Congresso PD: perché sosterrò Maurizio Martina

Questa settimana hanno preso il via i congressi di circolo che porteranno all’elezione del nuovo segretario nazionale del Partito Democratico, con le primarie aperte che si terranno il prossimo 3 marzo.

Un congresso non facile, dopo la sconfitta elettorale del 4 marzo 2018; un congresso che arriva tardi rispetto alle attese di larga parte della base; un congresso che ha visto anche sorgere e tramontare candidature in modo repentino.

Non nascondo di aver avuto la tentazione di rifugiarmi in una zona neutra, nella quale non prendere posizione fra alcuna delle candidature in campo: ma una persona che riveste un’importante ruolo istituzionale non può permettersi il lusso di nascondersi dietro le difficoltà contingenti per non scegliere e non prendere una posizione chiara in un momento delicato e gravido di conseguenze per il futuro, come è quello che viviamo. Non sono fatto per i tatticismi e non vorrei mai “morire” di tattica.

Credo di essere conosciuto come una persona che fa scelte caratterizzate dalla passione, non prive di rischi ma forti del contenuto di slancio ed impeto ideale: la mia storia politica mi ha sempre visto operare così. In questa occasione, però, mi sono convinto che sia più opportuna ed utile una scelta razionale, una scelta meditata e ponderata.

Ci ho ragionato a lungo, confrontandomi con diverse persone e mi sono convinto che – stante le opzioni in campo e quanto il PD si gioca con questo congresso – la scelta di maggior senso e coerente con il percorso sin qui fatto è quella di sostenere Maurizio Martina e la sua mozione.

Maurizio è stato vice segretario di Matteo Renzi e suo leale e capace Ministro. Io credo profondamente al valore dell’esperienza dei nostri Governi e ritengo che vada preservata e valorizzata con orgoglio, non certo cancellata. Siamo consapevoli anche degli errori compiuti e di quanto non abbiamo saputo fare: ma anche in quest’ottica credo che il progetto riformista non debba essere archiviato, ma anzi rilanciato.

Maurizio Martina, tra i candidati in pista, è quello maggiormente in grado di rilanciare il PD tenendolo unito, permettendo alle diverse anime del partito di offrire al Paese una proposta credibile, che sappia parlare all’elettorato di sinistra come a quello moderato, che sappia mettere il PD fianco a fianco alle persone che dobbiamo rappresentare.

La sua proposta è convincente sui temi economici e del lavoro, sulle politiche sociali e sulla tutela delle fasce deboli della popolazione, sulla crescita e sugli investimenti, sull’equità fiscale e la lotta all’evasione, sul ruolo dell’Europa e dell’Italia nello scenario internazionale, sulla necessità di operare sui temi della sicurezza come della coesione sociale.

La mozione di Maurizio Martina è netta nel definire il PD un partito ed una comunità alternativi al populismo del M5S e della Lega, due facce dello stesso problema. Le nostre attenzioni al lavoro, ai più deboli, alla crescita del Paese, allo sviluppo infrastrutturale sostenibile, al fisco, al rispetto delle persone in cerca di un mondo migliore, sono inconciliabili con le loro ricette demagogiche, di reddito di cittadinanza, di decrescita felice, di stop ad infrastrutture utili al Paese, ai loro condoni, al loro chiudere i porti e indiscriminato stop all’accoglienza. Siamo alternativi: e bisogna dirlo chiaro, senza infingimenti e senza ambiguità. Come ha fatto Maurizio Martina nella sua mozione.

Nicola Zingaretti appare troppo ambiguo su questo campo ed inoltre molti nella compagine che lo sostengono sono stati chiari nella volontà di voltare pagina rispetto al percorso condotto dal PD in questi anni. Credo sarebbe un errore enorme. Chi sostiene che il PD abbia perso le elezioni politiche a causa delle scelte compiute negli ultimi anni non compie un’analisi adeguata, onesta ed approfondita: le forze di sinistra e centrosinistra sono in crisi in tutto l’Occidente e in molti Paesi europei, anche di grandi dimensioni, hanno ottenuto risultati ben più modesti di quelli conseguiti in Italia; l’avanzata di forze populiste è tema che riguarda tutti i Paesi sviluppati e che non si lega a colpe o incapacità di questo o quel leader. Quando abbiamo governato lo abbiamo fatto con responsabilità e questo lo sappiamo; siamo al tempo stesso consapevoli che nella nostra azione di governo avremmo potuto fare di più, che avremmo potuto dare più peso ad alcune esigenze e istanze che ci venivano sollevate. Resta però che abbiamo governato l’Italia lasciandola meglio di come l’avevamo trovata. E lo dicono i numeri. Adesso è il momento di ripartire da quel lavoro e di fare ancora meglio, operando anche contro quel vento che spira forte contro razionalità, buon senso e responsabilità. Anche in questo, la mozione di Maurizio Martina conduce in apertura un’analisi condivisibile sui temi della globalizzazione e delle sue conseguenze.

Roberto Giachetti propone temi condivisibili e in parte ricompresi nella mozione Martina. Ma dividere le forze in campo potrebbe significare lasciare un vantaggio a chi immagina un partito totalmente diverso da quello al quale noi aspiriamo maggiormente. In politica ci si può anche impegnare per testimoniare una presenza ed un pensiero, ma quanto è in gioco in questo congresso è troppo importante e necessita di concentrare energie, sforzi e voti su chi rappresenta l’unica possibile alternativa al ritorno al passato, ad una dinamica da “ditta” che è asfittica e che non avrebbe possibilità di vedere espandere il consenso del PD, ma al contrario contrarlo ulteriormente e addirittura provocare nocive fratture.

È per queste ragioni che, in maniera molto razionale, ritengo che Maurizio Martina meriti il mio appoggio ed il mio sostegno: è l’unico candidato che ha chance per diventare segretario del PD con un progetto alternativo a chi guarda inutilmente in modo nostalgico al passato, con un progetto che non vuole chiudere la stagione dei Governi riformisti, ma anzi – con i dovuti aggiustamenti – rilanciarla, con un progetto che terrà unito il PD e lo riporti ad essere partito popolare ed aperto, capace di un impegno di forte opposizione oggi e di progetto per il domani, un partito capace di costruire una società pienamente generativa.

Compio questa scelta razionale consapevole del ritrovarmi insieme a tanti compagni di viaggio con i quali ho convintamente condiviso il percorso politico di questi anni e che come me vogliono dare ad esso continuità.

Per queste ragioni, darò il mio sostegno ed il mio voto a Maurizio Martina.

(Qui una sintesi della mozione Martina).

 

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Eugenio

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