Urbanistica in città fra ieri e oggi. Qualche riflessione (e un po’ di chiarezza)

A quattro anni dall’entrata in vigore del Piano di Governo del Territorio della nostra città è opportuno soffermarsi per valutarne gli impatti e gli effetti, sul territorio e sulla comunità.

Le scelte urbanistiche – per loro natura – si sviluppano su un arco temporale lungo e non sempre per il cittadino è facile comprendere la natura e il perché di alcune iniziative edilizie e di taluni interventi.

Le convenzioni urbanistiche, una volta approvate e sottoscritte, durano 10 anni (oltre ad eventuali proroghe) e quindi gli operatori immobiliari possono scegliersi i tempi per realizzare gli interventi entro quel lungo lasso temporale, considerando le condizioni economiche e di mercato. Quasi tutti gli interventi edilizi che abbiamo visto realizzarsi in questi anni sono frutto di convenzioni urbanistiche approvate prima del nuovo PGT e spesso anche prima del 2007, quando abbiamo avviato la nostra esperienza amministrativa.

In queste anni e ancora in queste settimane c’è stato chi mi ha chiesto perché abbiamo consentito di costruire così tanto a nord della città, o in zona Castellana – in adiacenza della tangenzialità che ad est unisce via Cavour con Carugate – o perché si stanno per avviare nuove costruzioni in fondo alle vie Monza e Vespucci.

I cittadini non possono conoscere la complessità di tutti i processi amministrativi, ma è doveroso e opportuno spiegare come stanno le cose.

A nord della città (zona Falcone-Borsellino e vie adiacenti) si è costruito (molto) in virtù di convenzioni urbanistiche sottoscritte nel 2006 e ad inizio 2007 e che quindi stanno andando ad esaurimento avendo ormai raggiunto i termini decennali di validità.

Ad est della città (zona Castellana)si stanno costruendo case in edilizia convenzionata in virtù del Piano di Zona approvato dal Consiglio comunale addirittura nel 2004, in deroga al Piano Regolatore, e che aveva visto l’assegnazione delle aree alle cooperative alla vigilia delle elezioni comunali del 2007. In questo caso la nostra Amministrazione, ritenendo che i volumi concessi fossero eccessivi rispetto alle aree impegnate, ha deciso di usare un’area limitrofa che era stata a suo tempo identificata per realizzare la scuola (area peraltro insufficiente, tant’è che la precedente Amministrazione aveva ipotizzato un secondo lotto delle scuola al di là della tengenzialina) al fine di meglio distribuire i lotti edificatori, che altrimenti sarebbero risultati ancora più densificati di quanto già oggi non appaia. Ovviamente abbiamo spostato il nuovo polo scolastico in un’altra zona, più ampia ed adeguata. Inoltre siamo riusciti a ridisegnare la viabilità per l’accesso agli edifici, che con la previsione precedente avrebbero avuto serie e maggiori difficoltà nella mobilità da e per le abitazioni.

Sulle nuove edificazioni ad ovest della città il discorso è differente: l’intera area ricompresa fra la via Monza e la via Vespucci era già stata trasformata in residenziale con il Piano Regolatore Generale del 2002 ed era prevista una edificazione di 23.300 metri quadrati (circa 250 nuovi appartamenti) oltre al recupero dei sottotetti, (altri 6.600 metri quadrati circa). Quando abbiamo elaborato il Piano di Governo del Territorio, in virtù della giurisprudenza allora prodotta dai Tribunali Amministrativi Regionali, non potevamo eliminare il diritto edificatorio acquisito, ma lo limitammo, riducendo a 18.350 metri quadrati complessivi (su un’area di 66.300 metri quadrati) le possibilità edificatorie, senza consentire la realizzazione dei sottotetti e riducendo l’area dell’intervento, imponendo di lasciare libera e cedere al Comune l’area di terreno profonda 45 metri e ricompresa fra il ciglio della strada di via Vespucci e il limite della proprietà edificabile (e con l’ulteriore obbligo che il muro delle case deve distare 10 metri da quel confine, così che le case verranno a trovarsi a 55 metri dal ciglio della strada di via Vespucci, limitando così l’impatto paesaggistico).

Un intervento di contenimento delle edificazioni già previste, quest’ultimo, pienamente in linea con le scelte operate con il Piano di Governo del Territorio, che hanno ridotto complessivamente del 40% il consumo di suolo e le volumetrie ancora previste dal Piano Regolatore Generale del 2002 e che ha deciso di non espandere ulteriormente la città oltre quanto era già stato definito nel 2002, ma anzi di ridurne gli effetti. È evidente che una scelta del genere comporta minori incassi di oneri di urbanizzazione, da utilizzare per gli investimenti; su tale tema l’Amministrazione comunale in questi anni si è impegnata – riuscendoci – ad azzerare l’utilizzo di oneri di urbanizzazione sulla spesa corrente, utilizzando le diminuite risorse derivanti dalle ridotte edificazioni solo per la spesa in conto capitale, cioè agli investimenti su scuole, strade, parchi pubblici, ecc.

