IV Novembre: ritrovo, memoria e consapevolezza del valore della cooperazione tra le nazioni

Questa mattina ho partecipato nella mia città alle celebrazioni per il IV Novembre, Giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate e quest’anno centenerio della fine della Prima Guerra Mondiale.

Qui di seguito le parole del mio intervento.

Sono orgoglioso di poter partecipare alle celebrazioni odierne nella mia città nella veste che ricopro in Senato, accanto alle istituzioni che la rappresentano: ringrazio e saluto il Sindaco Ermanno Zacchetti e le autorità civili, militari e religiose presenti.

Oggi ricordiamo il centenario della fine della Grande Guerra e con esso celebriamo il Giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate.

Dopo le parole emozionanti e dense di significato pronunciate dal Sindaco, mi unisco al ricordo commosso per tutti i caduti in guerra, consapevole di come moltissime famiglie abbiano vissuto e tramandato nella memoria dei propri discendenti il dolore ed il trauma per le vicende belliche. Anche la mia famiglia venne colpita dai lutti di guerra: Ernesto Andreoni, classe 1895, fratello del mio nonno materno Carlo, morì in battaglia a San Michele del Carso nel 1916 e venne sepolto nel sacrario militare di Redipuglia.

La commemorazione del 4 Novembre è da sempre occasione di ritrovo e memoria.

Ritrovo per condividere insieme i valori che tengono unito e danno identità al nostro Paese, anche in un tempo dove non appare immediato mettere in comune visioni e letture della realtà.

Memoria per tributare il doveroso omaggio a quanti, con il sacrificio della loro vita, hanno permesso a noi di vivere in un Paese libero e forte, nel quale le guerre sono ricordo doloroso e lontano.

Cento anni fa le potenze europee si scontrarono per difendere interessi contrapposti. Oggi, grazie alla nascita di ciò che oggi è l’Unione Europea, pur con la fatica che le decisioni comuni impongono di attraversare, i Paesi europei hanno saputo fare sintesi dei rispettivi interessi ed hanno saputo sviluppare libertà ed opportunità per i propri cittadini: pace e collaborazione hanno permesso di far crescere economicamente, civilmente, culturalmente, tecnologicamente le nostre nazioni. E tutti ne abbiamo avuto e ne abbiamo beneficio.

 

Le collaborazioni e le condivisioni di diversa natura tra innumerevoli cittadini delle diverse nazioni – prima ancora che tra i governanti dei diversi Stati – hanno prodotto un tessuto connettivo inseparabile. Cosa impensabile un secolo fa.

Come sostiene quest’oggi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella sua intervista al Corriere della Sera, a volte questa interdipendenza “appare a taluno come un vincolo, e questo determina reazioni. Per questo, di fronte a una crisi, a un’insufficiente capacità di governo dei processi globali, si cerca nel focolare domestico la protezione dagli effetti dell’interdipendenza. Ma nessuno Stato, da solo, può affrontare la nuova dimensione sempre più globale. Ne uscirebbe emarginato e perdente. Soprattutto i giovani lo hanno compreso. Sono cresciute giovani generazioni che si sentono italiane ed europee e lo stesso è avvenuto in ogni Paese dell’Unione e questo rappresenta il più forte antidoto ad antistorici passi indietro”.

Le celebrazioni dello storico anniversario dell’armistizio che pose fine alla Prima Guerra Mondiale, oltre ad essere doverosa occasione di ricordo per tutti i morti di quella immane tragedia, sia anche occasione per riflettere sul positivo e virtuoso percorso che l’Italia – insieme a molte nazioni – ha condotto da che la stagione delle guerre e delle contrapposizioni è stata chiusa. Il sangue versato per l’Italia ha permesso di irrigare il campo della consapevolezza e che da soli non si esce dai problemi e dalle contrapposizioni. Questa coscienza è oggi più forte nei cittadini italiani ed europei più di quanto non lo fosse in quelli di un secolo addietro, per i quali era impensabile un mondo dove confini e divisioni potevano essere superati grazie al dialogo e alla cooperazione.

La Pace e lo Sviluppo nascono da questa consapevolezza. E i tempi cupi che pure viviamo non possono eroderla, perché nelle coscienze dei cittadini è più forte di quanto appaia.

Viva l’Italia!

Viva l’Italia in pace!

 

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Eugenio

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