Si è tenuta mercoledì 26 febbraio sera l’assemblea pubblica per affrontare le tematiche legate alla mensa scolastica, alla luce delle polemiche che nelle ultime settimane hanno riguardato il servizio.
La serata è stata aperta dell’illustrazione, da parte della dott. Valli – la tecnologa alimentare che segue per conto del Comune il servizio mensa –, delle caratteristiche del servizio stesso (tipologia delle materie prime utilizzate, motivazioni delle scelte che portano alla composizione dei menù, ecc.); a seguire l’ASL ha motivato l’importanza di una nutrizione equilibrata e dell’educazione alimentare.
La serata ha visto la partecipazione di circa 170 persone; al servizio mensa sono iscritti 2.581 persone (fra bambini, insegnanti e personale) e mediamente sono erogati 2.184 pasti al giorno (significa quasi 400.000 pasti in un anno).
Vorrei ricordare perché si è arrivati all’assemblea pubblica e cosa è accaduto nell’ultimo mese.
Come si è innescata la polemica
Una serie di accuse e contestazioni apparse sui social network hanno comprensibilmente attivato un tam-tam preoccupato da parte dei genitori; sono circolate frasi e informazioni come “la mensa fa schifo”, “prosciutto blu”, “pesto alla muffa”, “pesce non pesce”, “pesci vietnamiti”, “pizza surgelata”; si è parlato di “montagna di scarti” addirittura sostenendo che il valore economico degli scarti sia pari ad “1 milione di euro di cibo buttato in pattumiera” all’anno; si è scritto di fantomatiche “denuncie ai Carabinieri per la qualità del cibo in mensa”; si sono letti appelli a tutti i genitori “a segnalare in merito al servizio disservizio della mensa”; si è discusso di “gradimento” di quanto offerto dalla mensa, definito “bassissimo”, senza avere il men che minimo dato a disposizione; si è spesso fatto riferimento a “tanti” e/o “molti” genitori senza mai citare numeri precisi; si è parlato di “molte” segnalazioni e “numerose proteste” senza mai dire quante fossero. Quanto fra virgolette è quanto si trova scritto su Facebook.
È evidente che di fronte a queste affermazioni sia montata la preoccupazione, siano cresciuti gli interrogativi, ci sia stato un po’ di smarrimento. La serata credo abbia aiutato a comprendere come stanno davvero le cose.
Come stanno le cose
Dall’inizio dell’anno scolastico ad oggi in Comune sono giunte 20 (venti) segnalazioni da parte di genitori che hanno messo in evidenza criticità sul servizio mensa: 4 relative ad aspetti igienico/sanitari (1 per un moscerino in un piatto, 1 legata a dubbi sulla qualità dell’acqua, 2 su prosciutto distribuito durante uno sciopero), 12 riguardanti la qualità del pasto, 2 riferite alle strutture scolastiche e 2 sui pagamenti. Delle 20 segnalazioni, 6 sono giunte fra settembre e fine gennaio, le altre 14 sono pervenute a febbraio, dopo l’avvio della polemica sulla questione mensa. Al netto del fatto che ogni segnalazione è importante e merita attenzione, 20 segnalazioni in 5 mesi su 2.184 pasti distribuiti ogni giorno sono un’inezia che non può essere considerata indice del men che minimo allarme. Sia chiaro: non è il numero di mail o segnalazioni scritte che attiva preoccupazioni e interventi (ci sono i costanti controlli effettuati dalla tecnologa alimentare, dalla commissione mensa e poi c’è la quotidiana e attenta vigilanza esercitata dalle insegnanti che seguono i nostri figli durante il pranzo e il lavoro dell’Ufficio Scuola del Comune teso a risolvere le criticità che emergono); ma certamente, in senso generale, il numero di segnalazioni dei cittadini è un campanello d’allarme e costituisce un indice ulteriore di quanto realmente accade (anche) sul settore mensa. E i numeri delle segnalazioni sulla mensa sono evidentemente esigui.
Dopo le forti affermazioni di cui sopra, due genitori e alcuni Consiglieri comunali hanno fatto richiesta di una serie di atti ufficiali relativi alla mensa, ai controlli eseguiti, alle carenze, alle “non conformità” rispetto al capitolato, alle sanzioni comminate.
