Cosa ci dicono i risultati delle elezioni europee ed amministrative

La vittoria della Lega alle europee di domencia 26 maggio è netta e distribuita su tutto il territorio nazionale. È l’unico partito che guadagna voti in termini assoluti (e considerevolmente) rispetto alle elezioni politiche del 2018. Una serie di numeri – che utilizzerò in un successivo post più dettagliato, che posterò appena possibile – ci dicono che l’offerta politica proposta dalla Lega non ha trovato rivali.

Neppure il PD è stato capace di rappresentare una reale e credibile alternativa, se non in alcuni territori e in alcune realtà ben definite. Il nostro risultato – pur essendo stati capaci di azzerare le litigiosità interne, che in altri periodi invece sono state deleterie – purtroppo non evidenzia condizioni diverse da quelle già note e soprattutto l’aritmetica elettorale non permette di intravedere possibili vincenti soluzioni alternative.

Il successo della Lega, però, non è imperante e travolgete: gli elettori sono molto attenti alle proprie scelte (anche se non sempre chi fa politica le gradisce…). La Lega – e il centrodestra – non fa il bis nei Comuni. I risultati che sono giunti dalle stesse città nelle quale domenica si è anche votato per il Sindaco e nelle quali la Lega e le forze di centrodestra trionfavano nelle europee, ci danno un riscontro profondamente diverso: molti successi al primo turno per i Sindaci PD e diversi ballottaggi con i nostri candidati in testa. L’unica conferma è la caduta del M5S, che non arriva neppure al ballottaggio in città per loro simbolo come Livorno, dove governavano.

Gli elettori sono gli stessi. Significa che le persone fanno scelte differenziate a seconda delle proposte politiche e di chi le incarna: molti cittadini (tra i tantissimi che esercitano un voto libero e sempre più mutevole), che evidentemente non sono affatto soddisfatti della proposta politica nazionale del PD e della nostra narrazione, sanno invece riconoscere il valore e le capacità di molti Amministratori locali, anche in città importanti come Firenze, Bari, Bergamo, ecc., dove i nostri candidati vincono al primo turno (anche se ieri alle europee il PD in quelle stesse città era sconfitto o non brillava). Gli elettori sanno premiare la buona politica che le nostre leadership locali sanno esprimere.

Questi dati dicono che la proposta politica e le leadership che sul piano nazionale oggi possiamo offrire come PD, non entusiasmano nessuno oltre allo zoccolo duro (che continua ad essere eroso, avendo ieri perso altri voti in termini assoluti).

Ancora una volta l’elettorato che determina vittorie o sconfitte è quello mobile, pragmatico, che guarda a tutti coloro i quali sappiano offrire risposte credibili. Elettori, prima che fedeli di chiese e confessioni che non esistono più. In questo bacino elettorale sempre più ampio c’è uno spazio di azione politica enorme: mi auguro che il PD nazionale lo comprenda quanto prima e sappia porre in essere scelte politiche che conquistino quell’elettorato, anche attraverso leadership adeguate e riconosciute come tali dell’elettorato.

 

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Eugenio

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