Sul numero di marzo del mensile Voce Amica, Roberto Beretta mi intervista toccando molti temi: territorio e urbanistica, verde e ambiente, opere pubbliche e viabilità, scuola e servizi.
La lunga chiacchierata è riportata solo in parte sul mensile della Comunità Pastorale cittadina, mentre il testo completo lo si trova sul portale online. Per comodità la riporto qui sotto per intero.
EDILIZIA, VERDE, SERVIZI, PREOCCUPAZIONI E ASPETTATIVE: SONO I TEMI DELL’INTERVISTA A COMINCININell’ampia intervista a Eugenio Comincini, sindaco di Cernusco sul Naviglio, su nuovi e vecchi “punti caldi” della nostra comunità – a cura della Redazione di “Voce Amica” – si evidenziano articolate e dettagliate risposte, specialmente per i numerosi cantieri aperti nel nostro territorio. Approfondimenti anche sulle tematiche dei servizi comunali e degli impianti sportivi.
La Fiera di San Giuseppe è alle porte, quali le principali iniziative?
Quest’anno la Fiera di San Giuseppe, la nostra fiera, compirà 93 anni. Un evento per tutti i cernuschesi, ma anche per chi abita in zona. Tra gli eventi da non perdere di certo la serata di apertura, giovedì 17 marzo, con la premiazione del Gelso d’Oro, momento in cui la città ringrazia i cernuschesi che per motivi diversi si sono distinti nel campo della cultura, della scienza e dei mestieri. Novità di quest’anno, invece, la “Notte bianca della biblioteca”, per continuare a celebrare il 50esimo anniversario delle nostre sale lettura. E poi nel fine settimana, tornano per il secondo anno consecutivo la riscoperta delle radici agresti con gli animali, gli antichi mestieri contadini e un’opera d’arte esposta a Villa Greppi e, come sempre in piazza, bancarelle e momenti di aggregazione. Da non perdere anche lo spettacolo pirotecnico in piazza Unità d’Italia sabato sera, che renderà ancora più ricco di fascino questa 93esima edizione della Fiera.
Nella Filanda esporrete anche quest’anno i prossimi progetti?
Sì, l’appuntamento con “l’Amministrazione in piazza”, che ormai da cinque anni si tiene in Filanda, è un’occasione preziosa per illustrare alla città i prossimi progetti da realizzare e per confrontarci con i cittadini.
Lo scorso anno su “Voce Amica” avevamo incentrato l’intervista del “primo piano” di marzo sulla Città metropolitana… non si sono visti passi concreti.
Purtroppo è vero. Città metropolitana non è decollata: criticità della legge nazionale e della norma regionale hanno finora profondamente limitato la sua azione. È necessario rivedere la legislazione correggendo le storture frutto di eccessive mediazioni e di insufficiente coraggio politico; le città metropolitane – certamente quelle più grandi, come Roma, Milano e Napoli – devono avere personale politico eletto direttamente dai cittadini e pienamente dedicato alla nuova distinzione; inoltre devono avere poche competenze incentrate sullo sviluppo strategico dei rispettivi territori: a mio avviso devono avere esclusiva competenza sui principali servizi pubblici locali quali il trasporto pubblico locale e i rifiuti, su acqua, gas, reti, sulla macro pianificazione territoriale, sullo sviluppo economico e sociale, mentre le altre competenze dovrebbero essere attribuite a Regione e Comuni. È poi indispensabile che la parte finanziaria della riforma venga profondamente rivista: infatti senza sufficienti risorse le città metropolitane non potranno dare adeguate risposte alle attese di Comuni, famiglie e imprese.
Ma anche la recente esperienza dell’Unione dei Comuni della Martesana è sembrata più una “trovata dei politici” che una precisa scelta programmatica…
No, al contrario è stata una scelta – certamente politica – dettata dalla volontà di voler garantire ad un territorio più vasto servizi di qualità. Il futuro dei Comuni è nelle gestioni associate, per poter ottenere risparmi, ma soprattutto per ampliare gamma e qualità dei servizi offerti. Oggi i Comuni dell’Unione della Martesana stanno trovando difficoltà nello start-up di questa nuova esperienza di cooperazione istituzionale per via del fatto che l’Unione rappresenta a tutti gli effetti una nuova istituzione e quindi necessita di essere dotata anche di funzioni generali (il bilancio, la segretaria generale, la gestione del personale) che aumentano i costi di avvio.