La discussione, sempre in rete, a quel punto si è concentrata sulle oggettive mancanze del servizio e sulla non applicazione di sanzioni all’azienda appaltatrice da parte del dirigente comunale del settore scuola. Le “non conformità” hanno essenzialmente riguardato la presenza di dadi per brodo con glutammato il cui utilizzo è escluso dal capitolato; la non conformità di due pezzi di carne perché privi di tutta la certificazione; la non conformità di due diete speciali.
Sia in rete che nell’assemblea pubblica si è giustamente discusso del perché a fronte delle non conformità al capitolato non si siano comminate multe alla ditta appaltatrice. Al riguardo son state fornite dal dirigente risposte in merito e sul tema si può essere o meno d’accordo. Ma la discussione di queste settimane è partita da ben altri presupposti.
Ora vi invito a rileggere il quinto capoverso di questo post, nel quale sono inserite fra virgolette parole e frasi che hanno generato l’allarme. Nulla di tutto quello che era stato scritto di grave ha riscontro nelle verifiche effettuate sulle carte. Non c’è nessuna segnalazione dei tecnici preposti che metta in evidenza l’uso di materie prime inadeguate, di scarsa qualità o di dubbio aspetto; non ci sono segnalazioni su alimenti sofisticati o che possano allarmare; non ci sono stati casi né di gastroenteriti, né di altre malattie collegabili ad una pessima o scarsa qualità del servizio mensa. Chi legge comprende bene che è diverso parlare di “mensa che fa schifo”, di “prosciutto blu”, di “numerose proteste”, ecc. e trovarsi invece di fronte ad una pur fondata polemica sul perché non siano state comminate dal dirigente comunale le previste sanzioni per dei dadi da brodo. Sono due piani assolutamente differenti. Certamente ci sono aspetti che meritano di essere ulteriormente approfonditi e chiariti, le modalità di controllo e sanzionamento possono essere più severe ed aiutare a tenere “maggiormente in riga” qualsiasi azienda che deve rendere un servizio; ci sono di sicuro ulteriori margini di miglioramento: ma come hanno evidenziato la tecnologa alimentare e i rappresentanti dell’ASL (di cui mi fido), la qualità del servizio mensa delle nostre scuole è buona, di livello medio-alto, e non vi sono dati che debbano destare preoccupazioni. Capito? È buona, non fa schifo…
Sul reale livello di criticità delle “non conformità” e delle segnalazioni fatte dalla tecnologa alimentare mi fido decisamente di più della sua competenze e preparazione e della sua correttezza e deontologia professionale, che non di quanto gridano e strepitano alcuni, volendo far passare – come si usa dire – “pèr per pom”…
Sia chiaro che il sottoscritto, in qualità di Sindaco, non deve difendere nessuno: né la ditta appaltatrice (che deve offrire il miglior servizio), né il dirigente comunale della scuola (che deve vigilare perché la qualità del servizio sia la migliore possibile), né tantomeno me stesso e/o il mio Assessore alla partita: è doveroso da parte mia e parte nostra verificare come realmente viene gestito il servizio e quale ne sia la qualità offerta, esigere di più dalla struttura quando serve, comunicare ai cittadini la realtà dei fatti, rassicurare di fronte ad infondati allarmi su questioni critiche e gravi inesistenti; non ho e non avrei motivi per fare una difesa d’ufficio. Anche perché ho due figli che fruiscono della mensa scolastica e come genitore ho tutto l’interesse a sapere come realmente stanno le cose e pretendere che vadano nel migliore dei modi possibili. E da genitore, prima ancora che da Sindaco, mi sento tranquillo.
Sulla base dei dati emersi, nel corso dell’assemblea pubblica – e lo rifaccio ora per iscritto – ho voluto e voglio rassicurare i genitori circa il fatto che nei piatti dei nostri figli non finiscono schifezze o cose di cui non conosciamo la provenienza o che non sono salubri o che devono destare preoccupazioni. Il livello del capitolato è molto alto: tanti prodotti biologici, tracciatura delle provenienza di molte materie prime tra cui le carni, un menù equilibrato dal punto di vista dell’educazione alimentare. Ecco: forse su questo tema si è stati “un po’ spinti”, ma la commissione mensa e la tecnologa alimentare, con l’ASL, hanno apportato modifiche al menù per renderlo ancora più gradito. È importante distinguere fra gradibilità del menù – sul quale influiscono abitudini familiari e fattori culturali – e la qualità di quanto viene messo nel piatto dei nostri figli, che non è assolutamente in discussione.
