“Ciascuno ha il suo conflitto o pensa di avere il proprio conflitto di interessi…”.
“Il conflitto di interessi è negli interstizi della società…”.
Le parole pronunciate dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nell’Aula di Montecitorio, il giorno della discussione sulla fiducia votata dalla Camera dei Deputati, non potevano essere maggiormente veritiere. Per lui.
Infatti, sta emergendo come l’attività professionale svolta recentissimamente dall’avv. Conte stia intersecando le scelte e le azioni del Governo Conte in maniera almeno imbarazzante, se non addirittura inopportuna e problematica.
Di cosa sto parlando?
Si tratta di una consulenza firmata il 14 maggio scorso (quando per altro il nome dell’attuale Premier già circolava come possibile candidato dei gialloverdi alla guida di Palazzo Chigi) con un parere pro veritate rilasciato dall’avv. Conte ad alcuni concorrenti della “guerra” tra azionisti per la guida di Retelit (Reti Telematiche Italiane SpA), importante e strategica società di telecomunicazioni, quotata in borsa, che si occupa della gestione di reti di fibra ottica che uniscono 9 importanti città italiane. Retelit è anche membro del consorzio dell’AAE-1 (Africa-Asia-Europe-1), il sistema di cavo sottomarino che collega l’Europa all’Asia attraverso il Medio Oriente, raggiungendo 19 Paesi, da Marsiglia a Hong Kong, con una landing station di proprietà a Bari.
Riassumo il contesto e i fatti.
Il 27 aprile scorso si tiene l’assemblea dei soci di Retelit, che si fronteggiano per la guida della società.
Da una parte la cordata composta dalla libica Bousval, dalla tedesca Axxion e da SVM, un patto parasociale che permette alla loro lista di ottenere il controllo della società con il 24,36%.
Dall’altra una cordata che fa riferimento al finanziere Raffaele Mincione e che si riunisce intorno alla lista Fiber 4.0 che raccoglie l’8,975% dei soci.
L’assemblea si apre subito con attività di ostruzionismo da parte dell’avvocato Stefano Morri, rappresentante di Fiber 4.0, allo svolgimento dei lavori assembleari, con appello anche al fatto che Fiber 4.0 ha trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in data 20 aprile 2018, una segnalazione sulla possibile violazione – da parte degli “avversari” che vengono fronteggiati per la guida societaria – degli obblighi di notifica relativi alla disciplina della cosiddetta golden power. I soci riuniti nel patto di sindacato maggioritario hanno fatto nei giorni precedenti i loro approfondimenti giuridici e ritengono di non aver leso la normativa citata. (Curiso il fatto che nel corso dell’assemblea societaria l’avv. Morri si rivolga al Presidente del Consiglio di Amminstrazione, Pardi, che sta presiedendo l’assemblea stessa, acusandolo di essere “in conflitto di interessi”…).
L’assemblea prosegue e ha la meglio la cordata del patto di sindacato maggioritario: i soci che ottengono la guida di Retelit riconfermano ai vertici i manager che già hanno portato alla società positivi risultati.
La cordata perdente non ci sta e chiede aiuto anche allo studio dell’avv. Conte, che il 14 maggio rilascia un parere pro veritate nel quale si sostiene che il patto di sindacato che si è imposto nell’assemblea dei soci di Retelit del 27 aprile aveva l’ obbligo di notificare al Governo di avere il controllo della società strategica. Conte – senza porsi il problema che di lì a pochi giorni avrebbe potuto guidare il Governo italiano – rilascia il parere pro veritate nel quale dà ragione alla tesi del finanziere Mincione, che ritiene che il patto di sindacato che ha conquistato la guida di Retelit abbia commesso una irregolarità nel non aver comunicato all’Esecutivo di detenere asset strategici.
Nel proprio parere l’avv. Conte sostiene che “in casi eccezionali di rischio (…) il Governo può opporsi, sulla base della stessa procedura, all’acquisto…”.
E così, arrivato il 1° giugno sulla poltrona più alta di palazzo Chigi, Conte fa subito predisporre la delibera con la quale il Consiglio dei Ministri decide di esercitare la golden power del Governo contro il controllo societario ottenuto dalla cordata avversaria di chi gli ha chiesto la consulenza (il tutto ai sensi e per gli effetti dell’art. 2, commi 2, 3 e 4, del DL 21/2012 convertito in Legge 56/2012).