Girando per le strade periferiche, nonostante i vostri appelli contro la cementificazione, si contano innumerevoli cantieri … che sacrificano le poche aree verdi esistenti.
Le scelte urbanistiche – per loro natura – si sviluppano su un arco temporale lungo e non sempre per il cittadino è facile comprendere l’origine e il perché di alcune iniziative edilizie e di taluni interventi. La nostra amministrazione ha operato per contenere scelte fatte nel passato: il nostro Piano di Governo del Territorio ha realmente ridotto del 40% il consumo di suolo e le edificazioni che le scelte urbanistiche compiute con il Piano Regolatore Generale del 2002 avevano ancora “in pancia”. Parallelamente abbiamo “blindato” parti importanti del nostro territorio che non erano state trasformate e che abbiamo inserito nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale Est delle Cave: si tratta di 2milioni 350mila metri quadrati – che si aggiungono ai 750mila metri quadrati precedentemente conferiti al parco – che saranno tutelati e preservati dalle edificazioni. Sempre la nostra amministrazione ha messo a disposizione degli agricoltori 610mila metri quadrati di aree verdi comunali, per implementare l’attività agricola. Certamente i cittadini vedono i cantieri, frutto di vecchie scelte, ma è bene che sappiano anche quanto abbiamo fatto per tutelare il territorio.
Sono proprio tutte vecchie licenze?
Alcune sono vecchie convenzioni, altre iniziative immobiliari sono frutto di scelte urbanistiche passate sulle quali abbiamo potuto intervenire solo in diminuzione, senza poter cancellare i diritti edificatori ormai acquisiti.
Ci può fare qualche esempio?
I complessi residenziali sorti a nord della città, in zona Falcone Borsellino, sono frutto delle convenzioni urbanistiche stipulate nel 2006 e nel 2007 in epoca Cassamagnaghi, prima del nostro arrivo in amministrazione, e comunque rivenienti dai contenuti del Piano Regolatore del 2002 voluto dall’amministrazione di Paolo Frigerio; le case in edilizia convenzionata che si stanno ultimando lungo la tangenzialina ad est, in zona Castellana, insieme a quelle già edificate in via Vespucci, sono il frutto della delibera approvata nel luglio del 2004 e le assegnazioni alle cooperative vennero fatte dalla Giunta Cassamagnaghi quattro giorni prima del voto del ballottaggio del 2007; il complesso residenziale a sud di viale Assunta è frutto del Programma Integrato di Intervento (un piano urbanistico aggiuntivo a quelli previsti dal Piano Regolatore) sull’area ex Lanar votato oltre 10 anni or sono. Sulle nuove edificazioni ad ovest della città il discorso è differente: l’intera area ricompresa fra la via Monza e la via Vespucci era già stata trasformata in residenziale con il Piano Regolatore Generale del 2002 ed era prevista una edificazione di 23mila 300 metri quadrati (circa 250 nuovi appartamenti) oltre al recupero dei sottotetti, (altri 6mila 600 metri quadrati circa, per un totale quindi di 29mila 900 metri quadrati), lungo tutto lo spazio verde esistente. Quando abbiamo elaborato il Piano di Governo del Territorio, in virtù della giurisprudenza allora prodotta dai Tribunali Amministrativi Regionali, non potevamo eliminare il diritto edificatorio acquisito, ma lo limitammo, riducendo a 18mila 350 metri quadrati complessivi (su un’area di 66mila 300 metri quadrati) le possibilità edificatorie, senza consentire la realizzazione dei sottotetti e riducendo l’area dell’intervento, imponendo di lasciare libera e cedere al Comune l’area di terreno profonda 45 metri e ricompresa fra il ciglio della strada di via Vespucci e il limite della proprietà edificabile (e con l’ulteriore obbligo che il muro delle case deve distare 10 metri da quel confine, così che le case verranno a trovarsi a 55 metri dal ciglio della strada di via Vespucci, limitando così l’impatto paesaggistico).
Una accusa che le viene rivolta è che si poteva almeno limitare questa nuova cementificazione con qualche intervento amministrativo. Non si poteva fare qualcosa “di più”?
