Se c’è una cosa che dobbiamo tutti chiedere come regalo a Natale, questa è la pace. L’umanità, ma anche la vita delle singole comunità – nazionali o locali – necessitano di riconciliarsi e trovare nuovi sostenibili e durevoli pacifici equilibri.
Serve un nuovo e condiviso modello di rispetto ed integrazione per sconfiggere gli estremismi e le ingiustizie e costruire la pace.
Il Natale ci aiuta a riflettere sulla speranza, sulla possibilità che l’ordine delle cose vada in una maniera differente da come ci prefiguriamo e da come la paura ci induce a pensare.
Per questo credo che sia necessario non perdere mai la speranza, ma anzi lavorare – ognuno nel proprio ambito di impegno – per poter rimettere in moto idee e valori di cui si sente oggi un gran bisogno.
Gli auguri di Natale li rivolgo dunque in modo particolare a quanti hanno perso la speranza che il domani possa essere migliore, a quanti sono portati a generalizzare le notizie e non sanno più discernere, a quanti sostengono che solo la violenza può far retrocedere la violenza, a quanti usano la religione per fare politica, a quanti non hanno ancora compreso il messaggio annunciato in una notte di oltre duemila anni fa.
Abbiamo bisogno più che mai di speranza: e il Natale ci impone di riflettere su quanto siamo capaci di aprirci a questo sentimento. È attraverso la speranza – che introduce il principio personale dell’amore, il quale porta al perdono – che possiamo giungere alla pace.
Auguri dunque: perché sia un Natale di speranza e di pace!
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