
Non ce l’ho fatta: non sono stato eletto al Consiglio regionale. La sconfitta elettorale della nostra coalizione porta anche il mio mancato ingresso al Pirellone. Mi sono fermato a 3.837 preferenze, di cui 3.300 circa prese in provincia, 1.988 solo nella mia città, Cernusco su Naviglio. A Milano città mi sono fermato a 494 preferenze, molte meno di quelle attese o di quelle di cui c’era bisogno. Al di là del risultato, il mio grazie sentito e sincero va a tutte le persone che mi hanno sostenuto e mi hanno votato.
Cinque anni fa, con le preferenze ottenute ieri, sarei stato eletto: quest’anno le cose sono andate inaspettatamente in modo diverso. In questa tornata elettorale Milano città ha espresso un numero pazzesco di preferenze, soprattutto a favore di candidati già conosciuti e misurati, “candidati seriali” (consiglieri regionali uscenti, consiglieri comunali e municipali in carica). A Milano città – nonostante il calo dei votanti e i minori voti del PD – ci sono 13 candidati sopra le 1.000 preferenze, contro gli 8 dell’altra volta.
Il PD, per effetto del brusco calo dei votanti, nella citta metropolitana milanese perde 107.390 voti di lista rispetto al 2018, ma passa percentualmente dal 20,53% al 24,96%. Nonostante il fortissimo calo di voti, però, totalizza ben 30.871 preferenze in più, passando da 51.845 a 82.716!
Nel 2018 la soglia di ingresso fu di circa 3.700 preferenze: oggi i 6 che entreranno in Consiglio regionale (1 eletto in più dell’altra volta) sono tutti sopra le 5.300 preferenze. E il primo dei non eletti ha 50 voti in meno dell’ultima eletta.
Nel 2018 furono 14 i candidati che ottennero più di 1.000 preferenze; quest’anno sono stati 20.
I primi 10 più votati del 2018 totalizzarono 42.265 preferenze; i 10 più votati di questa tornata arrivano a 56.980 preferenze: un +35%.
Questi numeri – da indagare bene, per comprendere cosa abbia portato a questo inatteso boom di preferenze nonostante il calo di voti assoluti – dicono di una dinamica concorrenziale fortissima, che certamente ha anche contributo a far ottenere al PD un risultato relativo migliore del 2018, migliore delle attese, migliore dei sondaggi.
Io, in onestà, credo di avere dato il massimo; il risultato della mia Cernusco, con il PD al 33% e le 1.988 preferenze conquistate, è straordinario, ma non è bastato. I sindaci in carica candidati in questa tornata hanno preso una media di 80 preferenze a seggio, nelle proprie città e sono andati molto bene; io ne ho prese 70 circa a seggio a Cernusco, dopo 6 anni che non son più sindaco; un risultato importante, una bella manifestazione di stima, che mi emoziona e della quale sono riconoscente
Sapevo di correre una partita difficile: ho dato il massimo, ma la concorrenza era alta e altri hanno saputo fare meglio. Perdere non è mai bello; ma quando hai consapevolezza dei tuoi mezzi e di quello che potevi fare, anche l’analisi è diversa.
Faccio i miei complimenti a tutti gli eletti. In Consiglio regionale ci sarà un bel mix tra continuità, esperienza e novità. Sono molto contento che entri una bella pattuglia di sindaci o ex sindaci, con Del Bono, Casati, Negri, Palestra, Fragomeli, Carra: porteranno un contributo di competenza e capacità davvero importante.
Auguro a tutti gli eletti di saper fare bene l’opposizione, meglio di quanto non si sia fatto finora, e di saperla comunicare adeguatamente fuori dal Pirellone, tra le persone, possibilmente dando l’idea di un gruppo che agisce insieme, non di validi singoli che si muovono in proprio. Auguro soprattutto di saper costruire il percorso che possa portarci finalmente a vincere in Lombardia la prossima volta.
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