Il 7 giugno, mentre il Premier Conte è in volo per il Canada per partecipare al G7, nella seconda riunione del Consiglio dei Ministri – presieduto dal vice Salvini – viene approvato l’utilizzo della golden power, con “imposizione di prescrizioni e condizioni per salvaguardare le attività strategiche della società nel settore delle telecomunicazioni”. Come il parere dell’avv. Conte sanciva. (Sulla decisione del Consiglio dei Ministri si veda a pagina 2 del comunicato stampa pubblicato dal Governo, qui; a seguire è stato firmato il DPCM “Esercizio di poteri speciali, con prescrizioni, in relazione alla notifica della società reti telematiche italiane s.p.a. (Retelit) ai sensi e per gli effetti dell’articolo 2 del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito con modificazioni dalla legge 11 maggio 2012, n. 56”, atto curiosamente citato fino a questa mattina sulla pagina “Provvedimenti” del sito del Governo, come mostra lo screenshot qui accanto, ma ora non più presente…).
Il 13 giugno scorso il Consiglio di Amministrazione di Retelit ha deliberato di impugnare il provvedimento governativo.
E quindi?
La prima decisione del Governo sulle telecomunicazioni è dunque relativa ad una società quotata per la quale il Premier, nella sua veste privata di avvocato, ha appena reso una consulenza: siamo di fronte senza ombra di dubbio ad un vero e proprio conflitto di interessi, anche nell’accezione che ne viene data da M5S e Lega nel loro contratto di Governo. È il classico atteggiamento dei moralisti senza morale: esigere la perfezione dagli altri e concedersi quello che agli altri non è permesso, auto assolvendosi. Con buona pace della trasparenza e della correttezza.
Come reagiscono il Presidente del Consiglio e la maggioranza di fronte a questo quadro? Quanto ha guadagnato lo Studio legale dell’avv. Conte da questa consulenza? La parcella era legata e commisurata all’esito positivo (per il finanziere Mincione) della vicenda?
Il tema merita un approfondimento parlamentare: è bene che il Premier Conte, che per primo ha sostenuto che tutti hanno un conflitto di interesse (sic!) chiarisca quanto prima la propria posizione e la vicenda.
3 Comments
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Buona sera
Da elettore del PD e azionista di Retelit può immaginare quanta rabbia abbia suscitato in me la vicenda conte che ho seguito con amarezza e incredulità per la enormità del conflitto in gioco .
Voto a sinistra da una vita (pci……….) e vedere lo scempio che si sta facendo della democrazia parlamentare e delle istituzione mi intristisce ogni giorno di più.
In aggiunta, da azionista Retelit (un investimento di lungo termine vista la validità della azienda) ho assistito con crescente stupore alle vicende post assemblea retelit.
Ero incredulo, arrabbiato per il crollo dell’azione, stupito del sostegno di Conte a un raider che da quasi 40 anni vive a Londra e che parla di “interesse nazionale”
Rucirdomil povero Serra come fu trattato poiché amico del PD….. un benedettino in confronto a Mincio e.
Grande e positiva sorpresa per la vostra iniziativa; temevo che una vicenda come quella venisse trattata col silenziatore dai media ….
In effetti le colonne dedicate non sono proporzionate alla grave iniziativa del governo.
Da elettore di pci pds da ds pd (ho 72 anni) ti dico che in me prevale la rabbia per le scelte arroganti di questo governo anche rispetto alla perdita patrimoniale .
Spero che il rispetto delle regole possa essere ancora richiesto a questi irresponsabili .
Vi ringrazio per la vostra iniziativa
Buona fortuna
Francesco Ornati
Milano
Francesco Ornati 5 anni ago
Perdite patrimoniali…. Vero, l’azione è calata da 2 euro all’1,7 euro attuali! Però a dicembre 2017 quotava 1,3…. quindi rimane un +30% in 7 mesi… complimenti per l’investimento (un investimento di lungo termine vista la validità della azienda)!
