Perche voto Matteo Renzi? Chiederselo oggi, alla vigilia del voto delle primarie di centrosinistra, per chi è stato in prima linea nella campagna a suo sostegno, può sembrare inutile… E per chi dovrei votare, dopo tutto quello che ho fatto?… Mi è stato però insegnato che dare ragione delle proprie scelte è sempre importante, e forse lo è prima di tutto per sé stessi che per gli altri, per non rischiare di rimanere prigionieri degli eventi. E allora ecco qualche parola sul perché voto Matteo Renzi.
Queste primarie sono state e sono un formidabile momento di crescita democratica e ciò non sarebbe stato possibile se il segretario del PD avesse ceduto a quanti gli suggerivano di lasciar perdere, che ci saremmo fatti del male, che non valeva la pena raccogliere la sfida di un impertinente, che oramai non gliene frega più a nessuno delle primarie…
E se Bersani ha detto sì alle primarie allargate ad altri esponenti del PD è perché Matteo Renzi ha insistito nel ricordare a tutti che la voglia di partecipazione democratica è nel DNA del nostro Partito e non può essere svilita. Già questa determinazione sulla democraticità è cosa che mi piace.
Cosa mi convince di più del progetto e del programma di Matteo Renzi? La proposta e la scommessa di Matteo si basano essenzialmente su un aspetto che è forse la maggiore e migliore caratterizzazione della sinistra: la fiducia nel dato comunitario, nel fatto che non ce la si cava da soli ma insieme, che la politica “è sortirne insieme” (come diceva don Milani). Matteo Renzi non ha fatto altro che dare voce ai cittadini dando loro fiducia, ha saputo riconoscere le buone pratiche attuate grazie ad iniziative e capacità personali di cittadini ed amministratori locali, ha fatto da megafono a quella vasta porzione di cittadini che sanno bene cosa sia il bene comune, che lo voglio vedere ricercato e valorizzato, senza che vi siano soloni che debbano indicare la strada, senza che vi siano dirigenti che tracciano il solco a prescindere. Tutto ciò è ben condensato nello slogan della campagna “Viva l’Italia viva!”.
Dentro la sua proposta di Governo del Paese si ritrovano in maniera autentica i temi della solidarietà, dell’uguaglianza intesa come pari opportunità di partenza, della sussidiarietà, dell’autonomia delle realtà locali, della responsabilità per l’impegno personale, dell’importanza della cultura e dell’ineluttabilità dell’impegno a favore dell’ambiente. Ci troviamo un’idea di sinistra in senso stretto ma anche profondamente rinnovata ed innovativa.
Matteo Renzi è tornato a parlare di quel bel progetto di Partito Democratico che venne partorito nel 2007 al Lingotto, quando si parlò di partito inclusivo, aperto, liquido e partito a vocazione maggioritaria: un’ambizione presto persa per strada, segno di paura per un progetto così grande ma avvincente, segno di conservatorismo e predilezione verso meccanismi che garantiscono rendite di posizione e non certo il rischio di un’impresa. Ma il conservatorismo e la paura, a mio avviso, sono proprio antitetici ai valori della sinistra.
Nella scelta di votare per Matteo Renzi vi sono poi questioni legate ad un sano realismo, che – ancora una volta – solo la paura di intraprendere una strada nuova possono celare.
Mi si deve infatti spiegare perché dovremmo affidarci nuovamente a chi – sposando il progetto del gruppo “compromesso storico forever” – non è stato in grado in questi anni di fare una legge sul conflitto di interessi, di dare concreta attuazione all’allargamento dei diritti, di volgere lo sguardo sui lavoratori atipici oggi in condizioni ben peggiori di quelli tradizionali, di compiere scelte concrete sulla riduzione dei costi della politica, di avere un po’ di chiarezza circa le alleanze. Perché fidarsi di chi ha gestito l’abbandono di un progetto politico di grande ambizione e respiro quale era il PD nella sua forma originaria?
Il PD dovrebbe erigere un monumento a quelle migliaia e migliaia e migliaia di elettori che gli hanno comunque dato il voto nelle diverse competizioni elettorali succedutesi in questi anni, poiché in molti hanno ed abbiamo espresso il voto per senso di appartenenza, non già per pieno convincimento o per soddisfazione, visto l’abbandono della strada intrapresa al Lingotto.
Matteo Renzi ha oggi la concreta possibilità di portare nuovi elettori a votare per il PD.
