Si parte da Pierluigi Bersani al 44,5% e Matteo Renzi al 35,5%: 9 punti percentuali di distanza e circa 290.000 voti assoluti di differenza. Ma – come ha detto Matteo domenica scorsa, dopo i risultati del primo turno, in realtà sui parte da “zero a zero”, perché il ballottaggio è sempre un’altra partita. E in questa settimana si è lavorato molto, ci sono state prese di posizione importanti, abbiamo assistito al confronto in TV, chi al primo turno aveva votato per altri candidati ha deciso che cosa farà domenica 2 dicembre.
C’è anche chi sembra essersi improvvisamente svegliato e si è reso conto che c’è in corso una partita che può davvero cambiare l’Italia e oggi chiede di prendervi parte e vuole partecipare con il proprio voto.
Già, perché il risultato di Matteo forse non tutti se lo aspettavano e per certi versi è davvero straordinario e storico: un risultato conseguito nonostante dietro di lui vi sia solo il 2% dei dirigenti del PD e il 3% dei Parlamentari Democratici, un risultato conseguito sulla base di una credibilità personale che ha conquistato un sacco di gente, persone che non rispondono a strutture organizzate o a filiere di ogni sorta. Persone che hanno ritrovato il gusto della politica.
Il risultato è ad un passo dall’essere conseguito: non mi nascondo e non ci nascondiamo che non sia facile, ma certamente non impossibile; è alla portata.
Fino a domenica bisogna crederci. Domenica devono tornare a votare tutti quelli che già hanno dato la loro preferenza a Matteo nel primo turno.
Possono andarci anche quelli che non hanno potuto farlo domenica scorsa. Come? Chi non fosse riuscito a registrarsi alle primarie per il primo turno, può ancora registrarsi inviando una mail a milano@primarieitaliabenecomune.it (se sei di un’altra provincia, anziché “milano”, scrivi il nome della tua provincia) o presso l’ufficio elettorale di via Pergolesi 15 (tel. 0269631017/06/00; per gli altri uffici elettorali provinciali cerca qui inserendo solo la regione e la provincia e guardando l’indirizzo sotto la cartina che appare) entro venerdì 30 alle ore 20.00. Nella mail deve essere precisata (e se possibile giustificata anche con documentazione allegata) la ragione dell’impossibilità a votare al primo turno, che sarà vagliata dal Coordinamento provinciale delle primarie che rilascerà o meno l’assenso al voto al secondo turno. Con l’accettazione della registrazione l’interessato potrà recarsi domenica 2 dicembre al proprio seggio delle primarie e ritirare il certificato per votare. È possibile registrarsi anche attraverso il sito www.domenicavoto.it.
Ma cosa si sceglie domenica 2 dicembre, per cosa si vota?
Al ballottaggio si sceglierà tra due strategie di intendere ed interpretare il Partito Democratico, il centrosinistra e la guida stessa del Paese.
È evidente che un PD capace autonomamente di attrarre gli elettori moderati è cosa diversa da un PD che cerca alleanza con l’UDC.
È evidente che un candidato che – sondaggi alla mano – può far decollare il PD oltre il 40%, andando oltre il proprio tradizionale bacino elettorale, garantisce decisamente la governabilità del Paese, con una maggioranza solida e stabile, senza bisogno di fare dopo il voto accordicchi che minano la stabilità di qualsiasi Governo.
È evidente che il coraggio accompagni meglio la voglia di riformismo, troppo spesso più annunciata che praticata dagli esponenti del nostro Partito (a proposito, lasciatemelo dire: a me questo continuo riferimento di Bersani ai “progressisti”, anziché ai riformisti, proprio non piace: mi ricorda Occhetto e la campagna del 1994, e sappiamo come è andata a finire…).
