Cernusco sul Naviglio, la mia città, da tempo ha intrapreso scelte e percorsi tesi a valorizzare la Memoria, in modo particolare rispetto ai fatti legati alla lotta al nazifascismo, alle vicende e ai protagonisti della Resistenza, alle deportazioni nei campi di concentramento. Cernusco sul Naviglio si dimostra in modo naturale una comunità coesa su valori forti. Lo ha dimostrato anche con la straordinaria e sentita partecipazione alla cerimonia per la posa delle pietre di inciampo in memoria di Roberto Camerani e Virginio Oriani.
Nel corso della cerimonia hanno preso la parola Roberto Cenati, Presidente dell’ANPI di Milano, il sottoscritto, i familiari di Virginio Oriani e Roberto Camerani e il Sindaco di Cernusco sul Naviglio Ermanno Zacchetti: qui il suo intervento, nel corso del quale ha anche letto una lettera della Senatrice a vita Liliana Segre, che aveva condiviso con Roberto Camerani – come reduci sopravvissuti dai campi di concentramento – testimonianze e riflessioni.
È stato bello vedere partecipare alla emozionante cerimonia anche tanti giovani e giovanissimi: un bel segnale per il presente ed il futuro della nostra comunità cittadina.
Di seguito il testo del mio intervento, che ho concluso con una proposta tesa a valorizzare in modo ufficiale la nostra storia, l’impegno ed il sacrificio di persone e della nostra comunità ai tempi della Resistenza, ma anche i percorsi sulla Memoria che sono stati nel tempo avviati.
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“Quando l’hanno arrestato aveva ancora in tasca le biglie per giocare: era ancora un ragazzino, aveva 15 anni”. (…). Vidi una sera l’Oriani portato sulle spalle di due miei compagni di lavoro, che la Morte lo stava liberando da tutte le sofferenze terrene. Gli occhi suoi vitrei mi fissarono e tre sole parole dischiusero le sue labbra: ‘Salutami la mamma’. Così passò e di lui non mi resta ora che quella triste immagine incancellabile. Il suo corpo fu arso nel crematorio e le sue ceneri giacciono ora sul fondo del fiume che corre schiumante a valle”. Sono le parole di Roberto Camerani, in ricordo di Virginio Oriani, in memoria di Virginio Oriani.
Oggi, le pietre d’inciampo – che vengono disvelate grazie alla maestria del lavoro artistico di Gunter Demnig e alla saggia decisione del Sindaco Ermanno Zacchetti, che le ha volute – ci permettono di fermarci e fare memoria di fatti e persone, trasportando nei giorni nostri, attualizzandolo, quanto accaduto in passato. E questo ci dona nuovi stimoli, ci emoziona, ci permette di affacciarci sul “balcone della Storia” e rivivere quei fatti con quelle persone.

Questa è la straordinaria importanza della Memoria, la cui trasmissione “è l’atto più importante di una comunità: ne segna la storia e l’identità, ne marca il futuro”, per usare le belle parole di Danilo Radaelli, Presidente di ANPI locale quando nel 2011 l’Amministrazione comunale pubblicò l’interessante saggio di Giorgio Perego che ci faceva riscoprire il nostro partigiano Antonio Benelli nelle pagine di Beppe Fenoglio.
E se pagine come quelle scritte da Giorgio Perego su fatti e persone legati alla lotta al nazifascismo sono “una dichiarazione d’amore per la nostra storia”, scelte e gesti come quelli di oggi rappresentano un modo esemplare per consegnare il testimone ai cittadini di oggi e alle future generazioni, perché il senso della Memoria continui a vivere e a vivificare, ad essere generativo.
Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Roberto Camerani, di ascoltarne discorsi e parole, di condividere le azioni della campagna elettorale per il Comune nel 2002. Ho avuto il privilegio di parlare della sua figura con la Senatrice a vita Liliana Segre, che siede in Senato nella fila di scranni avanti a quella dove siedo io, quando le ho consegnato copia della recente ristampa del libro “Il viaggio”, che racconta la deportazione di Roberto. Da persone come loro, da questi testimoni di valore ho e abbiamo avuto insegnamenti che ci hanno fatto comprendere quanto importante sia il valore della Memoria e della sua trasmissione.

Questa città, la nostra città, ha saputo negli anni dedicare grande attenzione ai temi della Memoria, esaltando l’impegno, le azioni, i valori di persone che hanno creduto nella libertà e nella democrazia al punto di rischiare la propria vita e – purtroppo – in alcuni casi perderla. Questa speciale attenzione alla Memoria si è sviluppata dapprima grazie alla testimonianze dirette dei protagonisti di quell’epoca storica, poi per il valore delle ricerche storiografiche e la passione di persone illuminate come Giorgio Perego, a seguire con i “viaggi della Memoria” a Mauthausen – proprio sulla scia degli insegnamenti di Roberto Camerani – organizzati dal Centro di Educazione Giovanile della nostra città, a cui si accompagnano le “drammatizzazioni” per i ragazzi delle medie, quindi grazie all’impegno di ANPI, Associazioni cittadine e Amministrazione comunale per creare pannelli informativi sui luoghi della Memoria (come quelle posto qui in piazza Matteotti dove avvenne la Liberazione della nostra città il 26 aprile 1945) e per dar vita al sito web “La Memoria è un bene rinnovale”, dove è possibile reperire – grazie ai moderni mezzi della comunicazione – una parte significativa delle informazioni e delle testimonianze sulla Resistenza e le persone deportate durante la dittatura fascista e l’occupazione nazifascista. Un lavoro, quest’ultimo, che ebbe il plauso dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che il 2 aprile 2010 espresse “vivo apprezzamento per l’impegno (…) volto a salvaguardare e a trasmettere (…) la memoria degli eventi e di coloro che, in tempi durissimi di guerra e di occupazione straniera contribuirono a gettare, con la Resistenza, il seme del riscatto democratico e del rinnovamento civile del nostro Paese”.
Credo che l’insieme di queste storie, azioni, attività, mettano in luce come nella nostra città non solo sia ancora viva la Memoria – testimoniata dal gesto che stiamo vivendo quest’oggi – ma che si debba avere la consapevolezza del ruolo significativo svolto da nostri concittadini durante la Resistenza: un ruolo che vide coinvolti non solo persone armate, ma anche cittadini e famiglie impegnati in numerose azioni, sacerdoti coraggiosi, donne e uomini giovani e meno giovani, un popolo che partecipò in forme diverse all’insurrezione contro l’oppressione nazifascista, coscienti del proprio dovere di fronte alle prevaricazioni e alle violenze, sopportando e piangendo la perdita di vite umane. Significativo che molte delle persone che con umiltà e semplice senso del dovere avevano agito con abnegazione e spirito patriottico, le ritroviamo impegnate nella vita politica della città, sotto diverse insegne politiche, nei primi anni della ripresa della vita democratica nel dopoguerra.
Ecco: io credo che questo impegno comunitario, questa ricchezza umana che la vita e il sangue di diversi concittadini hanno reso ancora più grandi, meriti un riconoscimento pubblico e formale; per questo propongo al Sindaco Ermanno Zacchetti di avviare il formale percorso per chiedere al Presidente della Repubblica il riconoscimento della Medaglia al merito civile per la nostra città.

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