Qual è l’obiettivo del PD? Convertire tutti i cittadini-elettori alla sinistra o fare politiche di sinistra per i cittadini-elettori? Io credo – ovviamente – che l’ambizione debba essere la seconda, e per poterla realizzare deve essere serenamente intercettato anche il voto di elettori che di sinistra non sono mai sentiti, ma ai quali potrebbero piacere politiche di sinistra, di una sinistra rinnovata. Intendiamoci: questi elettori che non si sono mai sentiti di sinistra sono tali perché non hanno mai condiviso linguaggio e ricette formato classico, non hanno mai voluto il bollino in fronte; ma, guardandosi in giro per il mondo, il lessico e le proposte della sinistra sono anche qualcosa di diverso da ciò che siamo stati in grado di rappresentare in questi anni in Italia, sempre – salvo qualche rara eccezione – improntate ad una vision socialdemocraticheggiante. E si trovano così elettori disponibili a sposare tesi nuove. Bisogna però che qualcuno gliele proponga, le sostenga, le veicoli. E Matteo Renzi lo ha fatto.
Superiamo la sindrome per la quale aver votato un partito implica essergli fedele sempre: il partito non è né la moglie né la squadra del cuore. Non è soprattutto la seconda, visto che in Italia si è più fedeli al team calcistico che al proprio partner… A me non fa né schifo né paura pensare che il PD possa essere votato da chi, ieri, ha dato il proprio voto a Berlusconi, Bossi, Casini, Grillo ed oggi sarebbe disponibile a sostenere un progetto di sinistra, un progetto di modernità, un progetto riformista, un progetto di cambiamento. Un progetto del Partito Democratico.
Se quanti in questi mesi (anni) hanno criticato Matto Renzi “per partito preso”, utilizzando luoghi comuni (“è di destra”, “è un arrivista”, “ma chi si crede di essere”, “è peggio di Berlusconi”, “non può andare in Europa a parlare con la Merkel”…), avessero la disponibilità data dall’onestà intellettuale di andare a leggersi le proposte, a studiare cosa implichino e cosa comportino, a verificare gli approfondimenti, a confrontare contenuti e numeri, a leggere analisi approfondite, forse – forse… – si smetterebbe di fare demagogia (salvo accusare Matteo Renzi e si suoi sostenitori di essere i veri demagoghi).
Diciamocelo, senza paure e senza timori che qualcuno si offenda: c’è una parte di noi, del nostro Partito Democratico, che è profondamente conservatore, che non riesce a staccarsi dalle “idee madri” del passato, che non sa rinunciare a certe vuote parole d’ordine, che ha i piedi (ma forse anche il corpo e la testa) affogati in una melma ideologica che ormai da almeno una quindicina d’anni non ha più nulla da dire. C’è chi guarda ostinatamente al passato e chi coraggiosamente volge lo sguardo al futuro: questa è una delle più marcate differenze tra Matteo Renzi ed altri candidati alle primarie.
Voto Matteo Renzi perché il suo è un progetto che rinnoverebbe l’Italia ma rinnoverebbe anche il PD e la politica italiana. E io ci tengo proprio che Paese, partito e politica possano davvero cambiare!
Se l’obiettivo è rinnovare – rinnovare e cambiare davvero – voglio affidarmi a chi meglio può interpretare tutto ciò. E Matteo Renzi incarna davvero meglio questa sfida non solo per l’età, ma soprattutto per le proposte, le modalità con le quali le ha confezionate, la freschezza con la quale si propone, l’entusiasmo che ha suscitato ovunque sia andato lungo il suo viaggio per l’Italia, la speranza che ha raccolto intorno a sé e alla sua proposta, il coinvolgimento e la partecipazione che ha fatto nascere in ogni città!
Non fingiamo: la straordinaria ed unica occasione di cambiare davvero l’Italia e la politica italiana, adesso si chiama Matteo Renzi. Tutto il resto è un film già visto. Sarò fiero di vederlo Premier e sono convinto che abbia tutte le doti e le capacità di poter essere all’altezza di questo ruolo; certo non meno degli altri candidati alle primarie.
Adesso voto Matteo Renzi!
PS1: se anche tu vuoi fare altrettanto e vuoi sostenere Matteo Renzi ti invito ad andare a voltarlo. Per votare non ci si deve iscrivere al Partito Democratico e a nessun altro partito, ma solo eseguire la formalità di registrarsi. Partecipa e vai a votare! Guarda qui dove è il tuo seggio.
PS2: ti lascio i link a qualche altro endorsement che a me sono parsi molto interessanti, ben costruiti, decisamente giustificati e convincenti; dacci un occhio.
Enrico Sola (Suzukymaruti): un bersaniano che decide di votare Renzi.
Linkiesta: Se Renzi sorpassa Vendola a sinistra (e Bersani non ha una proposta)
DemSpeaking – Elia Nigris: A Sud Africa 2010, preferisco Polonia-Ucrania 2012 (perché Matteo Renzi è il Prandelli che ci serve)
Il Post: schiaccia quel tasto (perché solo Renzi può resettare l’Italia)
5 Comments
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Caro Eugenio
dopo questa campagna così serrata per la presa del palazzo, mi chiedo cosa farnno i renziani domani che Renzi avrà perso la corsa.