Il programma di Matteo ormai è noto e domenica 2 dicembre non si sceglie più certo sulle proposte, ma tra due diverse idee di Italia per il futuro. Come ha ben spiegato Matteo Renzi sulla sua pagina Facebook, “ci sono due idee di Italia. Il sistema usato sicuro, che è solido e rassicurante, ma che per noi ha fallito. Oppure il cambiamento, che è un rischio naturalmente, ma che per noi oggi è necessario. Tutto qui. Questo è il derby di domenica. Fate la vostra scelta, ma partecipate. Se non avete votato al primo turno, c’è il sito www.domenicavoto.it”.
Il cambiamento non è mai stato così vicino!
PS: Matteo Renzi concluderà la sua campagna elettorale sabato 1° dicembre a Milano: alle 11, Matteo Renzi si troverà al CENTRO SOCIALE BARRIOS (Via Barona – angolo via Boffalora, http://www.barrios.it/), il centro di don Gino Rigoldi. Dopo la visita della comunità, Matteo incontrerà i comitati e i sostenitori e alle 12, dopo i saluti introduttivi, sarà intervistato da Gad Lerner. Qui l’evento Facebook.
2 Comments
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Eugenio, capisco la delusione per i bassi risultati ottenuti al primo turno a Milano, ma la principale motivazione che addici per votare Renzi e’ il famoso “sondaggio del 44%”.
Peccato che quella di D’Alimonte sia un’analisi (per quanto di un illustre politologo) e non un sondaggio, e c’e’ una grande differenza.
tommaso 11 anni ago
Caro Eugenio,
visti i risultati, forse la sensazione che Renzi non fosse così diverso e così preferibile, non era solo mia.
Spero che questo esito sia ragione di riflessione, e magari di ripensamento di qualche proposta.
Ti ho scritto in altro post che per me il programma di Renzi non era davvero di sinistra, ma è una frase a cui vorrei dare qualche contenuto. Allora mi spiego:
1) Un programma di sinistra dovrebbe prevedere la PIENA OCCUPAZIONE o, quantomeno, una riduzione della disoccupazione tra i primissimi obiettivi. Certamente dovrebbe prevederlo come obiettivo PRIORITARIO rispetto alla riduzione del debito pubblico.
2) Un programma di sinistra dovrebbe preoccuparsi del benessere delle classi basse e medie, dovrebbe quindi imporsi come uno dei primissimi obiettivi un recupero del potere di acquisto dei lavoratori salariati. Dovrebbe anche denunciare e combattere il fenomeno diffusissimo del lavoro a “stage” o senza garanzie.
3) Un programma di sinistra dovrebbe difendere la cosa pubblica in tutti i suoi aspetti. Se Monti dice che la sanità pubblica non è sostenibile e che lui fa cose importanti perchè svende pezzi di Italia a emiri del Qatar e simili, la sinistra dovrebbe proporre esattamente il contrario. Se fosse una sinistra vera.
4) Ma è possibile che un programma di sinistra si occupi della riduzione del debito pubblico PRIMA della crescita del Prodotto Interno Lordo? Dobbiamo essere moralmente virtuosi prima di preoccuparci del benessere delle persone? E mi riferisco al diffondersi della povertà in Italia e nella zona euro in generale.
Concludendo: con un governo che fa scelte di estrema destra e un PD che lo asseconda senza colpo ferire, c’era uno spazio ENORME per proporre qualcosa di radicalmente diverso, che avrebbe potuto davvero convincere la gente che un cambiamento vero è possibile.
Purtroppo l’occasione è andata sprecata. Forse la ragione è che in realtà Renzi non è di sinistra, o forse è che non ha avuto il coraggio di proporre qualcosa che fosse realmente in discontinuità con l’andazzo attuale.
Quale che sia la ragione, è ora chiaro che, se volete il consenso della gente, l’agenda politica/economica va rivoluzionata.
Un pò di verità su dove stiamo andando e un’idea credibile per ribaltare l’attuale situazione decadente non guasterebbe.
Ugo 11 anni ago
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