Ad un anno dal terremoto che alle 3 e 32 del 6 aprile 2009 devastò L’Aquila e parte dell’Abruzzo, sono iniziate le commemorazioni e le iniziative per non dimenticare quella tragedia, le 308 vittime e le tante necessità dei sopravissuti e sfollati.
La volontà è quella di mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica su questa tragedia che resta ancora una ferita aperta, che sanguina. La risposta di solidarità degli italiani è stata alta, forte, sensibile: ma c’è ancora molto da fare ed è importante continuare a far sentire la propria vicinanza a quella terra, a quelle persone. Nonostante parte degli sfollati siano temporaneamente sistemati negli alloggi costruiti a tempo di record, moltissime sono ancora le famiglie che risiedono in alberghi o presso parenti ed amici. A nessuno è ancora chiaro quando si avvieranno i lavori di ricostruzione vera e propria, quando cioè la maggior parte delle famiglie potrà tornare nelle proprie case…
Ci sono responsabilità che ancora devono essere indagate e chiarite.
Per ora non possiamo far altro che stringerici ancora agli aquilani e far sentire loro il calore della nostra solidarietà.
Questa sera anche a casa nostra abbiamo acceso un cero per non dimenticare.
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