Gradimento e consumo dei pasti
A proposito di gradimento, è stato scritto che vengono gettate tonnellate di cibo non consumato perché non gradito; i dati che ho letto all’assemblea pubblica e che riporto di seguito mettono in luce ben altro (qui è posisbile scaricare la tabella in PDF, per una migliore lettura):
SINTESI RILEVAZIONE LIVELLO GRADIMENTO PRIMI PIATTI A.S. 2013/14 | ||||||
LIVELLO GRADIMENTO | RESIDUI NEI PIATTI | % RILEVATA | EVENTUALI SOTTO-LIVELLI GRADIMENTO | % SOTTOLIVELLO | N° RILEVAZIONI | NOTE |
GRADO 1 – PASTO TOTALMENTE ACCETTATO | RESIDUI NEI PIATTI CONTENUTI TRA 0 E 30% | 97,06% | DI CUI: ECCELLENTE (FORTE RICHIESTA DI BIS) | 47,06% | 16 | |
DI CUI: OTTIMO (NESSUN RESIDUO NEI PIATTI MA NO RICHIESTE DI BIS) | 38,24% | 13 | ||||
DI CUI BUONO (RESIDUI DA 1% A 30%) | 11,76% | 4 | ||||
GRADO 2 | RESIDUI NEI PIATTI COMPRESI TRA 40 E 60% | 2,94% | 1 | Il piatto in questione è la crema di legumi (piatto unico introdotto su indicazione dell’A.s.l.). Abbiamo già attivato la Ditta di Ristorazione e la tecnologa chiedendo di apportare una modifica al menu, viste il parziale non gradimento di tale piatto. La questione è stata rilevata anche dalla Commissione Mensa | ||
GRADO 3 | RESIDUI NEI PIATTI SUPERIORI AL 70% | 0,00% | 0 | |||
34 | TOTALE RILEVAZIONI DI CUI: | |||||
SINTESI RILEVAZIONE LIVELLO GRADIMENTO SECONDI PIATTI A.S. 2013/14 | ||||||
LIVELLO GRADIMENTO | RESIDUI NEI PIATTI | % RILEVATA | EVENTUALI SOTTO-LIVELLI GRADIMENTO | % SOTTOLIVELLO | N° RILEVAZIONI | NOTE |
GRADO 1 – PASTO TOTALMENTE ACCETTATO | RESIDUI NEI PIATTI CONTENUTI TRA 0 E 30% | 92,00% | DI CUI: ECCELLENTE (FORTE RICHIESTA DI BIS) | 4,00% | 1 | MOLTI BIS |
DI CUI: OTTIMO (NESSUN RESIDUO NEI PIATTI MA NO RICHIESTE DI BIS) | 16,00% | 4 | 0 | |||
DI CUI BUONO (RESIDUI DA 1% A 30%) | 72,00% | 18 | GRADO 1 | |||
GRADO 2 | RESIDUI NEI PIATTI COMPRESI TRA 40 E 60% | 8,00% | 2 | Le rilevazioni di livello di gradibilità si sono avute sui seguenti secondi piatti: frittata e asiago. Nota bene: in entrambi i casi le 2 rilevazioni in oggetto sono associate a giornate in cui i primi piatti avevano riscosso un eccellente livello di gradibilità, connotato da molti bis (rispettivamente: pasta agli aromi e tortelloni di magro). | ||
GRADO 3 | RESIDUI NEI PIATTI SUPERIORI AL 70% | 0,00% | 0 | |||
25 | TOTALE RILEVAZIONI SECONDI, DI CUI | |||||
SINTESI RILEVAZIONE LIVELLO GRADIMENTO CONTORNI A.S. 2013/14 | ||||||
LIVELLO GRADIMENTO | RESIDUI NEI PIATTI | % RILEVATA | EVENTUALI SOTTO-LIVELLI GRADIMENTO | % SOTTOLIVELLO | N° RILEVAZIONI | NOTE |
GRADO 1 – PASTO TOTALMENTE ACCETTATO | RESIDUI NEI PIATTI CONTENUTI TRA 0 E 30% | 38,24% | DI CUI: ECCELLENTE (FORTE RICHIESTA DI BIS) | 2,94% | 1 | |
DI CUI: OTTIMO (NESSUN RESIDUO NEI PIATTI MA NO RICHIESTE DI BIS) | 8,82% | 3 | ||||
DI CUI BUONO (RESIDUI DA 1% A 30%) | 26,47% | 9 | ||||
GRADO 2 | RESIDUI NEI PIATTI COMPRESI TRA 40 E 60% | 61,76% | 21 | La parziale accettazione del contorno si riscontra soprattutto per le verdure: carote, broccoli, e cavolfiori; fagiolini all’olio; insalate miste; finocchi etc.. | ||
GRADO 3 | RESIDUI NEI PIATTI SUPERIORI AL 70% | 0,00% | 0 | |||
