La forza della democrazia e le sberle

Nell’appello al voto che avevo pubblicato su questo blog avevo sostenuto come fosse necessario, per far crescere la democrazia nel nostro Paese, che ciascun cittadino si sentisse responsabile delle scelte che devono essere fatte;.

I risultati di ieri ci dicono che la democrazia italiana è ben fondata!

Se si pensa che il referendum sull’acqua pubblica è stato promosso da una rete di oltre 500 associazioni, si comprende pure come il valore di questi referendum rappresenti uno straordinario successo della società civile. Questo aspetto non può essere cancellato o messo in secondo piano, ed ogni valutazione politica non può prescindere da tale dato. Del resto, quando si avviò la raccolta delle firme, quasi nessun partito nazionale si adoperò per l’impresa. Ma in poche settimane vennero raccolte 1.500.000 di firme, il triplo di quanto la Costituzione prescrive! E – se ci pensiamo bene – fino a poco più di 2 settimane fa in TV non si è sentito parlare di referendum e neppure la carta stampata ha dedicato troppo spazio al tema. Ciò significa che la coscienza civile e politica degli italiani si è smossa con altri canali, che non sono quelli tradizionali del dibattito politico-mediatico. Ma significa anche che vi sono temi che producono una mobilitazione che va oltre le capacità delle forze organizzate del Paese.

Il voto di ieri ha messo bene in evidenza come gli italiani vogliono tenacemente tre cose: che il Paese investa maggiormente sulle energie rinnovabili e forme di energia più sicure del nucleare, che l’acqua sia considerata un bene comune e che si cessi con le leggi ad personam che tornando invece all’equilibrio dei poteri dello Stato sancito dalla Costituzione.

Il risultato è straordinario se si considera che erano 16 anni che i referendum non raggiungevano più il quorum di partecipazione prescritto (tranne nel caso del 2006 quando si votò un referendum costituzionale).

È ancor più sorprendente se si considera che – per tutti e 4 i quesiti – il risultato ottenuto dai “sì” rappresenta la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto: se anche tutti i cittadini che non si sono recati alle urne avessero votato “no”, i “sì” avrebbero vinto comunque. Il segnale è forte ed inequivocabile.

C’è chi ha parlato di ennesima sberla data al Governo e alla maggioranza che lo sostiene. Attenzione. Tradurre il voto referendario solo in un messaggio politico al Governo vorrebbe dire sminuire il messaggio stesso del voto, con il quale gli italiani hanno dato una precisa interpretazione di cosa si debba intendere, sugli specifici temi, per “bene comune”. Il messaggio che viene dai referendum è certamente politico ed è rivolto anche a chi sta al Governo. Ma la forza democratica e civile di questo voto (pur considerando anche quanto accaduto alle elezioni amministrative di 2 settimane fa) non può essere considerato come un “avviso di sfratto” a Berlusconi. Dentor quel voto c’è di più.

Come ha bene sostenuto il direttore di Avvenire Marco Tarquinio nel suo fondo di oggi, “la “macchina delle sberle” è alimentata da attese deluse e da una miscela di preoccupazioni e di esigenti indignazioni che hanno un bersaglio principale, ma non risparmiano nessuno e quasi pretendono interlocutori nuovi e credibili”. Non si può non registrare che c’è una vasta e crescente insofferenza per la qualità della politica attuale.

È necessario saper cogliere ed elaborare questo disagio offrendo una proposta politica credibile, messa nelle mani di uomini e donne credibili. Questa è la sfida politica che abbiamo davanti!

 

PS: per quanti non avessero ancora preso visione dei dati nazionali definitivi (con le ripartizioni per Regioi, Privincie, Comuni), si possono visionare qui; il dettaglio dei dati di Cernusco è qui sotto:

RISULTATI:

Referendum 1 (gestione servizi pubblici): SI 94,61% – NO 5,39%
Referendum 2 (tariffa servizio idrico): SI 95,16% – NO 4,84%
Referendum 3 (centrali energia nucleare) SI 92,89% – NO 7,11%
Referendum 4 (legittimo impedimento) SI 94,43% – NO 5,57%

AFFLUENZA:

Referendum 1 (gestione servizi pubblici): 60,54%
Referendum 2 (tariffa servizio idrico): 60,56%
Referendum 3 (centrali energia nucleare): 60,52%
Referendum 4 (legittimo impedimento): 60,52%

Eugenio

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