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Voterò NO al referendum sulla riforma costituzione che taglia i parlamentari

Voterò NO al referendum sulla riforma costituzione che taglia i parlamentari.

Qui sotto spiego il perché.

Uno dei mali che attanaglia la nostra società – e quindi anche la politica – è la semplificazione, che distorce la realtà, impedendo di comprenderne dimensioni, natura e funzionamento. Io sono per la complessità, che solo quando viene colta aiuta a comprendere la realtà.

Quindi vai avanti a leggere solo se hai voglia di capire e usare la testa, non la pancia.

Il 20 e 21 settembre saremo chiamati ad esprimerci in un referendum costituzionale (senza quorum) con il quale si chiede agli elettori se vogliono confermare e approvare definitivamente la Legge Costituzionale concernente “Modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” approvata dal Parlamento:

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Referendum per l’autonomia in Lombardia: un risultato che esige più responsabilità

I risultati del referendum per l’autonomia in Lombardia (ancorché non definitivi alle ore 11.00 di lunedì 23 ottobre, nonostante il voto elettronico…) ci consegnano alcuni importanti messaggi, validi per la politica lombarda e nazionale.

Bisogna farsi carico della volontà di maggiore autonomia espressa dai lombardi. Il risultato non va sminuito né dileggiato: in quel risultato ci sono i voti non solo dei leghisti e del centrodestra, ma anche degli elettori, dei Sindaci e degli Amministratori del PD che hanno voluto – come Giorgio Gori – sostenere le ragioni del sì, ci sono i voti di elettori M5S, ci sono i voti di parte del civismo

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Le mie ragioni per il Sì al Referendum

Da oltre trent’anni in Italia si sta cercando di portare dei cambiamenti migliorativi alla Costituzione, senza che però mai si sia giunti in fondo. Per la prima volta il Parlamento è stato in grado di votare – pur se con diverse mediazioni – una importante riforma “manutentiva” della seconda parte della Costituzione, quella che regola il funzionamento delle istituzioni dello Stato. La riforma non tocca nulla della prima parte della Costituzione, quella che definisce i principi fondamentali su cui si regge la nostra Repubblica e i diritti e i doveri dei cittadini (è questa prima parte che ha fatto definire la nostra Carta fondamentale “la Costituzione più bella

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Aperitivo referendario per parlare del sì

Faccio una proposta.

Tra un mese esatto si voterà per il referendum costituzionale: gli italiani saranno chiamati a dire sì o no al quesito relativo alle modifiche apportate alla Costituzione.

Tutti i sondaggi dicono che la partita è ancora aperta, per via della presenza di un cospicuo numero di cittadini elettori – giovani e meno giovani – che dicono di essere ancora indecisi se andare a votare e cosa votare.

Mi rivolgo in modo particolare a loro, a quanti non hanno ancora deciso come schierarsi: mi rendo disponibile per incontri mirati nei quali poter approfondire i contenuti del referendum e tentare di convincere chi è ancora incerto.

Girano tante considerazioni

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Referendum “trivelle”: perche’ votero’ No

Il referendum abrogativo che si terrà domenica 17 aprile è proposto da 9 regioni italiane (Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto) e propone di abrogare (unicamente) il comma 17 dell’art.6 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n.152, comma che prevede l’estensione della concessione – a chi già ne possiede una – per estrarre idrocarburi entro le 12 miglia dalla costa italiana fino all’esaurimento del giacimento. La norma che il referendum vuole abrogare, dunque, consente a chi già possiede una concessione di poter sfruttare il giacimento di gas o petrolio oltre la scadenza del contratto, fino all’esaurimento del giacimento stesso.

Votando Sì al referendum si abroga quel comma e

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Sì al referendum contro l’attuale legge elettorale

Do il mio sostegno e la mia firma al referendum contro la legge elettorale Calderoli (cosiddetto “porcellum”) che non consente di scegliere i rappresentanti del Parlamento ma di lasciare che questi siano designati dalle segreterie dei partiti. Ciò ha allontanato ancora di più l’eletto dall’elettore, perché spesso sui territori abbiamo trovato candidati che nulla avevano a che fare con la vita delle nostre comunità. Il referendum da solo non risolverebbe tutti i problemi: se si tornasse – per effetto del voto referendario – al sistema elettorale precedente (cosiddetto “Mattarellum”) ritengo necessario introdurre obbligatorie primarie per la scelta dei candidati nei collegi elettorali.

In attesa di una raccolta firme in piazza anche nella nostra città si può firmare a favore del referendum presso la segreteria comunale a Villa Greppi.

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La forza della democrazia e le sberle

Nell’appello al voto che avevo pubblicato su questo blog avevo sostenuto come fosse necessario, per far crescere la democrazia nel nostro Paese, che ciascun cittadino si sentisse responsabile delle scelte che devono essere fatte;.

I risultati di ieri ci dicono che la democrazia italiana è ben fondata!

Se si pensa che il referendum sull’acqua pubblica è stato promosso da una rete di oltre 500 associazioni, si comprende pure come il valore di questi referendum rappresenti uno straordinario successo della società civile. Questo aspetto non può essere cancellato o messo in secondo piano, ed ogni valutazione politica non può prescindere da tale dato. Del resto,

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Appello al voto

Al termine della campagna referendaria 2011, voglio invitare tutti a prendere seriamente in considerazione la partecipazione al voto che domenica 12 e lunedì 13 giugno chiama ciascun cittadino ad esprimere il proprio parere in merito ai quesiti referendari.

In questi giorni c’è stato chi ha sostenuto che “non partecipare al voto è un diritto”: ciascuno è libero di fare le proprie scelte, ma è doveroso precisare che il “non voto” non è un diritto, bensì una libertà offerta dal “diritto al voto”. Non si tratta di sfumature – né linguistiche né di sostanza – ma di un diverso approccio alla democrazia.

È necessario, in una sana democrazia, che ciascun cittadino si senta responsabile delle scelte che devono essere fatte: un’alta partecipazione dei cittadini ad ogni consultazione – elettorale o referendaria – è

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Referendum 12-13 giugno: l’importanza del voto

Il 12 e 13 giugno si terranno i 4 referendum che propongono di abrogare una serie di norme nazionali in tema di acqua pubblica (2 schede con 2 quesiti diversi), energia nucleare (1 scheda) e legittimo impedimento (1 scheda). È importante promuovere la partecipazione al voto dei cittadini, invitandoli a esprimere la propria volontà, in quanto se non sarà raggiunta la partecipazione del 50% più uno degli eventi diritto, i referendum saranno nulli, a prescindere dal risultato espresso da chi alle urne ci è andato.

I referendum sull’acqua e sul nucleare, in modo particolare, ci riguardano tutti, poiché le scelte ricadono direttamente sui

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E ora: referendum!

Ehi ragassi, non abbiamo mica finito di smacchiare il leopardo! C’abbiamo da occuparci dei referendum adesso. Dai che in vacanza ci andiamo dopo: al lavoro! Siam mica qui a pettinare le bambole noi…

Domani la Corte di Cassazione deciderà se – a seguito del Decreto del Governo, convertito in Legge, che modifica le norme sul nucleare – il quesito sul nucleare stesso sia ancora ammissibile; incrociamo le dita…

Ma noi il 12-13 giugno si va a votare lo stesso! Su acqua e legittimo impedimento abbiamo le idee chiare. Pure sul nucleare, chiaramente; Cassazione permettendo.

Quindi: tutti a votare “Sì” ai referendum!

Mancano pochi giorni. Passaparola

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