34 | TOTALE RILEVAZIONI CONTORNI DI CUI: |
I dati del nostro Comune evidenziano uno scarto medio del 28%, ben inferiore ai dati che si registrano a Milano o a Roma, a cavallo del 50%. È evidente, dai dati, che ciò che viene maggiormente rifiutato è il contorno, quindi le verdure. I primi sono i piatti che riscuotono il maggior gradimento, con numerose richieste di bis. Alcuni piatti del menù (come la crema di lenticchie) non hanno riscosso successo: su intervento della commissione mensa e della tecnologa alimentare sono stati cambiati con altri piatti. Sono convinto che l’educazione alimentare sia fondamentale per aiutare i nostri figli a mangiare in modo corretto; al tempo stesso è giusto non eccedere nell’applicazione di questo sano principio se gli effetti mettono in luce criticità sui consumi: come sempre è il buon senso che deve imporsi.
Sugli scarti alimentari è bene precisare che proprio in questi giorni l’ASL ha scritto ai Comuni per chiedere la collaborazione nella definizione di dati certi sugli avanzi nelle mese scolastiche in vista di un convegno sul tema che si terrà nel prossimo autunno: i Comuni che aderiranno alla richiesta dovranno, in collaborazione con le aziende appaltatrici del servizio mensa, pesare il valore degli scarti dei primi piatti, dei secondi, dei contorni in due settimane di somministrazione, predefinite dall’ASL. I dati costituiranno un importante e più preciso elemento di studio e riflessione, anche per noi.
In conclusione
Le persone presenti all’assemblea pubblica indetta dall’Amministrazione comunale hanno potuto ascoltare come stanno le cose e ora si (ri)faranno la loro opinione, certamente con qualche dato in più e qualche elemento di maggiore comprensibilità. Sia chiaro: non è tutto perfetto. Ma è evidente che tra prosciutto blu e dado con il glutammato c’è una bella differenza. È c’è molta differenza anche fra il dichiarare che i bambini non mangiano nulla e i dati di cui sopra.
L’assemblea pubblica non è solutiva delle criticità pur lievi emerse e presenti, per le quali dobbiamo prestare la massima attenzione e vigilare perché le non conformità che si registrano vengano trattate nel migliore dei modi. È comunque corretto e doveroso precisare che le non conformità segnalate, al netto delle multe non comminate, sono state tutte trattate e risolte (tranne una non conformità relativa alla presenza in un magazzino di dado per brodo con glutammato aperta il 10 febbraio e il cui iter non è ancora concluso). Insegnanti, genitori, comitati genitori, commissione mensa, organi collegiali e Comune possono implementare collaborazione e sistema dei controlli; è però necessario che il tutto si svolga in un clima di fiducia e correttezza reciproche perché diversamente qualsiasi tipo di collaborazione è destinato a fallire.
Dati aggiuntivi
Per la cronaca, qui sotto un prospetto che, partendo dai valori degli scarti alimentari registrati e dai costi del servizio, valuta l’incidenza economica di quanto non viene consumato in mensa, pari a circa 80.000 euro. Ben lontano, questo valore, dal milione di euro favoleggiato da qualcuno… (Qui è possibile scaricare la tabella in PDF, per una migliore lettura).