Di più non poteva davvero essere fatto, a pena di vedere partire ricorsi con pesanti richieste di risarcimento danni a carico dell’amministrazione comunale e degli amministratori stessi. Molte convenzioni urbanistiche erano già state approvate (e la durata decennale delle stesse consente agli operatori immobiliari di decidere i tempi di realizzazione in funzione del mercato e dei loro interessi) e i diritti edificatori acquisti con il Piano Regolatore del 2002 non potevano essere compressi oltre una certa misura: avvocati coinvolti e tecnici comunali, sentenze alla mano, ci sconsigliarono di andare oltre. Non è dunque questione né di mancanza di volontà politica né di coraggio: non sempre è possibile porre rimedio agli errori di altri. E in urbanistica quando si fanno errori – come sono stati fatti in passato – gli effetti li si pagano per lungo tempo. Ad ogni modo quando è stato possibile il coraggio lo abbiamo usato eccome: è giusto ricordare che la nostra amministrazione comunale, appena insediata, bocciò i Programmi Integrati di Intervento sulle aree Mat Plast (in via Masaccio) e Garzanti, per complessivi 57mila metri quadrati circa di nuova residenza: in questi casi le operazioni urbanistiche – che non erano state previste dal Piano Regolatore del 2002, ma erano state proposte pochi mesi prima della fine del mandato della Giunta Cassamagnaghi e che il vecchio consiglio comunale aveva adottato con un primo voto – vennero cancellate con una votazione coraggiosa che aveva rarissimi esempi in Lombardia. Infine abbiamo anche operato per il recupero di aree dismesse, come nei casi degli spazi ex Rapisarda, di alcuni ambiti di via Torino, su aree di via Pasubio, evitando l’uso di altre aree verdi.
La Cascina Castellana è stata circondata da nuove costruzioni, ma per questo “bene storico” non sono state previste fasce di rispetto?
Come ho già spiegato, le scelte di edificare in zona Castellana sono state assunte più di 10 anni fa. Quel piano, approvato nel luglio 2004, vide raddoppiare in una notte le volumetrie realizzabili, che passarono da 10mila a 20mila metri quadrati: è evidente che senza quel “giochetto” la Castellana non sarebbe stata circondata dal cemento come lo è oggi. Personalmente ho ritenuto quell’intervento esorbitante nella dimensione: si poteva costruire molto meno e tutelare le aree intono alla vecchia cascina. Purtroppo – lo ribadisco – le scelte urbanistiche errate fanno pagare conseguenze per tempi molto lunghi.
Quando inizieranno i lavori per la riqualificazione del Viale Assunta?
La gara è in corso e se tutto procederà per il meglio i lavori inizieranno nella prima metà di maggio.
Una curiosità: perché la via pedonale dedicata a monsignor Rossignoli che collegherebbe piazza Unità d’Italia a via Cardinal Ferrari è un “vicolo” … chiuso da un cancello sbarrato?
A me risulta che sia aperto ormai da un po’ di tempo, ma faccio certamente le verifiche del caso per appurare quanto mi dite.
Colpiti dagli scandalosi fatti delle “abitazioni comunali” nelle grandi città … come siamo messi a Cernusco? Pagano tutti?
I media hanno sollevato due questioni: il valore di alcuni canoni e i pagamenti. Chiariamo subito che Cernusco non è nelle condizioni vergognose che tanto hanno fatto scandalo. Per quanto riguarda i canoni d’affitto, ormai da qualche tempo abbiamo posto in essere una serie di controlli per accertare la veridicità delle dichiarazioni ISEE e in questo anno dovremmo riuscire anche ad accertare il valore dei depositi bancari, su tutti i conti correnti riferibili al richiedente l’alloggio. Certo: anche da noi ci sono soggetti che pagano canoni irrisori, ma si tratta di persone nullatenenti alle quali dobbiamo applicare i canoni minimi stabiliti dalla normativa regionale. I controlli servono ad appurare se davvero un soggetto si trova nella condizione economica che dichiara. Quanto ai pagamenti c’è un arretrato che in parte si trascina, ma che non vede accrescimenti, poiché il valore è determinato da ritardati pagamenti, non da mancati pagamenti. I casi di insolvenza accertata sono pochi e per queste situazioni intervengono i servizi sociali a ripianare (ma solo nei casi di effettivo disagio economico dell’affittuario). In questi anni, in alcuni casi di mancati pagamenti non giustificati abbiamo proceduto con le decadenze, che di fatto sono sfratti, e alla successiva iscrizione a ruolo coattivo del nostro credito con Equitalia.
Albergo Melghera: c’è qualche novità?
