Dopo il primo incontro avuto con i genitori dei bimbi esclusi dalla scuola dell’infanzia perché il Ministero della Pubblica Istruzione non garantisce la messa a disposizione degli insegnati necessari per attivare la sezione (nonostante gli spazi comunali siano pronti da tempo), si sono succeduti incontri, confronti – ma anche polemiche – che hanno permesso di approfondire ulteriormente la vicenda.
Dopo attenta valutazione e dopo la riflessione e lo schema tracciato qualche giorno fa da tutta la coalizione che mi sostiene, la Giunta ha elaborato una proposta seria e ragionata, che è quanto sottoporremo ai genitori interessati.
“Seria e ragionata” perché tiene conto di tutti i fattori in campo: i diritti dei bambini e l’esigenza delle famiglie, la competenza dello Stato sul tema, la situazione complessiva del bilancio e le attese per ulteriori manovre riduttive.
Questa è una politica capace di guardare davvero al bene comune e non solo alle convenienze elettorali, che si è messa in ascolto e ha provato a trovare una soluzione praticabile.
Abbiamo quindi formulato una delibera di Giunta che fissa i criteri della proposta. Il Comune si fa carico della maggior parte dei costi e chiede ai genitori la compartecipazione al costo del servizio in base alla situazione ISEE. Se la classe fosse formata da 28 bambini il costo per ogni famiglia varierebbe da un minimo mensile di 41 € (fascia ISEE bassa) ad un massimo mensile di circa 70 € (fascia ISEE alta): si tratta di cifre contenute, di molto inferiori a quelle che si pagherebbero ad un asilo privato o ad una baby sitter. Ovviamente il costo non potrà che aumentare se diminuiranno i bimbi iscritti.
Sono e siamo convinti di aver fatto un grande sforzo e di aver elaborato una proposta che media tra le molte esigenze in campo.
Ora la scommessa è avere il più alto numero di bimbi iscritti, al fine di tenere il più basso possibile il costo per ogni famiglia.
Di seguito il testo del comunicato stampa del Comune.
Un importante sforzo economico, per andare incontro alle esigenze delle famiglie dei bambini rimasti esclusi dalla scuola dell’infanzia a causa della mancata attivazione da parte dell’Ufficio Scolastico provinciale di una nuova sezione. Sotto il segno dell’equità.
La Giunta Comunale di Cernusco sul Naviglio ha approvato nella mattinata di venerdì 27 aprile l’attivazione di un “Servizio Educativo Coordinato” (SEC) creando così le condizioni perché venga resa possibile la frequenza alla scuola dell’infanzia da parte dei bambini attualmente in lista d’attesa presso il Secondo Circolo di via Buonarroti.
Il servizio verrà attivato solo nel caso in cui l’Ufficio Scolastico Provinciale – che ne ha piena competenza – non dovesse autorizzare l’attivazione di una nuova sezione di scuola dell’infanzia statale nel plesso scolastico di via Buonarroti, dove sono già stati allestiti dall’Amministrazione Comunale gli spazi necessari per l’attività didattica e per il quale viene garantita dal Comune e dalla Scuola la copertura delle spese di gestione, pulizia e custodia.
Come noto il servizio scolastico è competenza della Stato e non del Comune. La Giunta di Cernusco sul Naviglio ha deciso, però, sin da subito, di fornire un’alternativa con un contributo significativo di risorse pubbliche.
Grazie all’importante collaborazione con il Secondo Circolo Didattico, il SEC svolgerà le sue attività in stretto raccordo con la Scuola Statale condividendo i principi ispiratori del Piano di Offerta Formativa (POF) e coordinando la propria attività con la programmazione didattica ordinaria.
Nella delibera sono stati fissate le modalità di gestione che verranno comunicate direttamente alle famiglie nei prossimi giorni:
- Le attività avranno durata dal 15 settembre 2012 al 28 giugno 2013;
- Avranno accesso al servizio i bambini iscritti regolarmente alla scuola dell’infanzia di Via Buonarroti e posti in lista di attesa in base ai criteri stilati dal Consiglio di Circolo;
- Sarà necessario un minimo di 15 adesioni per poter attivare il servizio mentre il numero massimo di frequentanti non dovrà essere superiore ai 28;
- Il servizio seguirà i medesimi orari della Scuola dell’Infanzia; con eventuale prescuola e doposcuola che potranno essere attivati con un minimo di 10 iscritti;
- Il servizio sarà affidato ad un ente gestore che metterà a disposizione personale qualificato ed idoneo allo svolgimento del servizio;
- Sarà garantita la refezione scolastica con le medesime tariffe ed agevolazioni in vigore per gli alunni delle scuole statali;
- Dal 18 al 29 giugno 2012 saranno effettuate delle pre-iscrizioni presso l’ufficio servizi scolastici di Via Cavour 14;
- A seguito della conferma o meno dell’attivazione della sezione da parte dell’Ufficio Scolastico Provinciale, si provvederà alla conferma definitiva dell’iscrizione.