Calcolo incidenza economica scarti alimentari servizio mensa | ||||||
costo unitario pasto | 4,33 | iva esclusa | ||||
iscritti al servizio | 2.581 | |||||
media pasti giornaliera | 2.184 | |||||
n. giorni di servizio (al netto ponti e festività) | 180 | |||||
totale pasti erogati in ragione d’anno | 393.120 | |||||
volume economico | 1.702.209,60 | IVA ESCLUSA | ||||
ANALISI COMPOSIZIONE COSTI PASTO | PERCENTUALE | INCIDENZA | ||||
percentuale costo derrate non oltre il 30/35% | 30% | € 1,30 | ||||
percentuale costo lavoro 55-60% | 55% | € 2,38 | ||||
percentuale costi vari ulteriori 10/15% | 15% | € 0,65 | ||||
INCIDENZA E RIPARTIZIONE COSTO DERRATE | % INCIDENZA SUL | INCIDENZA MONERARIA | N. GIORNI ANNO | MEDIA PASTI SERVITI/GIORNO | TOTALE INCIDENZA | |
COSTI DERRATE PREPARAZIONE PRIMI PIATTI | 25% | € 0,32 | 180 | 2.184 | € 127.665,72 | |
COSTI DERRATE PREPARAZIONI SECONDI PIATTI | 55% | € 0,71 | 180 | 2.184 | € 280.864,58 | |
COSTI DERRATE PREPARAZIONI CONTORNI | 20% | € 0,26 | 180 | 2.184 | € 102.132,58 | |
€ 510.662,88 | ||||||
RISVOLTI ECONOMICI SCARTI PRIMI PIATTI A.S. 2013/14 | ||||||
LIVELLO GRADIMENTO | RESIDUI NEI PIATTI | % RILEVATA | EVENTUALI SOTTO-LIVELLI GRADIMENTO | % | INCIDENZA | NOTE |
GRADO 1 – PASTO TOTALMENTE ACCETTATO | RESIDUI NEI PIATTI CONTENUTI TRA 0 E 30% | 97,06% | DI CUI: ECCELLENTE (FORTE RICHIESTA DI BIS) | 47,06% | 0 | NESSUNO SCARTO |
DI CUI: OTTIMO (NESSUN RESIDUO NEI PIATTI MA NO RICHIESTE DI BIS) | 38,24% | 0 | NESSUNO SCARTO | |||
DI CUI BUONO (RESIDUI DA 1% A 30%) | 11,76% | € 2.252,02 | SCARTI LIMITATI DA 1 A 30% | |||
GRADO 2 | RESIDUI NEI PIATTI COMPRESI TRA 40 E 60% | 2,94% | € 1.876,69 | SCARTI TRA 40 E 60%% | ||
GRADO 3 | RESIDUI NEI PIATTI SUPERIORI AL 70% | 0,00% | 0 |
| ||
€ 4.128,71 | IMPORTO ECONOMICO PER RESIDUI PRIMI PIATTI | |||||
RISVOLTI ECONOMICI SCARTI SECONDI PIATTI A.S. 2013/14 | ||||||
LIVELLO GRADIMENTO | RESIDUI NEI PIATTI | % RILEVATA | EVENTUALI SOTTO-LIVELLI GRADIMENTO | % | INCIDENZA | NOTE |
GRADO 1 – PASTO TOTALMENTE ACCETTATO | RESIDUI NEI PIATTI CONTENUTI TRA 0 E 30% | 92,00% | DI CUI: ECCELLENTE (FORTE RICHIESTA DI BIS) | 4,00% | 0 | NESSUNO SCARTO |
DI CUI: OTTIMO (NESSUN RESIDUO NEI PIATTI MA NO RICHIESTE DI BIS) | 16,00% | 0 | NESSUNO SCARTO | |||
DI CUI BUONO (RESIDUI DA 1% A 30%) | 72,00% | € 30.333,38 | SCARTI LIMITATI DA 1 A 30% | |||
GRADO 2 | RESIDUI NEI PIATTI COMPRESI TRA 40 E 60% | 8,00% | € 11.234,58 | SCARTI TRA 40 E 60%% | ||
GRADO 3 | RESIDUI NEI PIATTI SUPERIORI AL 70% | 0,00% | 0 |
| ||
€ 41.567,96 | IMPORTO ECONOMICO PER RESIDUI PRIMI PIATTI | |||||
RISVOLTI ECONOMICI SCARTI CONTORNI A.S. 2013/14 | ||||||
LIVELLO GRADIMENTO | RESIDUI NEI PIATTI | % RILEVATA | EVENTUALI SOTTO-LIVELLI GRADIMENTO | % | INCIDENZA | NOTE |
