Ermes 11 anni ago
Sono certo che terrai conto in questa analisi anche la percezione che i cittadini hanno della situazione scolastica, che certo non e` migliorata non solo per la classifica di Tuttoscuola, ma anche per l’operazione di divisione in zone di afferenza alle diverse scuole. Operazione che, a parte possibili considerazioni sulle scelte e su eventuali errori fatti, giunge anche inopportuna, andando a sovrapporsi pure al nuovo sistema di iscrizione on-line. Aggiungere altre occasioni di ansia al bel mix di preoccupazioni su un tema, quello educativo, che di suo non presenta un futuro roseo, da amico ti dico che non e` stata una bella mossa.
Loris 11 anni ago
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