Le rette di frequenza – che verranno stabilite in via definitiva dal Consiglio Comunale entrante, poiché a tale organo spetta per legge la definizione delle tariffe di un servizio comunale a domanda individuale – saranno articolate secondo tre differenti fasce di reddito ISEE ed in misura proporzionale al numero degli iscritti.
Grazie all’intervento economico del Comune le tariffe andranno da un minimo di circa 41 € (fascia ISEE bassa) ad un massimo di circa 70 € al mese (fascia ISEE alta), per una classe di 28 bambini; saranno di importo maggiore per un numero di frequentanti inferiore. A tal proposito l’Amministrazione Comunale auspica la massiccia adesione da parte delle famiglie in modo da riuscire a garantire un reale contenimento della spesa pro capite.
6 Comments
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Bravo sindaco ben fatto, è finito il tempo dei proclami ormai viene premiato solo chi fà senza perdere tempo.
I genitori tutti ringraziano.
rizzo 11 anni ago
Se la classe fosse di 28 bimbi e il prezzo fosse di 700 euro all’anno nella fascia più alta sarebbe ottimo rispetto alle scuole private e convenzionate (es. Marcelline). Mi sembra una buona risposta all’emergenza.
In futuro però mi piacerebbe che tra i criteri delle graduatorie per le scuole dell’infanzia statali ci fosse anche il reddito. Trovo giusto che una famiglia con reddito più basso abbia priorità su una con reddito maggiore ma che abita più vicina all’asilo statale prescelto.
Giorgio 11 anni ago
Ho letto il programma ma, o mi è sfuggito o non c’è, non si parla di sostegno alle famiglie con ragazzi disabili.
Qualche anno fa il conrtributo richiesto alle famiglie per il campo estivo era ragionevole. Ora il costo della retta settimanale è aumentata e il contributo comunale si è ridotto al lumicino. Ci avete chiesto anche un contributo per la partecipazione al nuoto che prima non era richiesto. Le ore dellle domiciliari vengono centellinate e diminuite di anno in anno. Insomma con il passare del tempo sempre gli stessi servizi pubblici ma con alta partecipazione economica delle famiglie. Le tasse che pago (tante e tutte!), non dovrebbero servire a garantire a mia figlia una qualità di vita pari a qualsiasi altro ragazzo, senza dover pagare ogni servizio offerto?
Ringrazio per l’attenzione e per una risposta
maurizio 11 anni ago
Rispondo a questo commento anche se non è attinente al tema del post.
Qui sotto incollo la parte sintetica del programma che abbiamo dedicato alle persone con disabilità (dal link https://eugeniocomincini.it/il-programma/meglio-questa-cernusco-faremo/una-citta-attenta-alle-relazioni-umane/ ):
PERSONE CON DISABILITÀ
Realizzare un Centro Socio Educativo (CSE).
Ampliare il servizio PUAD (Punto Unico di Accesso per le persone con Disabilità) a tutte le fasce di età.
Censire le residue barriere architettoniche e pianificare la loro rimozione.
Potenziare la formazione e l’inserimento lavorativo sviluppando i servizi esistenti e la rete territoriale, per puntare alla costruzione di un laboratorio di “imprenditoria sociale”.
quanto sopra è ovviamente il “nuovo” che proponiamo in aggiunta al mantenimento di quanto abbiamo realizzato e conservato in questi 5 anni.
In questi anni abbiamo fatto ciò che ci era possibile sulla base delle risorse disponibili: in questo 2012 il Comune ha a disposizione meno soldi di quanti non ne aveva nel 2007, anno nel quale abbiamo iniziato ad amministrare (la città aveva circa 4.000 abitanti in meno e l’inflazione ed il costo del personale in 5 anni hanno eroso parte del valore delle nostre risorse…).
Quanto il nostro Comune sta garantendo anche ai bambini con disabilità in termini di servizi, sostegno e assistenza è frutto di non pochi sacrifici: sono e siamo consapevoli che le esigenze di queste persone e delle loro famiglie sarebbero ben più elevate.
L’insieme dei servizi offerti dal nostro Comune, paragonato a quello di altre città, resta decisamente migliore. E non sono io a dirlo, ma i genitori di ANFFAS che ho incontrati poche sere fa.
Comprendo la fatica ed anche il fastidio nel dover contribuire al costo di un servizio comunale, ma la situazione che vive anche il nostro Comune – come tutti i Comuni italiani e come tantissime famiglie italiane – è davvero difficile e non ci è più possibile garantire con meno soldi maggiori servizi ad una città che è diventata più grande ed ha aumentato le proprie esigenze (anche in ragione della pesante crisi economica che stiamo vivendo).