Nonostante gli sforzi fatti la partita è ferma: con il Piano di Governo del Territorio avevamo messo sul piatto opzioni molto incentivanti per l’operatore, con la possibilità di trasformare almeno una parte dello stabile in residenziale e far abbattere parte della struttura esistente. Di fatto c’è stato chi si è interessato e adoperato per realizzare l’operazione, ma la circostanza che la proprietà dell’immobile sia a Dubai e faccia parte di un impero internazionale, non aiuta a chiudere le operazioni. Siamo anche riusciti ad allacciare rapporti diretti con la proprietà e ad avere un incontro a Cernusco: la critica situazione mediorientale, in Paesi dove la proprietà ha interessi economici rilevanti, non ha favorito la possibilità di intervenire in maniera risolutiva sull’area Melghera.
Dopo la riqualificazione del ex ”Centro sociale” di via Buonarroti ed il recupero abitativo quando inizieranno i lavori per il centro diurno anziani? Quando l’apertura?
La sede del Centro diurno anziani è pronta e non necessita di ulteriori lavori. Per vederla operativa, dovremo attendere, però, ancora qualche mese: nel mese di marzo sarà indetto il bando di gara per individuare il gestore, che sarà aggiudicato entro circa due mesi. Il gestore si occuperà anche degli arredi e di concludere tutto l’iter burocratico previsto per ottenere le autorizzazioni dell’ASL ad essere operativi. Entro l’autunno, dunque, la struttura aprirà agli utenti.
Come reputa i primi risultati della raccolta rifiuti gestita dalla CEM?
È presto per poter esprimere un giudizio compiuto sull’attività di raccolta rifiuti e pulizia strade svolta da CEM; però ho registrato con piacere commenti positivi sulla pulizia ed anche io ho notato che l’attività di spazzamento delle strade viene svolta meglio. Sulla raccolta rifiuti attendiamo la partenza ed il consolidamento del nuovo servizio “ecuosacco” che sarà avviato da giugno e che rappresenterà una piccola rivoluzione anche per le nostre abitudini domestiche, ma che contribuirà a far crescere la raccolta differenziata e quindi a far abbassare i costi di smaltimento dei rifiuti facendo poi diminuire il valore della tassa rifiuti.
Al cimitero sono previsti interventi manutentivi, vedi colombari pericolanti, e una nuova piantumazione, considerando che da anni sono stati tagliati parecchi alberi senza una dovuta ripiantumazione?
Si, al cimitero sono previsti lavori già a breve: entro il mese di marzo saranno realizzati gli interventi di riqualificazione sulle coperture dei colombari del corpo loculi nord, quella che viene chiamata tecnicamente soletta a sbalzo. La ditta a cui è stata affidata la gestione del cimitero si occupa già della manutenzione del verde e dei vialetti. Gli alberi che sono stati tagliati erano morti o ammalati, ma per nuove piantumazioni del viale centrale sul lato di via Porta, come di altri spazi, bisognerà attendere ancora qualche tempo, quando con un’apposita gara di costruzione e gestione affideremo non solo la gestione del cimitero, ma anche la realizzazione di alcuni interventi manutentivi, di riqualificazione e di realizzazione di nuove cappelle di famiglia.
Cinque anni fa’ si stava ancora costruendo la piscina comunale. Come reputa questa esperienza, rivitalizzata dalla collaborazione con l’Enjoy?
È un’esperienza senza dubbio positiva, che ha permesso non solo di aggiornare l’offerta di sport acquatici proposti dalla vecchia piscina comunale, ma anche e soprattutto di consegnare alla città uno spazio di sport, socialità e idee, attento alle esigenze di benessere davvero di ciascuno. Mi piace ricordare che la realizzazione di Enjoy Center cinque anni fa rappresentò un esempio unico nell’ambito della Provincia di Milano per la virtuosa partnership pubblico-privato che ne consentì la realizzazione nei tempi prefissati e questa eccellenza sta proseguendo ora anche nella sua gestione da parte di Enjoy Company. Mi piace qui sottolineare che Enjoy Center e Filanda – sia nella realizzazione, sia nello sviluppo gestionale – sono due tra le più importanti start-up realizzate da questa amministrazione, luoghi e attività di impresa che stanno offrendo servizi e stanno dando lavoro a diverse persone, e rappresentano in maniera evidente l’azione che ci ha guidato in questi anni: creare un contesto di città ricco di luoghi dove vivere esperienze condivise, attraverso le quali arricchire la rete di relazioni tra le persone.
