Habemus Papam, Franciscum!

Che emozione e che gioia questa sera per l’elezione papale! Il primo papa gesuita, il primo papa sudamericano, il primo papa a chiamarsi con il nome di un grandissimo santo come Francesco, il primo papa che chiede la benedizione al popolo prima di benedire il popolo, inchinandosi davanti ad esso. Straordinario: chi l’avrebbe detto fino a poco prima!

Nelle sue prime parole Francesco non ha mai detto di essere papa, ma vescovo di Roma: ha parlato della Chiesa di Roma, che è quella che “presiede nella carità tutte le Chiese”, in ciò citando una bella espressione di sant’Ignazio di Antiochia, dottore della Chiesa. Bergoglio ha anche deciso di uscire dalla loggia delle benedizioni senza la tradizionale mozzetta di velluto rosso e d’ermellino. Ha indossato la stola solo per la benedizione, in ciò stravolgendo il cerimoniale. Al petto ha tenuto una croce non dorata. Ha rivolto parole semplici ed ha pregato con il popolo di Dio con le preghiere della gente comune, quelle che ci insegnano da piccoli. Ha ricordato il suo predecessore e pregato per lui (chiamandolo “vescovo emerito”). Gesti, parole e scelte che rivelano lo stile che assumerà questo nuovo papa.

Bergoglio, per queste prime scelte a loro modo rivoluzionarie, può davvero portare la Chiesa ad un profondo rinnovamento. A 50 anni dal Concilio Vaticano II, con il quale la Chiesa seppe diffondere speranza e infondere fiducia nell’uomo, oggi l’elezione di papa Francesco rappresenta una straordinaria occasione per tornare a riflettere e ad agire con quello spirito.

Come ha rivelato un articolo di alcuni giorni de La Stampa, con una nuova ricostruzione del conclave del 2005, il card. Bergoglio venne già votato nella Sistina che elesse Ratzinger, ma chiese “quasi in lacrime” di non essere più votato; pare che il card. Martini (anch’egli gesuita come il nuovo papa) avesse inizialmente fatto convergere su Bergoglio i voti che diversi cardinali volevano portare sul già malato vescovo emerito di Milano. Allora Bergoglio “se la cavò”: ma evidentemente lo Spirito Santo aveva ancora bisogno proprio di lui…

Solo pochi mesi fa il card. Carlo Maria Martini, in punto di morte, dichiarava che la Chiesa è arretrata di 200 anni. Dopo pochi mesi, nell’arco di 30 giorni, abbiamo avuto un papa che si è dimesso e l’elezione di un papa che assume un nome che è tutto un programma. Due fatti assolutamente inattesi. Certo, ora dobbiamo aspettare quali eventi seguiranno, ma non ci si potrà che attendere novità rilevanti. È straordinario come la Chiesa sia riuscita a dare in breve tempo un fortissimo segnale di cambiamento! La strada indicata da Martini è ancora lunga, ma Dio e la Chiesa hanno stupito il mondo!

Sempre il card. Martini scriveva: “È la convinzione che lo Spirito c’è, anche oggi, come al tempo di Gesù e degli Apostoli: c’è e sta operando, arriva prima di noi, lavora più di noi e meglio di noi; a noi non tocca né seminarlo né svegliarlo, ma anzitutto riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo, fargli strada, andargli dietro. C’è e non si è mai perso d’animo rispetto al nostro tempo; al contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge, arriva anche là dove mai avremmo immaginato”: sì, è davvero così!

Ieri scrivevo su questo blog che per l’elezione del papa ci si affida al lavoro che farà lo Spirito Santo. Avevo espresso la speranza per l’elezione di un papa umile e “social”, che sapesse ridare speranza: al momento mi pare di essere stato esaudito 🙂

Questa elezione e le prime parole di papa Francesco mi hanno emozionato e commosso. Io sono felice e questa notte vado a letto con il cuore gonfio di gioia e di speranza, dicendo grazie a Dio!

PS: nel 2001 lessi un un bel libro scritto dal sacerdote genovese Paolo Farinella intitolato “Habemus Papam, Fransciscum!”: una romanzata elezione a papa di un semplice parroco che assume il nome di papa Francesco, occasione per riflettere sull’esigenza che la Chiesa si conformi al Vangelo di Cristo . Allora – e ancora poche ore fa… – mi pareva impossibile che nella Chiesa un papa eletto avesse il coraggio di assumere il nome di Francesco… Ma quella storia era ed è estremamente evocativa! Quel libro è stato in qualche modo profetico. Oggi è stato nuovamente pubblicato, con altro titolo: una bella e attuale occasione di lettura. Anche se c’è un colpo di scena finale, che nella realtà mi auguro non avvenga…

 

Eugenio

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