Garantisco che il tema della disabilità resta tra le priorità della nostra Amministrazione: le testimoniano la realizzazione del nuovo CDD, l’apertura del PUAD, la realizzazione della piscina con vasca dedicata, l’abbattimento di alcune storiche barriere architettoniche come l’accesso alla metropolitana e all’auditorium della scuola di via Manzoni e il mantenimento dei servizi di assistenza. Vogliamo proseguire su questa strada, nonostante le difficoltà che coinvolgono tutti noi, famiglie e Comune.
Eugenio 11 anni ago
Ciao Eugenio… sono Paolo. Non ho mai scritto sul tuo blog pur leggendolo sempre con attenzione.
La storia della classe della scuola materna che non ha le maestre mi ha colpito particolarmente perchè 3 anni fa mi son trovato quasi nella stessa situazione. E mi ricordo che avevo pure scrito una lettera di “lamentela” alla gazzetta della martesana. Per fortuna 3 anni fa le maestre sono state fornite dal ministero (dopo manifestazioni, reclami, etc…).
Volevo però soffermarmi su un aspetto…. questi 30 bambini non sono stati ammessi in quanto, in base a regole “discutibili”, si trovano in una posizione “equidistante” tra una scuola materna ed un’altra. Alla fin fine, per quel che ne so, è stato questo il fattore discriminante! Incredibile…. sarebbe come avere nella stessa Cernusco una suddivizione in quartieri…. con zone da serie A e zone da serie B!!!
Onestamente, come già la pensavo 3 anni fa, non è questa la cernusco che voglio!
Come si fa a dire a 30 famiglie : “I vostri bimbi hanno il posto ma non le maestre… abitate in una zona di serie B: ho pagate una retta, se pur minima, o niente!”
Semplicemenet inconcepibile. In caso di esubero avrebbe effettivamente più senso basarsi sul reddito o su una estrazione a sorte….
Io onestamente, e te lo scrivo qua, avrei risolto il problema diversamente! Definito il fatto che il ministero non fornisce più le risorse necessarie…. queste risorse devono, secondo me, essere sostenute dal comune. Penso che però nulla vieti al comune di istituire una retta per la frequentazione della scuola materna (servizio come più volte detto non obbligatorio). Invece che chiedere 40/70 euro al mese a famiglia alle sole famiglie escluse per un criterio ingiusto, basterebbe chiedere 10 euro a famiglia a tutte le famiglie con un bambino iscritto alla scuola materna comunale. 10 euro non al mese ma all’anno! E probabilmente avanzerebero pure dei soldi. 10 euro, l’equivalente di due pranzi consumati in mensa dai nostri ragazzi!
Ripeto…. 3 anni fa son stato fortunato…. ma la sfortuna odierna ritengo che sia ingiusto scaricarla su 30 delle 200 (o più? non so il numero preciso) famiglie che si trovano nel disagio di non saper cosa fare a settembre.
Siamo una comunità e quindi è giusto che sia la comunità stessa a farsi carico di questa situazione!
70 euro (a cui andranno aggiundi altri 60/70 euro di mensa) al mese per alcune famiglie possono fare la differenza. 10 euro all’anno da parte di tutti penso proprio di no!
Mi chiedo come possa non esser uscita questa soluzione nelle varie discussioni che sicuramente avrete fatto. Spero che dietro non ci sia il possibile “malcontento” di numerose famiglie (per soli 10 euro al’anno) unito alla fase elettorale in corso.
Ciao,
Paolo
Paolo Santini 11 anni ago
Ciao Eugenio…. non mi hai mai risposto al commento precedente (anche se so che ne avevi le intenzioni) ma leggo oggi sui titoli della gazzetta che forse si arriverà ad un aumento dei costi per tutti (10 centesimi sui pasti della mensa) per sopperire alle mancanze di qualcuno.
Son contento perché penso sia l’unica soluzione che possa essere adottata e accettata da tutti.
Quando si rimane esclusi per criteri iniqui ci si ritiene sottoposti ad un sopruso. I criteri per individuare la localizzazione della scuola è giusto che ci siano (i bambini in un modo o nell’altro si devono distribuire). Ma l’adozione dei medesimi criteri anche per una “esclusione” dalla scuola sarebbe stata palesemente errata! Avrebbe senso solo l’adozione di criteri differenti (per l’esclusione, per esempio, dovrebbe pesare il reddito familiare).
Alla fine 10 centesimi a pasto per 20 pasti al mese per 9 mesi sono circa 20 euro a bambino. Il doppio della mia proposta ma sicuramente avrete fatto meglio i conti, e, leggo, ci sono altre necessità (classi con il tempo pieno).
Spero che questa sia la soluzione definitiva. Come già ora tutte le famiglie contribuiscono portando scottex, carta igienica, fogli, pennarelli ed altro a scuola (per sopperire alle mancanze statali), anche in questo caso tutti insieme possiamo far fronte alle carenze di uno stato ingiusto per dare qualcosa in più (o semplicemente la normalità) ai nostri figli.
Ciao e buona continuazione…
Paolo Santini 11 anni ago
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