Spending review (2)

Nelle scuole primarie (le vecchie “elementari”) il tempo-mensa è considerato un momento didattico, quindi presidiato da insegnati. Che hanno un costo orario superiore a quello degli educatori professionali dipendenti di cooperative sociali (il costo di 2 insegnati è pari circa a quello di 5 educatori).

Se il tempo-mensa non venisse più considerato un momento didattico e venisse quindi presidiato da educatori professionali si risparmierebbero le risorse necessarie per garantire il presidio del tempo pieno (da parte degli insegnanti) che oggi – purtroppo – non copre tutte le domande poiché mancano le risorse…

Più servizi (e più lavoro) con spesa inalterata.

 

Eugenio

7 Comments

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  • Nella speranza di avere a che fare con Educatori Professionali non isterici come tante mamme dai miliardi di No, l’idea è ottima ! ( perché non averci pensato prima ! forse è valida l’antica saggezza : la necessità aguzza l’ingegno)

    Antonio F. Sarmi 11 anni ago Reply


  • Visto quello che è successo ancora una volta con la spending review, ci sarebbe seriamente da domandarsi che ci stanno a fare i partiti che sostengono questo governo quando sono regolarmente chiamati a certificare ciò che altri hanno già deciso. In fondo non è stato un attentato alla democrazia quello di aver varato un governo non eletto dal popolo, ma stiamo assistendo ad una serie continua di attentati ogni volta che per decreto passano nuove leggi senza alcuna concertazione con le parti sociali e senza alcuna capacità tecnica di mettere a fuoco la profondità dei problemi affrontati.

    massimo 11 anni ago Reply


    • Hai ragione da vendere, ma al grido di “ce lo chiede l’Europa” ormai siamo disposti a sopportare di tutto.
      Ora, andrebbe chiarita una cosa: non c’è nessuna Europa che ci chiede qualcosa, ce lo chiede al massimo la BCE, ce lo chiede l’euro, rigorosamente con la minuscola.
      Una proposta politica seria, in questo momento, non può che partire da una riflessione sul rapporto costi/benefici che son derivati dalla nostra permanenza in questo regime di rigidità di cambio con alcune alltre nazioni europee.
      Una riflessione seria però, non basata su beceri slogan tipo: “fuori dall’euro c’è la guerra”, smentiti dalla realtà dei fatti (l’UK o la Polonia sono in guerra???).

      Ugo 11 anni ago Reply


      • La BCE non ci chiede proprio nulla, anzi siamo noi che dovremmo chiedere alla BCE di fare veramente da Banca Centrale per l’Eurozona (alla Germania piacendo).
        Abbiamo proprio visto recentemente che è bastata una dichiarazione in tal senso della BCE (con beneplacito della Merkel) per far scendere il famigerato spread molto di più di quanto non abbia saputo fare il Governo Monti in tutti questi mesi, nel tentativo riuscito di sarificare lo sviluppo e l’occupazione sull’altare del bilancio.
        La riflessione seria è se non si sarebbe potuto fare tutto molto meglio, con più flessibiltà, meno rigore forsennato, portando ad avere dei conti sani senza strangolare lavoro e sviluppo. Penso proprio di si e penso che senza i vincoli dell’Eurozona (pardon della Germania) ce l’avremmo fatta benissimo. Come sempre…

