La Sindaca Laura Prati commemorata in Consiglio comunale a Cernusco

Il Consiglio comunale di Cernusco sul Naviglio, nella seduta del 29 luglio, ha ricordato con un minuto di silenzio la Sindaca di Cardano al Campo Laura Prati, ferita il 2 luglio e morta il 23 luglio scorso.

Qui di seguito il mio intervento (ed una riflessione) per commemorare la sua figura ed il suo impegno civile e politico:

 

 

 

 

 

 

In questa commemorazione non c’è bisogno di ricordare come si sono svolti i tragici fatti – ormai noti – che il 2 luglio scorso hanno visto cadere feriti la sindaca di Cardano al Campo, Laura Prati, 49 anni, e il suo vice Costantino Iametti, 77 anni, per mano di Giuseppe Pegoraro, 61 anni, agente della Polizia Locale di quel Comune sospeso per sei mesi dal servizio a seguito di una condanna di primo grado per truffa e peculato, insieme ad altri quattro colleghi.

La Sindaca Prati è stata subito soccorsa ed operata d’urgenza già nella giornata del 2 luglio; il 9 luglio successivo è stata trasferita a Varese, per un intervento collaterale, e poi sono subentrate complicanze con una emorragia intracranica, che ha poi portato al decesso il 23 luglio scorso.

Laura Prati, oltre ad essere la Sindaca di Cardano al Campo ed una dirigente politica del Partito Democratico, era innanzitutto una giovane donna, una moglie, una madre.

Una donna che per indole e per passione ha sempre dedicato parte del suo tempo e della sua vita agli altri.

Un’amministratrice locale capace e competente, con un altissimo senso delle istituzioni e dello Stato, esempio di costanza e impegno nel lavoro per la res publica.

Una donna ed un’amministratrice rispettosa della legge, causa del suo ferimento che ha portato al prematuro decesso. Laura Prati è morta perché ha fatto il suo dovere.

Mi verrebbe da dire che siamo di fronte ad una “morte bianca”, ad uno dei tristemente ancora numerosi casi di morti sul lavoro; perché è proprio per la sua correttezza e il suo rispetto delle norme e della legge, nello svolgimento delle sue funzioni, che è stata ingiustamente colpita.

Come ha ben ricordato nella commemorazione avvenuta alla Camera dei Deputati l’on. Daniele Marantelli – amico personale della Sindaca Laura Prati – i punti fermi dell’attività politica della giovane Amministratrice sono sempre stati “moralità, competenza, tenacia, passione, radici popolari” e i valori in cui credeva “la libertà, il lavoro, l’uguaglianza, la solidarietà, i diritti delle donne”. Su questi temi si è impegnata con passione e convinzione, per oltre 10 anni come Assessore e vice Sindaco, ottenendo poi il consenso della propria comunità che nel 2012 l’ha eletta “prima cittadina”. Nel suo servizio “non temeva il conflitto politico e sociale, ma aveva un grande rispetto per le idee diverse dalle sue e il suo linguaggio misurato dovrebbe essere un esempio per tanti professionisti della politica, dell’informazione e della cultura. È stata un esempio di buona politica che – sono sempre parole dell’on. Marantelli – “spero aiuti ciascuno di noi ad essere una persona migliore.

Un pensiero commosso e riconoscente va anche ai familiari di Laura Prati, il marito Giuseppe Poliseno e i figli Massimo e Alessia; i nostri cari vivono un grande sacrificio nello starci accanto e nel consentirci di svolgere le funzioni per le quali siamo stati eletti: non timbriamo il cartellino e siamo a disposizione sempre, anche fuori dal palazzo comunale, anche di sera, anche in vacanza, anche quando la tua famiglia ti vorrebbe solo per sé. Chi ci è vicino e ci sostiene con il proprio affetto di coniuge, di figlio, di genitore, comprende bene il servizio che svolgiamo per le nostre comunità e si fa in qualche modo carico di una parte del peso che noi portiamo. La famiglia di Laura Prati paga un prezzo altissimo a questa disponibilità.

Come ha ricordato il Presidente di ANCI nazionale e Sindaco di Torino, Piero Fassimo, commemorando Laura Prati “i Sindaci sono punto di tenuta democratica del Paese, sono la figura politico-istituzionale che ancora tiene perché sono conosciuti e riconosciuti, con un rapporto forte, di identificazione, che spesso, quando si va a votare, raccolgono voti sulla base della fiducia personale, dell’affidabilità e credibilità personali, al di là delle appartenenze politiche”. I Sindaci sono le persone che per prime rappresentano le istituzioni davanti ai cittadini; i primi ai quali si rivolgono quando c’è qualcosa che non va nel rapporto con lo Stato, anche quando non è competenza del Comune.

E Laura Prati lo sapeva bene, ascoltando quanti hanno perso l’occupazione, la casa, quanti hanno un pesante disagio familiare da gestire, quanti sono sull’orlo della disperazione a causa della crisi; e tentando di dare loro risposte, con passione ma – come per tutti i primi cittadini – con mezzi sempre più esigui. Un impegno ordinario che diventa straordinario se si guardasse al tempo, alle energie, alle sofferenze che esso porta con sé. Credetemi: non ci sono solo onori nel portare la fascia tricolore; oneri e preoccupazioni occupano una cospicua parte di quella che comunque resta un’esperienza straordinaria, per chi ama davvero la propria città e la propria gente. Del resto un servizio che non comporti sacrifici non sarebbe tale, come anche la parola stessa rievoca.

Lo Stato ha però il dovere di creare le condizioni perché chi serve i cittadini ed il Paese lo possa fare in serenità, non preoccupandosi della propria vita o di quella dei propri familiari. Se la politica è un servizio non può richiedere un prezzo così alto come il sacrificio della propria vita!

Ci sarebbe ancora molto da dire, sulla tolleranza, sul rispetto delle leggi e delle norme, sul senso civico, sull’uso delle parole – prima ancora che della violenza fisica – ma sono certo che la vicenda di Laura Prati muova in ciascuno di noi riflessioni che meritano di decantare, farsi azione, proposta, nuovo servizio.

Non nascondo che questa drammatica e assurda vicenda mi ha angosciato e interrogato: essere in balia di un folle è un rischio che chi indossa la fascia di primo cittadino corre ogni giorno, in rapporto alla funzione che si volge e alle decisioni che si prendono, nel rispetto della legge e delle norme. C’è chi pretende risposte, ma in verità attende che si risponda ciò che lui vorrebbe, non come la giustizia impone: questo spazio che si genera tra la risposta attesa e la risposta data è l’ambito dove maturano i rancori, le critiche, addirittura le vendette.

C’è da riflettere a lungo sui risvolti umani di questa vicenda.

Laura Prati – ne sono certo – ci aiuterà a maturare una riflessione più approfondita sulle tante storture che avvolgono l’impegno dei primi cittadini e di quanti sono a servizio dell’amministrazione pubblica: come un seme che muore porta nuovo frutto, anche la tragica vicenda della Sindaca Laura Prati ci deve aiutare a far crescere la coscienza civile del Paese, a cambiare lo sguardo con il quale si osserva l’impegno di chi serve le comunità, i territori, il Paese, ad avere maggiore rispetto della legge e delle norme.

Eugenio

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