Ma la “manutenzione ordinaria” delle strutture ha palesato non poche lacune, Alcune società sportive si sono lamentate: a quando gli interventi e con quali priorità?
Che ci siano ancora spazi e strutture da sistemare è vero, ma non dimenticherei i molti interventi realizzati in questi anni. Cernusco dispone di numerose strutture sportive, alcune uniche nel panorama impiantistico del territorio, che permettono la pratica di oltre 40 differenti discipline a circa 50 associazioni: questo a mio avviso deve sempre essere il positivo punto di partenza di ogni valutazione. Le scelte di investimento per garantire l’efficienza degli impianti sportivi o per migliorarne la potenzialità di fruizione sono costantemente al vaglio dell’Ufficio Tecnico e dell’Ufficio Sport e da tempo abbiamo iniziato un percorso di condivisione anche in tema di impiantistica sportiva con le associazioni, attraverso lo strumento della Consulta dello Sport. L’ultimo confronto in ordine di tempo è del mese scorso, in occasione dell’Assemblea della Consulta, nella quale sono stati condivisi i criteri che guideranno i prossimi interventi necessari, anche alla luce delle disponibilità di bilancio generali del Comune e dello sviluppo complessivo del movimento sportivo che stiamo sostenendo. Dopo la ristrutturazione degli spogliatoi del palazzetto dello sport realizzata lo scorso dicembre, il primo intervento già in fase progettuale è la pista d’atletica dello Stadio Gaetano Scirea, con una riqualificazione di mantenimento che ne garantirà una perfetta efficienza per un buon periodo di tempo: avviene a oltre dieci anni dal precedente, con un investimento di 130mila euro e permetterà al Comune di partecipare al bando sull’impiantistica sportiva aperto da Regione Lombardia in questi giorni. L’aggiornamento sulle altre opere individuate e ad oggi non ancora finanziate è invece previsto ad aprile e riguarderà l’illuminazione del palazzetto dello sport, la completa divisione della palestra di ginnastica da quella secondaria e la messa in sicurezza del campetto di calcio “a cinque” del centro sportivo di via Buonarroti. A giugno, con il consuntivo del bilancio 2015 e l’accertamento dell’avanzo di amministrazione, verrà invece valutato l’intervento sulle strutture dello Stadio Gaetano Scirea a 30 anni dalla sua costruzione. Infine il prossimo bando per la gestione del centro sportivo, che sarà pubblicato in autunno, prevederà anche la realizzazione di alcune opere manutentive straordinarie a carico del gestore.
Come procedono i lavori per il nuovo polo scolastico?
Per ora bene: stiamo rispettando la tabella di marcia e stiamo pianificando le sistemazioni esterne: via Goldoni e parcheggi. Il cronoprogramma degli interventi prevede la fine dei lavori sugli edifici scolastici per ottobre di questo anno: contiamo di poter presentare la scuola nel gennaio 2017 ai genitori dei bimbi che lì si iscriveranno per frequentare il nuovo polo a partire dal settembre 2017. Non sarò io a tagliare il nastro inaugurale, ma consegniamo alla città un’opera importante e a lungo attesa, e sono orgoglioso di questo risultato.
C’è qualche aggiornamento sulla vicenda del polo commerciale “Carosello”?
Al momento no: Regione Lombardia continua a non dare un risposta definitiva, un “sì” o un “no” su quella proposta.
Villa Alari è nel cuore di molti cernuschesi, e non solo. “Voce Amica” ha sempre dedicato approfondimenti su questo tema: parte qualcosa di concreto?
Stiamo lavorando con Regione Lombardia ad un accordo di programma che mettendo insieme fondi comunali e fondi regionali permetterà interventi per circa 2milioni di euro, da destinare al consolidamento statico della struttura, al rifacimento delle facciate e del tetto, al recupero della cappella e alla riqualificazione del parco storico. Spero che nelle prossime settimane si possa ufficializzare il tutto.
Il dibattito in consiglio comunale sul contrasto al gioco d’azzardo ha suscitato parecchio interesse; quali le prime azioni concrete?
