Città Metropolitana: il mio intervento al convegno del centrosinistra

Si è tenuto martedì 24 giugno il convegno organizzato dal centrosinistra per fare il punto sulla nascente Città Metropolitana milanese e che ha visti coinvolti i Sindaci e i Consiglieri eletti nel centrosinistra nei comuni di tutta l’aera metropolitana stessa; l’assemblea è stata l’occasione per annunciare la formazione di una lista unica delle forze di centrosinistra (PD, civiche del Patto Civico Lombardo, SEL, RC) in vista dell’elezione dei 24 membri del Consiglio Metropolitano, che avverrà a settembre.

La serata è stata pensata dagli organizzatori come momento di riflessione ed approfondimento intorno ad alcune parole chiave. Qui si può trovare una sintesi per twit degli interventi al convegno.

Mi è stato chiesto di parlare della parola “futuro” legata alla Città Metropolitana: di seguito il mio intervento.

Il futuro entra in noi per trasformarsi in noi molto prima che accada” (Rainer Maria Rilke)

La prospettiva che abbiamo di fronte, quella di creare la più importante e forse l’unica vera Città Metropolitana d’Italia, è una sfida affascinante e temeraria.

Essa affonda le radici in oltre 30 anni di storia amministrativa e in oltre 20 anni di storia legislativa.

La nuova istituzione ha vissuto una gestazione complessa e tormentata, ma il suo oggi e il suo domani sono ricchi di storia e di dibattiti.

Il suo futuro non può certo essere quello di un’istituzione che cambia semplicemente etichetta ad una struttura che già conoscevamo.

Dovrà trattarsi di un nuovo inizio: una possibilità nuova data ai Comuni, ai Sindaci e quindi ai cittadini di vedere risolte questioni che da molto tempo sono sul tappeto senza che vedano soluzioni adeguate, per mancanza di adeguati poteri, per insufficienza delle risorse disponibili, per assenza o carenza di coraggio e lungimiranza politica.

Il futuro di questa istituzione e della sua capacità di rispondere ai problemi aperti passa inevitabilmente dalle nostre capacità, dal nostro credere fino in fondo che ci è data una possibilità storica per fare quanto non si è mai riusciti a fare, per dare finalmente ai cittadini risposte legate ad un quadro di area vasta complesso. Siamo e saremo noi a determinare il futuro di questo progetto.

Il futuro entra nelle persone e cammina sulle loro gambe.

Il segreto del successo della sfida che abbiamo di fronte sta in noi: in quanto ci impegneremo nell’elaborare lo Statuto, nel decidere sui poteri e le competenze, nel coraggio con cui i Comuni delegheranno funzioni alla nuova istituzione.

Saremo noi a decidere se questo articolato territorio sarà in grado di entrare nel futuro o se resterà legato a dimensioni, rapporti, riti e abitudini che hanno ormai fatto il loro tempo e dimostrato inefficienza e inefficacia.

Per vincere questa sfida che cammina sulle nostre gambe, avviato il processo, dovremo quanto prima dotare la Città Metropolitana di un piano strategico che contenga la vision di quanto dovrà accadere nei nostri territori nell’arco di almeno un decennio.

Il futuro si costruisce insieme senza avere la presunzione di tenerlo in una mano o in poche mani, di rinchiuderlo in un solo mandato amministrativo: il futuro ha bisogno di ciascuno di noi, ma va oltre noi, perché le istituzioni solide e che funzionano sanno attraversare il tempo ed andare oltre le persone.

La distanza che si registra oggi in Italia fra le istituzioni e i cittadini e la richiesta diffusa di cambiamento indicano la necessità di un deciso cambio di marcia nella capacità di formulare risposte. Certo: serve molto coraggio, serve consapevolezza di sapersi mettere in gioco, serve comprensione del momento che si vive e dunque della necessità di decidere.

La Città Metropolitana potrà mettere in campo nuove politiche pubbliche e nuove capacità di risparmi finanziari: molto di questi obiettivi transiterà dalla capacità di riorganizzare i nostri territori, le funzioni dei nostri Comuni, di operare in modo nuovo intorno al nuovo soggetto istituzionale che ci apprestiamo a far nascere.

Il futuro della Città Metropolitana milanese è già entrato in noi: oggi non serve soffermarsi a discutere e lamentarsi di come si sarebbe potuto meglio procedere per dare vita a questa nuova istituzione. Oggi serve solo credere che siamo e saremo noi i fautori del successo di questa sfida: certo servono risorse, interessi e attori in grado di proporre rappresentazioni condivise dell’ampia comunità territoriale, di rafforzare le identità, di forgiare un progetto politico per realizzarlo. Ma ora non si tratta più di formulare previsioni per cercare di conoscere in anticipo il futuro, ma bensì di saper collaborare a costruirlo, di saper accogliere ed accettare che il futuro stesso cammina con noi e si fa strada attraverso noi.

Se ne saremo pienamente consapevoli avremo la marcia in più decisiva per vincere la sfida.

Buon lavoro e buon futuro a tutti!

Eugenio

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