        massimo 11 anni ago


  • Sono d’accordo sul ragionamento riguardo il rigore forsennato, ma mi pare che l’analisi sia incompleta, e che comunque contenga un errore.
    “La BCE non chiede proprio nulla”… ma come? L’aiuto agli stati (acquisto di titoli sul secondario) è sempre subordinato a dei memorandum, più o meno rigidi. Quindi la BCE chiede eccome, e le famose “riforme strutturali” dovremmo ormai aver capito in cosa consistono: licenziamento dipendenti statali, stretta sulle pensioni, aumento di tasse e imposte per il “risanamento”…
    Per completare l’analisi: al di là delle richieste BCE, mi pare ovvio che, in ogni caso, abbiamo in Italia un problema di competitività delle imprese, che si riflette anzitutto nei rapporti commerciali coi partner dell’eurozona.
    Una volta, quando questo accadeva, la lira si deprezzava sul mercato delle valute e l’equilibrio era recuperato. Oggi, visto che non si può, la competitività si recupera in un solo modo: tagliando il salario dei lavoratori. A meno che si possa ridurre il cuneo fiscale, ma a tutto vantaggio delle imprese, non dei lavoratori. Mi pare in ogni caso che una riduzione delle tasse sia fuori da qualsiasi ipotesi, attualmente.
    Qualcuno (possibilmente Renzi e chi sta con lui) dovrebbe chiarirmi come intende risolvere questo problema, perchè è IL problema e non permette la nostra ripresa, che infatti “sarà nel 2013”. Quando, tanto per dire, l’IVA è prevista aumentare al 23%. Immagino già l’impennata di consumi (che si stanno contraendo come neanche fossimo reduci da una guerra mondiale).

    Ugo 11 anni ago Reply


    • Per ciò che riguarda la BCE, non è lei che chiede particolari condizioni ma è la Germania a definire le griglie di intervento della Banca Centrale nonostante il fatto, in teoria, dovrebbe essere autonoma (non la Germania ma la BCE). Senza un OK tedesco, la BCE non fa nulla.
      Sulla questione della competitività, pesa indubbiamente il costo del denaro (oltre che l’accesso al finanziamento, vista la spirale recessiva in cui siamo finiti, proprio grazie al forsennato rigore di Monti e dei suoi). Basta andare a vedere quanto paga alla sua banca un’azienda tedesca per finanziarsi (e fare investimenti) e confrontarlo con quello che paga un’azienda italiana. Non ci sarà mai competizione.
      Va ricordato, inoltre, che per recuperare competitività (senza licenziare a frotte) bisogna investire e normalmente questo si fa anche chiedendo credito al sistema creditizio. In Italia, nonostante le banche siano state sommerse da liquidità da parte della BCE (ancora lei) a tassi ridicoli, queste hanno pensato bene di usare quel denaro non per finanziare la ripresa ma per ricomprarsi titoli subordinati di propria emissione (ben sotto la pari e quindi facendo utili) o depositandoli presso la stessa BCE lucrando sul tasso di interesse. Forse la BCE non sapeva di questo giochino quando ha inondato il mercato di liquidità la seconda volta? Ma una banca centrale è un’altra cosa. Basta vedere cosa ha fatto in questi giorni la FED e ce ne rendiamo conto.
      Il lavoro di Monti è del tutto inutile (oltre che odioso visto che va a colpire sempre e solo i soliti noti, come tutti i suoi predecessori) se ad agire contro la speculazione non si ha il braccio armato di una banca centrale (vera).

      massimo 11 anni ago Reply


  • Sulla BCE ancora una volta hai ragione, ma non mi sembra una cosa molto “democratica” che la BCE sia “indipendente” da tutti salvo che dalla Germania.
    Condivido in toto l’analisi sul comportamento truffaldino delle banche, che d’altra parte han fatto quanto ci si sarebbe dovuto aspettare facessero in queste condizioni.
    Per ripristinare un pò di equità dovrebbero quasi azzerarsi gli spread, ma per far questo occorrerebbe 1) che il famoso “bazooka” di Draghi fosse tale in pratica, non solo sulla carta, 2) come dice Krugman, economista nobel e riferimento per i democratici in America, che la Germania iniziasse una politica interna espansiva facendo crescere la domanda interna e recuperando quell’inflazione che è rimansta troppo bassa in Germania negli ultimi 10 anni rispetto agli altri partner europei.
    Il problema però è che tutto dipende dalla Germania, la quale non mi pare molto vogliosa di collaborare.

    Ugo 11 anni ago Reply


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