GRADO 1 – PASTO TOTALMENTE ACCETTATO | RESIDUI NEI PIATTI CONTENUTI TRA 0 E 30% | 38,23% | DI CUI: ECCELLENTE (FORTE RICHIESTA DI BIS) | 2,94% | 0 | NESSUNO SCARTO |
DI CUI: OTTIMO (NESSUN RESIDUO NEI PIATTI MA NO RICHIESTE DI BIS) | 8,82% | € – | SCARTI LIMITATI DA 1 A 30% | |||
DI CUI BUONO (RESIDUI DA 1% A 30%) | 26,47% | € 4.055,17 | SCARTI TRA 40 E 60%% | |||
GRADO 2 | RESIDUI NEI PIATTI COMPRESI TRA 40 E 60% | 61,76% | € 31.538,54 |
| ||
GRADO 3 | RESIDUI NEI PIATTI SUPERIORI AL 70% | 0,00% | 0 | |||
€ 35.593,71 | IMPORTO ECONOMICO PER RESIDUI CONTORNI | |||||
RIEPILOGO INCIDENZA ECONOMICA |
|
| RILIEVO ECONOMICO SCARTI IN RAGIONE D’ANNO | PERCENTUALE | PERCENTUALE RISPETTO | |
€ 81.290,38 | 15,92% | 4,78% | ||||
Infine, sempre per la cronaca, gli ultimi dati utili relativi al costo del servizio mensa nella nostra zona (dati dicembre 2012, già pubblicati su un settimanale locale):
Vimodrone 4,00 euro
Bussero 4,34 euro
Vignate 4,48 euro
Carugate 4,50 euro
Brugherio 4,55 euro
Cassano d’Adda 4,57 euro
Melzo 4,62 euro
Cernusco sul Nav. 4,63 euro
Gessate 4,78 euro
Pioltello 4,78 euro
Agrate 5,00 euro
Peschiera Borromeo 5,06 euro
Cologno Monzese 5,15 euro
Segrate 5,65 euro
8 Comments
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Caro eugenio , vorrei ricordarti che ieri sera 1)hai pubblicamente difeso l’azienda di fronte all’indifendibile ( “ma i dadi non li hanno usati”) e anche di fronte ai documenti che ti ho portato sul tavolo 2) hai difeso l’assessore oltre il lecito: ti ricordo che Miss partecipazione che ti ritrovi al fianco ha negato per 2 settimane un appuntamento su una vicenda grave come questa a 2 cittadini che intendevano solo segnalare problemi e proporre soluzioni 3) i dati che tu proponi sai bene che sono solo parziali perché allora dovresti citare anche le 60 inadempienze della ditta operate solo nell’anno in corso che riguardano NON conformità alimentari, problemi di igiene, problemi di sicurezza sul lavoro, non idoneità di apparecchiature e strutture. IL TUTTO NON SANZIONATO. Credo e tu lo sai bene che il sistema dei controlli sia completamente da rivedere e tu lo sai bene. (La mancanza di controlli e verifica puntuale della gradibilità è infatti una delle conseguenze del disastro di quest’anno in accoppiata con il demenziale menù): cerca solo di essere più onesto con i dati e riguardati anche queli molto più negativi della commissione mensa che danno percentuali ben diverse.
paolo frigerio 10 anni ago
Ti ringrazio per l’intervento Paolo, ma non ti ho nominato mio portavoce 😉
Ho buona memoria e il senso di quanto ho scritto è chiaro: altre interpretazioni non ce ne sono.
Ti invito ad essere più onesto con le parole: “disastro”, “demenziale” e parole simili usate in queste settimane non corrispondono a quanto c’è nelle carte, nei dati, nei numeri, nelle rilevazioni e in quanto ieri sera abbiamo ascoltato.
