Urca! Povero Lambro, povero Po…

Dal sito di Pippo Civati, Consigliere regionale del PD , martedì, marzo 02, 2010:

Lambro: l’onda nera si poteva fermare

Comunicato stampa. Petrolio nel Lambro: la marea nera poteva essere fermata a Melegnano. Chi ha dato l’ordine di aprire la paratia? Comunicazione urgente a Formigoni di Civati e Monguzzi. «Il disastro poteva essere fermato a Melegnano, nel pomeriggio del 23 febbraio. Se non fosse stata abbassata la paratia mobile nel comune a sud di Milano, si sarebbe potuta bloccare in tutto o in gran parte la marea nera, fuoriuscita nella notte dello stesso giorno dalla Lombarda Petroli di Villasanta, che invece ha poi proseguito pressoché indisturbata la sua corsa lungo il Lambro e poi in un ampio tratto del Po». Lo dichiarano Giuseppe Civati e Carlo Monguzzi, Consiglieri regionali del PD che hanno rivolto una comunicazione urgente a Formigoni. «Il 23 febbraio, intorno alle 13, la marea nera era bloccata a Melegnano – spiegano i consiglieri regionali – grazie alla chiusura della paratia sul Lambro, in pieno centro cittadino. Sarebbe bastato concentrare l’azione della Protezione civile nazionale e degli operatori incaricati di aspirare le sostanze petrolifere presenti nel fiume per procedere alla quasi totale rimozione di petrolio e gasolio. Ma a un certo punto nel pomeriggio qualcuno ha dato l’ordine di aprire la paratia, facendo così proseguire gli inquinanti». «Chiediamo – aggiungono Civati e Monguzzi – chi abbia dato l’ordine di alzare la barriera e perché: il sindaco, il prefetto, il responsabile della Protezione civile? Chiediamo anche se qualcosa non abbia funzionato nel coordinamento degli interventi». «Nei giorni successivi al 23 febbraio – concludono gli esponenti del PD – il problema principale è stato quello di arginare con barriere mobili la marea nel tentativo di aspirarla. Ci chiediamo come mai quindi a Melegnano sia stata persa una formidabile occasione se non per risolvere completamente il problema almeno per ridurre drasticamente la quantità di idrocarburi presenti sulla superficie del fiume»

Eugenio

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