Ma lo vedremo tra al più 3 giorni.
Cordialmente
Bruno
bruno apolloni 11 anni ago
E se andasse diversamente? 🙂
Eugenio 11 anni ago
Mi dispiace Eugenio, NON andrò a votare alle primarie del PD. Sai bene che io, pur non avendo una storia pregressa “di sinistra” ho votato per te e per i tuoi ragazzi ad ogni occasione, fin dal tuo primo mandato, perchè credevo e credo nelle tue e loro capacità e perchè apprezzavo le tue proposte.
Ma quelle di Renzi sono deludenti tanto quanto lo sono quelle di Bersani.
Non so se Renzi non abbia capito nulla della nostra attuale crisi, o finga solo di non averla capita. Resta il fatto che le sue proposte ECONOMICHE, che poi in questa fase sono quelle che caratterizzano di più in candidati, NON Sono di sinistra.
Prendendo dal suo programma da te linkato:
1) l’autorevolezza di Mario Monti ha facilitato l’assunzione di decisioni importanti, che vanno nella giusta direzione.
2) Il fiscal compact va bene, perché pone vincoli alla tentazione di aumentare il debito
E non sono affermazioni a caso: nel volantino che ho ricevuto a casa, si legge anche che come obiettivo si pone il clo del debito pubblico al 107% del PIL (Perchè è prioritario ridurlo? Perchè proprio il 107? Come vuole ottenerlo? Mistero).
Queste due affermazioni pongono i vincoli di bilancio PRIMA del tessuto sociale, anche perchè sappiamo bene su CHI si riversano correzioni, finanziarie, IMU, aumenti IVA, modifiche all’articolo 18, tagli al settore pubblico, sanità e scuola in testa.
E qualsiasi economista che abbia ancora una faccia da difendere non può che dirti che il fiscal compact è una vaccata pazzesca, che la destra (che è Monti molto più di quanto fosse Berlusconi) usa come scusa per smantellare le conquiste sociali ottenute in primis dai sindacati dei lavoratori decenni addietro.
Gratta gratta, chi sostiene Renzi alla fine ha una sola buona cartuccia da sparare: è un pò meno peggio degli altri. Mi dispiace, ma siccome sulle cose fondamentali lo è tanto quanto, non mi basta per andare a votarlo.
Ugo 11 anni ago
Non sono d’accordo UGo. Le ragioni per le quali il programma di Matteo non è di destra ma certamente di sinistra sono ben argomentate nei link che ho messo in fondo al mio post e non sto quindi a ripetermi. Quanto al debito pubblico e alla quaota di riduzione fino al 107% del PIL nel programma di Matteo si fa esplicito riferimento ad uno studio di Astrid al riguardo che – sulla base delle risorse impegnabili per la riduzione del debito – giunge a sostenere che si possa arrivare in 5 anni ad una diminuzione così conteggiata.
Su Monti, l’Europa e le rigidità dle sistema la prposta di Matteo è molto più articolata e se leggi bene il programma non puoi concludere né che sia uguale quello degli altri candidati né che sia la prosecuzione del Governo Monti: correzioni ed aggiustamenti sono da realizzarsi eccome.
Eugenio 11 anni ago
Eugenio, io spero di parlare qui di cose concrete, non per slogan.
La politica economica della zona euro in questi anni è stata di completa austerità, e Monti è stato un alfiere indefesso di questa politica rovinosa, come i dati ormai mostrano implacabilmente. Il nostro PIL tracolla, il nostro debito pubblico cresce ugualmente, le aziende chiudono, la disoccupazione inanella un record dietro l’altro. Guarda un pò, le politiche restrittive SONO restrittive, non producono crescita. Il rigore che genera crescita non esiste. I tagli virtuosi che fanno aumentare il PIL sono un miraggio per i gonzi.
Non si può stare con Monti “ma anche” contro Monti.
E non si può inserire in un programma di governo la riduzione del debito pubblico (di 20 punti di PIL!!! Altro che finanziaria lacrime e sangue) come tassello fondamentale senza essere consapevoli che questo comporterebbe tagli selvaggi a sanità e scuola, privatizzazioni selvagge di beni primari, ridimensionamento massiccio del numero dei dipendenti pubblici (e non parlo dei Fiorito, parlo degli insegnanti, dei poliziotti, di medici ed infermieri, etc.), aumento ulteriore della pressione fiscale.
Inutile dire che, visti i precedenti, questa è un’ottima strada verso il default, in pieno stile greco.
Tu parli di correzioni e aggiustamenti, ma queste sono sfumature di uno stesso disegno.
E’ l’intero disegno che va cambiato, altrimenti Renzi è solo una versione più riveduta e corretta di Bersani.
E allora, chi dei due vince le primarie, francamente non me ne importa nulla.
Ugo 11 anni ago
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