Lasciando perdere questo punto (un investimento in borsa personale e consapevole è sottoposto alle oscillazioni di mercato ed è sempre da considerare un investimento a rischio), una piccola osservazione sul merito. L’avv. Conti è intervenuto su una questione su cui, prima dell’incarico, aveva espresso un parere pro veritate nel quale sosteneva un suo punto a riguardo della questione… Domanda: cosa avrebbe dovuto fare? Non intervenire e contraddicendo se stesso? Oppure intervenire in senso opposto al suo parere? Sia in un caso che nell’altro ci sarebbero state questioni morali, di merito, di conflitto di interessi!
Ci si può far nulla a tal proposito? Si può “obbligare” i nostri dirigenti/politici a non trattare temi ad essi legati in qualche modo? Si può dire che Berlusconi non doveva diventare PdC perché possedeva delle televisioni o comunque un azienda, oppure alla Boschi che non poteva esser ministro per il lavoro del padre oppure migliaia di altri casi???
E allora come dovremmo comportarci quando in campagna elettorale un candidato chiede di esser votato perché porterà in parlamento l’interesse di una città, di un territorio? E’ conflitto di interessi anche quello…
Non sono elettore. E’ vent’anni che non voto perché personalmente lo ritengo inutile. Non sono disaffezionato dalla politica ma solo realista. Per i me i cambiamenti possono essere guidati dall’alto ma non ci sono se non vengono dal basso. E attualmente in basso non c’è la volontà per modificare lo stato di fatto di questa società. Aspettiamo la prossima generazione e vediamo se qualcosa cambia.
Ad ogni modo c’è poco da lamentarsi se un PdC prende una decisione che è coerente a quanto pensava quando era un cittadino “normale”. Liberi poi di impugnare il provvedimento ed un giudice deciderà in merito. Ma non si può porre la questione sul fatto che il PdC abbia sbagliato o meno a fare un provvedimento solo perché ne aveva espresso un opinione (a pagamento) prima. Se poi il pm/giudice riterrà errata l’opinione, o addirittura riterrà doloso il comportamento (l’Avv Conti ha preso più soldi perché ha fatto il provvedimento, e l’ha fatto solo per avere più soldi) allora ci saranno le conseguenze del caso…
Ora il PD all’opposizione fa e usa gli stessi argomenti dell’opposizione precedente. Sarà il ruolo (inutile?) dell’opposizione… Qualsiasi cosa farà il governo non andrà bene, ma poi quando si è al governo si fanno le stesse cose. Prendiamo come unico esempio (ma sappiamo, non è il solo) l’abolizione dell’articolo 18… proposta da Berlusconi… e fatta da Renzi. Eppure il PD e i sindacati che erano all’opposizione tanto si erano opposti… e poi…
E poi vi chiedete perché sia alta l’astensione…
Piero Sarti 5 anni ago
le rispondo subito.
Risulta evidente il palese conflitto d’interesse nella persona del prof.Conte oggi PdC e questo conflitto non è esente nemmeno nel caso in cui questa consulenza sia stata fatta da un collega dello studio del prof.Conte. Il conflitto del PdC può terminare solo con la risoluzione del rapporto di collaborazione con predetto studio.
È d’obbligo un controllo assiduo delle opposizioni su eventuali nomine Governative riconducibili a persone dello studio del prof.Conte, onde evitare un secondo caso simile allo studio Lanzalone per lo stadio di Roma.
Il costo! Queste consulenze pro veritate stragiudiziali possono essere di due tipi.
-La prima a tariffa concordata che può, essendo stragiudiziale, derogare dalle tabelle professionali con conseguente parcella complessiva su tutti i punti richiesti o presi in esame e il tutto prima dell’incarico.
-La seconda è più complessa e su questo giocano le consulenze. Nel caso in cui vi siano più punti presi in esame, le parcelle possono essere distinte per ogni punto preso in esame e la tariffa, se comunicata preventivamente, può subire aumenti anche superiori ai tariffari professionali, visto che si è in campo stragiudiziale.
In questo caso si applica il famoso trucco “aumento in corso d’opera” degli appalti.
Esempio: nel primo caso, euro 100.000 di parcella totale per 8 punti di consulenza.
Esempio: nel secondo caso, euro 30.000 su singola consulenza e relativa parcella per un totale complessivo di 240.000 euro per gli 8 punti di consulenza.
State attenti con gli studi legali, da quello di Bonafede, Conte e Lanzalone.
Buon lavoro.
silvio nicolini 5 anni ago
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