Eugenio 10 anni ago
Un solo chiarimento: cosa si intende: “educazione alimentare” e come si esplicita?
grazie
Bisci Cosimo 10 anni ago
L’educazione alimentare mira a favorire un’adeguata informazione in merito a quanto mangiamo; ha come obiettivi maggiore salute e benessere attraverso la conoscenza delle regole di buona educazione alimentare: dalla conoscenza della piramide alimentare ai valori nutrizionali degli alimenti, l’educazione alimentare si indirizza a far comprendere che mangiare sostanze diversificate e in misura corretta ci fa stare meglio. Ci sono diversi modi per fare educazione alimentare: con i più piccoli si va dal teatro, al gioco, alla classica lezione, alla cucina didattica.
Eugenio 10 anni ago
[…] direttamente il primo cittadino, Eugenio Comincini, che in giornata ha ribadito dal suo blog (LEGGI QUI): “Da genitore, prima ancora che da Sindaco, mi sento tranquillo. Stiamo parlando di 20 […]
CERNUSCO TUTTO ESAURITO PER LA MENSA SCOLASTICA. L'AMMINISTRAZIONE, GENITORI STATE TRANQUILLI | Fuori dal Comune 10 anni ago
Ho assistito all’assemblea in manierara molto serena non essendo coinvolto emotivamente, dati i miei 67 anni. Ne ho ricavato le seguenti impressioni:
-Il sindaco ha fatto bene a rivendicare la buona qualità della mensa scolastica. E’ materia molto delicata e disfunzioni di secondo ordine non inficiano li giudizio complessivo.
– Il sindaco ha però anche ammesso, pur tra una parola e l’altra, che qualche disfunzione può esserci stata, al punto che una multa si poteva anche dare. Insomma ha fatto capire di aver recepito (e lo scrive anche qui) che la gestione è migliorabile, soprattutto per quanto attiene i controlli.
– Il lavoro fatto ai genitori, depurati da alcune forzature lessicali che lo hanno accompagnato, è encomiabile e ha indotto l’amministrazione a fare una pubblica assemblea nella quale si è sostanzialmente preso l’impegno a migliorare il sistema dei controlli perchè non accada più che cinque segnalazioni di presenza di un alimento non conforme ed espressamente vietato dal capitolato di appalto ( non rileva che sia se dado o altro) non siano sanzionate. Questo quanto emerso. Ottimo il lavoro di verifica fatta da alcuni genitori ( ce ne fossero di più). Buona la risposta del sindaco che ha contenuto il caso nelle dimensioni che doveva avere. Bocciato a mio parere il dirigente scolastico che non ha sanzionato l’azienda inadempiente ( non solo per i dado) e bocciato anche l’assessore all’istruzione che aveva dichiarato alla stampa che non c’era assolutamente nulla da eccepire sul comportamento della azienda che gestisce la mensa. A questo punto a me piacerebbe capire a quanto ammonta in denaro il 28 % dello scarto medio ( dato fornito dal sindaco se non ho compreso male) finito in pattumiera ? se un pasto costa 4.9 euro ed i pasti sono 2.500 al giorno per circa 200 giorni di scuola si giunge ad una cifra di 700.000 euro buttati. Non sarà un milione signor sindaco, ma non sono neppure bruscolini. Ottima l’iniziativa della Asl di verificare quanto cibo viene buttato dalle mense scolastiche (era ora!!!) attraverso i comuni: fa solo sorridere che tale dato debba essere raccolto dalla ditte che gestiscono la mensa…. Insomma la vecchia storia del controllato controllore…
dario collio 10 anni ago
Caro Dario, la risposta alla domanda su quanto ammonta il valore dello scarto (il 28% citato) è in fondo al post: 81.000 euro circa 🙂
Il calcolo è dimostrato, sempre in fondo al blog (o se preferisci, per leggerlo meglio, nel link evidenziato).
Eugenio 10 anni ago
Ok grazie Eugenio. Dai dati tutto secondo la media….ma non ho notato citazioni riguardo progetti tendendi all’educazione alimentare. Anche se in media nazionale, mi sembra comunque una percentuale alta il 28% di scarto, che presumo sia al netto del 47% di bis. Comunque, entrambi i dati, sia lo scarto sia l’alta media di bis induco a pensare ad uno squilibrio di quello che dovrebbe essere la gista dosa alimentare per entrambe le categoria. Un’ultima cosa, un dato sono nelle condizioni di smentire: la percentuale di 0.00 del grado 3 di ogni categoria
Bisci Cosimo 10 anni ago
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