Dei piani urbanistici residenziali previsti dal PGT solo uno ha visto l’avvio ed è quello in fondo a via Dante. Un secondo piano, quello fra le vie Monza e Vespucci, prenderà avvio nelle prossime settimane. Inoltre è frutto del PGT la realizzazione sociale edificata sull’area dell’ex oratorio di via Briantea e devono essere computati in capo al PGT la nuova scuola paritaria di via Masaccio e il nuovo polo scolastico statale che fra poche settimane vedrà aprire il cantiere in via Goldoni.

Gli altri importanti interventi urbanistici realizzati in questi anni in città sono frutto di passate decisioni.

Fra le peculiarità del PGT c’è la compensazione ambientale preventiva, cioè l’obbligo in capo ai privati di dover cedere al Comune 4 metri quadri di aree verdi per ogni metro quadro di superficie realizzata: il piano di via Dante e quello di via Monza-Vespucci hanno permesso al Comune di diventare proprietario di oltre 88.000 metri quadri di aree verdi, che – preservate da edificazioni – verranno in parte destinate ad uso pubblico ed in parte messe a disposizione degli agricoltori locali.

Infatti, grazie a quanto previsto dal PGT, sono già 550.000 i metri quadri di aree comunali messi a disposizione degli agricoltori locali attraverso un bando pubblico, per poter implementare le produzioni con criteri di bio-agricoltura. Altri 50.000 metri quadri saranno messi a disposizione con bando entro dine anno.

Sempre attraverso il PGT il Comune ha aumentato di 2.350.000 metri quadri le aree vincolate nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale Est delle Cave, aggiungendoli ai 750.000 metri quadri già inseriti nel PLIS nel 2006: una decisone tesa a meglio tutelare il nostro territorio.

Non tutto quanto vediamo svilupparsi in città appare di immediata comprensione: soprattutto sull’urbanistica le questioni sono complesse e articolate; ritengo che – anche a beneficio dei nuovi residenti che negli ultimi 5 anni hanno scelto di vivere a Cernusco – fosse doveroso illustrare nuovamente quali scelte questa Amministrazione ha attuato per tutelare al meglio il nostro territorio. È anche per questa ragione che il “primo piano” nel numero di giugno del periodico comunale “Fuori dal Comune” è dedicato proprio a questo tema.

 

Eugenio

2 Comments

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  • La compensazione ambientale preventiva è una sofisticata masturbazione ideologica. Una vera e propria licenza di uccidere – il suolo – ammantata da finto ambientalismo e perbenismo. Non ci sono mq. di verde o di cessioni sostitutive che tengano di fronte al fatto che un territorio costruito è perso per sempre. L’equazione “costruisco ma compenso”. Certo meglio di niente ma non tiene.
    I territori messi a disposizione agli agricoltori non sono territori recuperati o sottratti dall’edificabilità, ma solo imprestati con identica immodificata sostanziale destinazione d’uso e di zona. La preservazione di un territorio non è assicurata da chi lo conduce, ma dalla strumentazione urbanistica duratura. E poi quando s’imprestano suoli agricoli bisognerebbe imporre il mantenimento e il pristino stato di strategie “ambientali” naturali: rogge, fossi, filari, “gabbate”, escludendo tassativamente condotte artificiali e cementizie.
    L’area destinata ora a PLIS non è un conquista del PGT perché è sostanzialmente ancora quella del “Parco Comprensoriale” prevista dagli strumenti urbanistici fin da metà degli anni ’70. Non trovo nessun titolo di merito particolare nel confermarlo se non per coloro che a suo tempo hanno lavorato per questa fondamentale scelta ambientale.
    E’ però vera una cosa: che non tutto appare di immediata comprensione. Fra questi anche le immense aree destinate a cave di cui non si è fatto nulla e che anzi sono state ampliate dal PGT. Aree che “simpaticamente” non rientrano fra il consumo del suolo Cernuschese, già molto critico. E se la non inclusione negli indici di sfruttamento e di uso del suolo delle cave parrebbe supportata dalla legge, così non dovrebbe essere per un Paese come Cernusco, noto come emblema di virtuosità e di programmazione. A quanto ammonta questa superficie che da noi è “persa per sempre”?

    Pozzi Sergio 8 anni ago Reply


  • Signor sindaco scusa ma forse sarebbe il caso che leggesse di più persone come Krugman e Stiglitz che Giuliano Ferrara. Capirebbe che l’euro è stato pensato con il solo fine di tagliare la spesa pubblica, ridurre salari, stipendi e diritti. Si è mai chiesto perché l’Europa chiede spesso un elevato avanzo primario?
    Perché il surplus di entrate tributarie (i nostro soldi) devono essere utilizzati per pagare gli interessi sul debito pubblico, cioè i grandi speculatori internazionali, molto ben rappresentata dalla Troika

    Saverio 8 anni ago Reply


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