In merito alla piaga del gioco d’azzardo, dopo il rilevamento di tutti gli esercizi con presenza di slot effettuato dalla Polizia Locale ed il caricamento dei dati su cartografia da parte dell’Ufficio Tecnico, ora si stanno mappando i luoghi sensibili e predisponendo le relative fasce di rispetto (500 metri) ove non è possibile installare slot. A breve verrà redatta apposita delibera e successivamente partiranno i controlli della Polizia Locale per verificare se le attività rientranti nelle fasce di rispetto non hanno slot e se quelle al di fuori della fascia di rispetto agiscono secondo le nuove norme. È doveroso precisare che – stante le leggi in vigore – per i contratti in essere si continuerà ad avere in esercizio le slot sino alla scadenza del contratto, quindi è possibile che dopo l’emanazione della delibera si vedranno ancora esercizi con slot in funzione vicino ai luoghi sensibili, mentre non saranno possibili nuove installazioni. Le sanzioni sono salate: per la nuova collocazione entro i 500 metri è di 15mila euro per ogni singolo apparecchio, negli altri casi le sanzioni vanno in genere da 500 a 5mila euro. Altro aspetto allo studio è un’ordinanza per disciplinare l’orario di esercizio degli apparecchi slot negli esercizi pubblici o commerciali, nonché disciplinare l’orario di apertura e chiusura delle sale da gioco.
Siamo quasi a fine mandato: sinteticamente: tre cose fatte che reputa tra le più significative?
Potrei menzionare molte cose, ma se devo segnalarne tre voglio citare il Piano di Governo del Territorio che tutela gli spazi verdi ed ha messo un freno alle edificazioni, il recupero della Filanda e la sua trasformazione in vitale centro civico, il nuovo polo scolastico che stiamo realizzando.
Tre cose da fare e che restano comunque prioritarie?
L’attuazione del nuovo Piano Generale della Mobilità Urbana che sarà discusso e adottato in consiglio prima dell’estate e che ridisegna la mobilità per la nostra città, l’ampliamento del centro sportivo e la riqualificazione di alcuni suoi spazi, la risoluzione definitiva del problema rappresentato dell’albergo Melghera.
La vicenda della revoca degli incarichi a Maurizio Rosci è giunta inaspettata e ha suscitato qualche polemica, anche a sinistra.
Mi sarei meravigliato se quella scelta non avesse suscitato polemiche.
Le viene rimproverato con qualche mugugno che è ormai interessato alla politica nazionale. Nel 2017 alla prossima scadenza elettorale non sarà per legge nuovamente candidabile come Sindaco: pensa di dedicare altro tempo alla propria città?
Un sindaco che non si occupi di politica, ai diversi livelli, rischia di essere un pesce fuor d’acqua e di non far cogliere alla propria città opportunità e proposte che si muovono a livelli più alti di quello cittadino. Nel 2017 non so ancora cosa farò, ma una certezza ce l’ho: non mi ricandiderò per il ruolo di consigliere comunale né sarò disponibile per fare l’assessore se a vincere sarà ancora il centrosinistra. Dopo che si è servita la propria città come sindaco è giusto che chi viene dopo lo faccia in libertà.
Vi state muovendo per prepararvi, insieme alla attuale coalizione, a questa scadenza o dobbiamo aspettarci qualcosa di nuovo?
La coalizione ha iniziato a confrontarsi sui temi del programma e della scelta del prossimo candidato sindaco: l’obiettivo attuale è ripresentarsi agli elettori insieme per le elezioni comunali del 2017.
intervista a cura di Roberto Beretta e Maurilio Frigerio
per “Voce Amica” di marzo 2016
2 Comments
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Ma sei sicuro che i proventi dello sfruttamento ulteriore dei giacimenti in questione vadano all’Italia e non piuttosto alle Compagnie petrolifere, che poi pagano all’Italia in retrocessione solo una modesta quota? E gli investimenti di cui parli in fondo al tuo commento sono Pubblici o Privati? No perché mi sa tanto che gli interessi da tutelare siano più privati che pubblici….e poi se è vietato già fare nuove perforazioni nelle 12 miglia, xche’ insistere a procrastinare le concessioni scadute sempre entro tali miglia. La ratio deve essere smettere con tali perforazioni, a che pro insistere x proseguire???
Mariagrazia 8 anni ago
Il commento andava postato sotto https://eugeniocomincini.it/2016/referendum-trivelle-perche-votero/
Ad ogni modo: i proventi per le concessioni vanno certamente allo Stato entro il cui demanio si consentono i prelievi.
Le ragioni del perché ha senso mantenere ed utilizzare i pozzi esistenti (per altro posizionati almeno a 20 km dalle coste) sono ben chiare nel post che ho scritto. Poi si può non essere d’accordo, ma le ragioni non mancano.
Eugenio 8 anni ago
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