giuseppe conte

Fiducia al nuovo Governo, per il bene del Paese, nonostante le differenze

Oggi anche il Senato – e quindi anche il sottoscritto – è chiamato ad esprimere la fiducia al nuovo Governo, nato dall’accordo politico e parlamentare fra M5S e PD (a cui si è aggiunta LeU). Voterò sì alla fiducia. Voterò sì al Governo nato da un’operazione impensabile solo 5 settimane fa, inutile negarlo; ma un accordo indispensabile per evitare l’aumento dell’IVA, far ritrovare centralità e ruolo attivo all’Italia in Europa, recuperare fiducia sui mercati con conseguenti minori costi sul debito, sopire odio e cambiare linguaggio politico, arginare derive illiberali e antistoriche rappresentate delle braccia tese di ieri in piazza.

Qui, seduto ad ascoltare il dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio Conte, sento tutto il peso delle scelte che dobbiamo compiere e delle decisioni che dobbiamo assumere.

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Un nuovo Governo, un Governo di svolta

E dunque questo Governo di svolta si farà. Dopo 27 giorni dall’avvio della crisi del Governo M5S-Lega, scatenata da Matteo Salvini l’indomani del voto in Senato sulla TAV, dopo aver attraversato in quasi 4 settimane alti e bassi come sulle montagne russe, il voto della piattaforma Rousseau ha sancito il via libera all’intesa che il PD e il M5S hanno trovato in queste settimane, intorno alla figura del Premier (uscente e incaricato) Giuseppe Conte e sulla base di un programma di legislatura.

Nonostante tutte le difficoltà legate alla storia recente dei rapporti tra i Dem e pentastellati, nonostante su diversi temi si abbiano idee divergenti (a partire dal ruolo di una piattaforma informatica gestita da una società privata, che il Garante per la Privacy ha

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